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Appuntamenti 29 Nov 2013

Boldrini: il buon giornalismo rafforza la democrazia Siddi: simbolo di una memoria che non si può rimuovere

"C'è bisogno del buon giornalismo, perché il buon giornalismo rafforza la democrazia". Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini che ha partecipato a un'iniziativa per la legalità che accompagna viaggio della Mehari appartenuta a Giancarlo Siani, il cronista del "Mattino" di Napoli ucciso 28 anni fa per le sue inchieste sulla camorra in Campania. L'auto verde con la quale Siani macinava chilometri per raccogliere notizie che poi sarebbero finite sulle pagine del giornale, è approdata questa mattina a piazza Montecitorio, dopo la prima tappa di Napoli, per ricordare i 26 giornalisti italiani morti compiendo il proprio lavoro, in Italia o all'estero.

"C'è bisogno del buon giornalismo, perché il buon giornalismo rafforza la democrazia". Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini che ha partecipato a un'iniziativa per la legalità che accompagna viaggio della Mehari appartenuta a Giancarlo Siani, il cronista del "Mattino" di Napoli ucciso 28 anni fa per le sue inchieste sulla camorra in Campania. L'auto verde con la quale Siani macinava chilometri per raccogliere notizie che poi sarebbero finite sulle pagine del giornale, è approdata questa mattina a piazza Montecitorio, dopo la prima tappa di Napoli, per ricordare i 26 giornalisti italiani morti compiendo il proprio lavoro, in Italia o all'estero.

"La lista che è stata letta -ha affermato la presidente della Camera- è particolarmente dura e mi commuove perché molti di quei giornalisti li conoscevo personalmente. Fare il giornalista puo' essere molto pericoloso. Per molti anni ho lavorato all'estero come portavoce di diverse organizzazioni delle Nazioni Unite e molti di quei giornalisti morti li ho conosciuti. Spesso ci trovavamo negli stessi teatri per lavorare fianco a fianco. Nel caso di Maria Grazia Cutuli, ci eravamo incontrate in Pakistan, pochi giorni prima della sua scomparsa".
"Fare il giornalista è un mestiere di straordinario valore. Vedere qui questa Mehari ci deve inorgoglire e ringrazio gli organizzatori, perché quest'auto è un simbolo del buon giornalismo, del coraggio e di chi non si vuole piegare alla criminalità. Quest'auto deve girare, perché ci fa riflettere sul valore della democrazia, perché il buon giornalismo rafforza la democrazia. Il giornalismo di inchiesta -ha concluso Boldrini- deve essere preservato, perché fa riflettere e contribuisce alla verità". (ROMA, 26 NOVEMBRE - ADNKRONOS)

All’iniziativa hanno partecipato il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, il presidente e vicepresidente dell’Inpgi,  Andrea Camporese e Paolo Serventi Longhi, i presidenti dell’Ordine nazionale e del Lazio, Enzo Iacopino e Paola Spadari.

SIDDI: SIMBOLO DI UNA MEMORIA CHE NON SI PUÒ RIMUOVERE

“L’auto nella quale venne ucciso dalla camorra Giancarlo Siani, 28 anni fa, esposta oggi e domani in piazza Montecitorio, è un simbolo di una memoria che non si può rimuovere.  Un monito anche per la società tutta e per le istituzioni che oggi hanno fatto una svolta nell’assumere il sacrificio professionale ed umano di molti giornalisti come impegno a rafforzare le azioni per la legalità e il rispetto del’informazione. La presidente della Camera, Laura Boldrini, nell’aprire la mostra itinerante della Mehari di Siani, un giornalista precario de Il Mattino, e nel ricevere poi le famiglie dei giornalisti vittime di mafia, terrorismo e guerre (vicende ben documentate dall’osservatorio Ossigeno per l’Informazione) ha riconosciuto il valore del giornalismo autentico e di testimonianza, fondato sulla ricerca della verità come condizione del sapere e della formazione delle libere convinzioni di ognuno. Come la Presidente della Camera ha detto, c’è da riflettere su questo giornalismo indispensabile per la democrazia quando è impegnato a disvelare verità che poteri diversi, spesso criminali, vorrebbero impedire. Dandole atto della recente desecretazione delle carte sulla ‘terra dei fuochi’ in Campania, oggi è occasione buona per rilanciare anche a livello istituzionale l’iniziativa per il Foia (Freedom of information act) in Italia.
La trasparenza della vita della pubblica amministrazione non deve far paura a nessuno.
La Fnsi, anche nel ricordo di Siani e delle altre vittime, rilancerà nei prossimi giorni l’azione di sensibilizzazione dei parlamentari perché si facciano promotori di idonei iniziative legislative”.

