Prosegue l'attività di presentazione di libri nella sede della Fondazione Murialdi. Giovedì 28 ottobre alle 17.30 sarà presentato il libro di Paolo Valenti “Boccadasse” edito dalla casa editrice Confine. Ne discuteranno con l’autore: il professor Luciano Zani, l’editore Vincenzo Luciani, la dottoressa Anna Maria Curci responsabile editoriale e Giancarlo Tartaglia, segretario generale della Fondazione Murialdi. Per partecipare è necessario il green pass ed è obbligatoria la prenotazione alla mail fondazionemurialdi@tiscali.it.
A 31 anni dalla morte del grande poeta toscano viene pubblicata integralmente quella che ormai diventa, a tutti gli effetti, l’ultima intervista rilasciata da Giorgio Caproni. Nel volume “Boccadasse”, scritto dal giornalista europeo Paolo Alberto Valenti (Edizioni Confine, Roma) non si rintracciano solo le storie di 4 generazioni di emigranti italiani verso il Nordafrica, le Americhe e la Francia, ma si ripercorre il profilo tragico della storia nazionale italiana che la grande poesia ligure e in parallelo i cantautori genovesi hanno declinato in arte.
Nonostante la copertina che riproduce una cartolina postale del 1900 della Compagnia di Navigazione Italiana Florio e Rubattino (spedita da un emigrante di 12 anni partito da solo per Montevideo), “Boccadasse” non è un volume patinato che ripropone le carrellate fotografiche del pittoresco quartiere degli innamorati a Genova, piuttosto entra nelle viscere della città, entra nelle parole di Gino Paoli, di Camillo Sbarbaro, di Fabrizio De André, di Dino Campana, di Eugenio Montale, di Francesco Biamonti rivelando la morte e la resurrezione di quelle stagioni che si sono fuse in seno a una sola matrice letteraria e musicale.
Il denominatore comune di un racconto autobiografico che diventa storia collettiva parte da quei paradisi lirici, dolenti e sublimi, che il poeta dell’esistenzialismo parigino André Frénaud (“Il silenzio di Genova”) e lo stesso Giorgio Caproni (“Stanze della funicolare”) hanno consegnato alla poesia immortale, quella che Montale avrebbe condotto fino al Nobel.
Oltre allo svelamento di come anche il fascismo abbia in parte attecchito nella Francia della seconda guerra mondiale e l’evocazione dell’unica grande mostra storica su Benito Mussolini e i milioni di cartoline che gli furono intitolate (realizzata nel 1997 presso il lionese Centre d’Histoire de la Résistance et de la Déportation sotto la presidenza d’onore di Raymond Barre) Valenti pubblica in “Boccadasse” il diario di guerra del padre Italo Francesco, adolescente costretto a fuggire due volte fortunosamente dalla Tunisia dove viveva con i genitori che persero i beni costruiti da due generazioni di espatriati.
Orchestrato all’interno di un sofisticato meccanismo di scatole cinesi, “Boccadasse” non appartiene ad alcun genere letterario ma si sforza, sulla base delle esperienze di una carriera giornalistica internazionale, di far tesoro del passato e ringrazia coloro che hanno aiutato a decifrare questa traccia di memoria con l’unico intento di “additare quei frammenti di splendore che si accendono ancora dentro di noi come in quei brevi istanti il cui il deserto fiorisce”.