GRASSO RICORDA SIANI, LA SUA MEHARI SOTTO IL SENATO

"In viaggio con la Mehari", la campagna di sensibilizzazione sui cronisti uccisi e sulle vittime della criminalità organizzata è arrivata a palazzo Madama dopo la Camera. La vettura del giornalista del Mattino Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, si trova ora sotto il palazzo del Senato. "È triste ammetterlo ma in Italia ci sono ancora regioni in cui un giornalista che descrive senza veli il potere rischia la vita", ha spiegato il presidente del Senato, Pietro Grasso. "È l'occasione per ricordare tutti i reporter che nel mondo subiscono violenze dal potere e dalle mafie", ha aggiunto Grasso in un breve discorso.
Vanno ricordati, ha detto ancora, ''tutti coloro che subiscono il potere e le mafie, che sono ridotti al silenzio dai poteri forti".
Poco dopo, il leader Udc Pier Ferdinando Casini, ha ricordato come Siani sia il "simbolo importante di libertà, testimone della stampa libera, che è essenziale per una democrazia''. Anche perché, ha aggiunto, ''dove c'è il potere c'è la mafia e la mafia cerca di infiltrarsi dove c'è il potere''.(ROMA, 28 NOVEMBRE - ANSA)

All'iniziativa al Senato ha partecipato per la Fnsi il vice segretario, Luigi Ronsisvalle, per l'Ordine nazionale il vice presidente, Santino Franchina e per l'Associazione stampa romana, il vice presidente Roberto Monteforte.

NAPOLITANO A OSSIGENO: NON SOTTOVALUTARE RISCHI GIORNALISTI

Messaggio in occasione Mehari al Parlamento. I giornalisti uccisi entrino nella memoria condivisa. "Siani simbolo di coraggio, impegno e legalità"

"Non sottovalutare i rischi che corrono giornalisti tuttora nel mirino del crimine e di gruppi violenti per aver esercitato il loro dovere di informare", afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Si apprende da un messaggio inviato dal segretario generale del Quirinale Donato Marra al direttore di Ossigeno per l'Informazione, Alberto Spampinato, in occasione dell'inaugurazione a Roma, presso le sedi del Parlamento, della Mehari di Giancarlo Siani, in ricordo del giornalista del Mattino, di tutte le vittime della criminalità, dei giornalisti italiani uccisi e di tutti i cronisti minacciati in Italia.
Ecco il testo del messaggio:
Egregio dottor Alberto Spampinato, Direttore di Ossigeno per l’Informazione, in occasione della mostra itinerante “In viaggio con la Mehari” desidero innanzitutto associarmi, insieme al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al ricordo di Giancarlo Siani il cui sacrificio è diventato simbolo di coraggio, senso civico e impegno professionale. Rendere omaggio alla memoria del giornalista de Il Mattino significa indicare alle nuove generazioni un importante esempio di quella educazione alla legalità e alla mobilitazione civile necessaria a sostenere l’azione delle forze dello Stato nel contrastare e debellare la minaccia aggressiva della criminalità organizzata. Significa ricordarsi di non sottovalutare i rischi che corrono i giornalisti tuttora nel mirino del crimine e dei gruppi violenti per aver esercitato il loro dovere di informare.
Il sacrificio dei tanti giornalisti che hanno messo in gioco la propria vita per un’informazione attenta e consapevole, al servizio della verità e della giustizia deve costituire parte essenziale di una memoria condivisa per un più ampia partecipazione democratica alla vita del Paese.
Ai promotori, ai familiari delle vittime e a quanti rendono omaggio al sacrificio di Giancarlo Siani e di tutti i giornalisti uccisi giunga il partecipe saluto del Presidente Napolitano cui associo il mio personale.

Firmato: Donato Marra, Segretario generale Presidenza Repubblica

Da Ossigeno per l’informazione

MAFIA: BINDI, GIORNALISMO DI INCHIESTA FRONTIERA ANTIMAFIA
MESSAGGIO A "OSSIGENO", PROMUOVERE CULTURA LEGALITÀ E DIRITTI

"In viaggio con la Mehari è molto più di un progetto per coltivare la memoria dei giornalisti uccisi dalle mafie, come Giancarlo Siani trucidato dalla camorra nella sua mehari verde a Napoli il 23 settembre 1985. È un esempio di quell'impegno civile indispensabile a promuovere una cultura della legalità e dei diritti, presupposto di ogni buona democrazia". Lo scrive la presidente della commissione Antimafia Rosi Bindi in un messaggio all'associazione Ossigeno per l'informazione in occasione della mostra itinerante sui giornalisti uccisi dal crimine organizzato.
" Sono convinta - aggiunge  - che il giornalismo d'inchiesta sia una delle frontiere più sensibili dell'antimafia civile e sociale:  illumina infatti quella zona oscura fatta di silenzi, omertà, connivenze imbarazzanti e paura in cui operano i poteri criminali. Con il loro lavoro i giornalisti contribuiscono a rivelare connessioni non sempre evidenti e a mostrare la faccia feroce e violenta dei mafiosi, ne smascherano l'apparente normalità e contribuiscono a indebolirne il consenso.   La mafia teme  soprattutto la ricerca della verità, e non a caso troppi giornalisti scomodi diventano oggetto di minacce e intimidazioni al pari dei magistrati e delle forze dell'ordine che hanno il compito istituzionale di contrastarne l'azione. E come loro spesso rischiano la vita. La precedente Commissione Antimafia aveva avviato un'indagine sul rapporto informazione e criminalità organizzata. Un lavoro significativo di cui terremo conto per completare quella ricognizione  e definire con la vostra collaborazione, interventi e proposte a tutela della professione e a sostegno dei familiari delle vittime, a cui rinnovo la mia commossa solidarietà". (ROMA, 29 NOVEMBRE - ANSA)

Da RepubblicaTv

L'AUTO DI SIANI A MONTECITORIO, BOLDRINI: "DICE AI GIOVANI DI RIBELLARSI"

Partita da Napoli a settembre, la Mehari sulla quale nel 1985 il giornalista napoletano Giancarlo Siani fu ucciso dalla Camorra a 26 anni sta facendo il giro d'Italia per ricordare i giornalisti uccisi nel corso del loro lavoro e rappresentare le istanze dei parenti delle vittime, dei cronisti minacciati e in generale di chi è obiettivo della criminalità organizzata. Nella sua tappa romana, la carovana al seguito della Mehari è giunta davanti alla Camera dei Deputati dove ha ricevuto il saluto della presidente Laura Boldrini. (video di Marco Billeci) 26 novembre 201

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CAMERA: BOLDRINI, MEHARI DI SIANI SIMBOLO BUON GIORNALISMO

Laura Boldrini ha partecipato questa mattina davanti a Montecitorio, alla tappa romana di 'In viaggio con la Mehari', l'autovettura del cronista de 'il mattino' Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985. La presidente della Camera ha parlato dopo che Geppino Fiorenza, di Libera Campania, ha ricordato i nomi dei giornalisti italiani uccisi in patria e all'estero. "Il mestiere del giornalista - scandisce Boldrini - è un mestiere di straordinario valore. L'automobile di Siani è il simbolo di buon giornalismo, del coraggio, di chi non si piega. Quell'auto dice ai giovani che bisogna ribellarsi". "Fare giornalismo in Italia - spiega Fiorenza - è molto difficile. Tra il rischio diffamazione e le continue minacce fare buona informazione risulta essere una missione quasi impossibile. Come ricordato dall'osservatore Onu Frank Larue, L'Italia è il solo paese europeo dove i giornalisti sono costretti a girare sotto scorta".
Dopo la cerimonia pubblica la Presidente ha incontrato i parenti dei giornalisti uccisi, negli uffici della presidenza, dove mamme padri e fratelli hanno raccontato le loro storie ed hanno avanzato alcune richieste. "Sono 20 anni che aspetto giustizia - racconta con la voce rotta Luciana, mamma di Ilaria Alpi - ancora oggi non abbiamo né colpevoli né mandanti, nel frattempo mio marito è venuto a mancare, sono rimasta solo io". Una richiesta di verità rafforzata anche dell'appello dei parenti di Graziella de Palo e Italo Toni, scomparsi in Libano nel 1980. "Almeno mi sia riconsegnato il corpo" chiede la mamma di Graziella, mentre il fratello di Paolo esorta la presidenza a fare pressione affinché siano desecretate quelle parti delle carte dei servizi che potrebbero fare luce sulla sorte dei giornalisti marchigiani. Esortazione accolta anche dal presidente dell'ordine dei giornalisti Enzo Iacopino: "È passato tanto tempo, di che cosa si ha ancora paura?". Iacopino interviene anche sul tema delle tutele per chi vive di informazione: "Non si ammazza solo con le pallottole, ma anche con i ricatti, con le querele, con la recente legge sulla diffamazione. Il giornalismo si può ammazzare con l'intimidazione". "I giornalisti svolgono una funzione di pubblica utilità, è giusto che siano commemorati come lo sono i servitori dello stato" è invece il commento di Alberto Spampinato giornalista e fondatore di 'Ossigeno per l'informazione'. Alla fine dell'incontro alla presidente Boldrini è stato consegnato un memorandum con tutte le richieste a tutela della professione in contesti di difficoltà e per un più facile riconoscimento dello status di 'vittima innocente della criminalità'. La presidenza si è impegnata quindi trasmettere il memorandum alle commissioni competenti, ai gruppi parlamentari, ed eventualmente al governo. (ROMA, 26  NOVEMBRE - AGI)

INAUGURAZIONE MARTEDÌ CON LAURA BOLDRINI E GIOVEDÌ CON PIETRO GRASSO
LA MEHARI DI SIANI VA AL PARLAMENTO DAL 26 AL 29 NOVEMBRE

In ricordo dei 26 giornalisti italiani uccisi e per parlare dei giornalisti italiani minacciati, la Mehari del film Fortàpasc, l’auto scoperta guidata dal giornalista del Mattino Giancarlo Siani quando fu assassinato, sarà esposta davanti all’ingresso delle Camere da domani martedì 26 a venerdì 29 novembre. L’esposizione sarà installata domani e mercoledì in Piazza Montecitorio, accanto all’obelisco, giovedì e venerdì in Piazza Sant’Eustachio. Sarà visitabile dalle 10 alle 19.
La mostra, dal titolo In viaggio con la Mehari, promossa da Fondazione Polis, Ossigeno per l’Informazione, Libera e Comitato vittime innocenti della camorra, proviene da Napoli dove è stata esposta al Palazzo delle Arti per iniziativa del sindaco Luigi De Magistris. Accanto alla Mehari ci sarà, fra gli altri, un pannello dal titolo "26 nomi una sola storia". Un filmato mostrerà le storie più recenti di minacce nei confronti di giornalisti. La mostra sarà inaugurata in Piazza Montecitorio domani alle 12 dalla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che poi riceverà i promotori e una delegazione dei familiari delle vittime. Il presidente Pietro Grasso inaugurerà l’esposizione a Palazzo Madama giovedì 28 alle 11. Il 30 novembre la mostra sarà custodita presso il Comando Generale dei Carabinieri di Roma, poi proseguirà per Bruxelles, dove sarà ospitata nella sede del Parlamento Europeo dal 4 al 6 dicembre. (da Ossigeno per l'informazione)

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