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Governo 08 Giu 2008

Berlusconi: "Stop alle intercettazioni" Unci: "Tempismo dopo il caso Livorno: è una riedizione in peggio del ddl Mastella" E i magistrati bocciano la stretta: "Così si depenalizza"

Giro di vite in arrivo sulle intercettazioni. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante il suo intervento all'assemblea dei giovani industriali a Santa Margherita ligure, annuncia che il prossimo consiglio dei ministri approverà un provvedimento anti-intercettazioni con una pesantissima previsione di carcere per chi violerà le regole: cinque anni ai trasgressori, senza distinzioni tra chi le intercettazioni le esegue e chi le diffonde sulla stampa

Giro di vite in arrivo sulle intercettazioni. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante il suo intervento all'assemblea dei giovani industriali a Santa Margherita ligure, annuncia che il prossimo consiglio dei ministri approverà un provvedimento anti-intercettazioni con una pesantissima previsione di carcere per chi violerà le regole: cinque anni ai trasgressori, senza distinzioni tra chi le intercettazioni le esegue e chi le diffonde sulla stampa

Sarà un "divieto assoluto", ha spiegato Berlusconi alla platea dei giovani industriali: le intercettazioni potranno essere eseguite e utilizzate solo nelle indagini sul terrorismo e sulla criminalità organizzata. L'annuncio è stato accolto con preoccupazione dall'Associazione Nazionale Magistrati: "Lo strumento delle intercettazioni - ha sostenuto il presidente dell'Anm Luca Palamara - è fondamentale per le investigazioni non solo sui reati più gravi, ma anche per quelli comuni come le estorsioni. Una selezione drastica rischia di restringere la possibilità di indagare". Perplessità anche da parte dei giornalisti: l'unione nazionale cronisti ha stigmatizzato il ritorno della minaccia del carcere per chi "svolge il suo lavoro correttamente rendendo note le notizie di cui è venuto in possesso". Ma il governo sembra intenzionato ad andare avanti. Il ministro delle Giustizia, Alfano, ha puntato l'indice contro i costi delle intercettazioni, che rappresenterebbero "il 33% dei costi complessivi della Giustizia", un "eccesso cui bisogna porre rimedio". La presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, è già pronta a mettere il testo all'ordine del giorno, non appena arriverà all'esame del Parlamento. "Le intercettazioni - spiega - non possono essere usate come una rete da pesca. Una parte della magistratura ne ha fatto un uso eccessivo". Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, è d'accordo sulla necessità di usare le intercettazioni solo per la lotta alla criminalità e al terrorismo, limitando invece "lo spreco di risorse". Decisamente contrario il Pd, che teme intralci per la giustizia e le forze dell'ordine: "Berlusconi - commenta il ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia - perde il pelo ma non il vizio. Altro che sicurezza e certezza della pena con questo provvedimento non si fa altro che garantire impunità e intralciare il lavoro delle forze dell'ordine, che rischieranno addirittura di essere loro stesse incriminate, arrivando al paradosso di mettere in carcere il controllore al posto del controllato". Il Pd è invece favorevole a una legge che tuteli la privacy dei cittadini e dunque limiti la pubblicazione delle intercettazioni. Posizione condivisa anche dai dipietristi dell'Idv: secondo il capogruppo Massimo Donadi, inoltre, il carcere per i giornalisti rappresenterebbe "un bavaglio alla libertà di informazione". "Evidentemente Berlusconi vuole mettere in libertà vigilati i cronisti italiani", commenta Giuspette Giulietti, deputato Idv e segretario dell'associazione art.21. (ANSA) Quanto accaduto al Corriere di Livorno e le parole del Presidente del Consiglio delineano un "tempismo straordinario", secondo l' Unci, l' Unione nazionale cronisti italiani, e il Gruppo cronisti toscani. "A poche ore dall' iniziativa della magistratura che ha effettuato sequestri nella redazione del Corriere di Livorno e indagato il direttore e un cronista del quotidiano livornese, il Presidente del Consiglio annuncia la proposta di ben cinque anni di carcere per chi pubblica intercettazioni disposte dalla magistratura", affermano in una nota Unci e Gruppo cronisti toscani. "Il gip di Livorno sembra in qualche modo aver preceduto tale linea indagando i colleghi del Corriere di Livorno che avevano pubblicato intercettazioni e materiale che fa parte di una delicata inchiesta sul porto, adducendo, tra le motivazioni, il fatto che così facendo il quotidiano si sarebbe procurato un vantaggio commerciale. E' un raro esempio - prosegue la nota - nel quale il potere giudiziario va oltre quanto proposto adesso dal potere esecutivo. L' Unci e il Gruppo cronisti toscani, sono al fianco dei colleghi del Corriere di Livorno, loro malgrado in prima fila a sostenere questa nuova offensiva nei confronti del diritto di cronaca, e chiamano tutti i colleghi a mobilitarsi contro iniziative che potrebbero rivelarsi come una riedizione in peggio del ddl Mastella". (ANSA) I magistrati bocciano la stretta annunciata dal premier sulle intercettazioni e in particolare l'idea di limitarle solo alle indagini su criminalità organizzata e terrorismo. E avvertono: così si rischia di fatto di depenalizzare alcuni reati. "Lo strumento delle intercettazioni è fondamentale per le investigazioni non solo sui reati più gravi, ma anche per quelli comuni come le estorsioni- dice il presidente dell'Anm Luca Palamara- Una selezione drastica rischia di restringere la possibilità di indagare". Certo, ammette il leader del sindacato delle toghe, "altra cosa è la pubblicazione delle intercettazioni: va trovato il giusto equilibrio tra il diritto alla riservatezza e quello all'informazione". "Un maggior rigore nel rispetto della privacy è doveroso e molto si può fare per evitare divulgazioni indebite- riconosce Edmondo Bruti Liberati, procuratore aggiunto a Milano e presidente di Magistratura democratica- - ma per diversi tipi di reati le intercettazioni sono strumenti essenziali per raccogliere prove; escluderle per corruzione, concussione, insider trading, significa di fatto depenalizzare questi reati". Anche l'ex procuratore di Torino Marcello Maddalena sottolinea che le intercettazioni sono "uno strumento fondamentale per tutta una serie di reati". E restringendone il campo, "si diminuiscono le possibilità di scoprire gli attori di questi reati". E Antonino Ingroia, pm a Palermo avverte: "il nodo delle intercettazioni è fondamentale :il futuro di indagini sulla criminalità dei potenti dipende dalla tenuta degli strumenti investigativi". (ANSA) RONCONI, ESAGERATA GALERA PER I GIORNALISTI Roma, 8 giugno - ''Pare obbiettivamente esagerata la galera anche per i giornalisti che pubblicano stralci di intercettazioni''. Lo dice Maurizio Ronconi (Udc), osservando che ''è convinzione diffusa che il problema vada normato, ma ricorrere alla restrizione della libertà per professionisti che comunque svolgono il loro lavoro pare obiettivamente esagerato''. ''Che da queste pulsioni si passi poi alla riscoperta dell'istituto del confino è un rischio - conclude - che non vorremmo correre''. (ANSA) BOCCHINO, NON COLPIRE GIORNALISTI ED EDITORI Roma, 9 giugno - "Sbaglia chi crede che una stretta sulle intercettazioni favorisca il crimine. Serve invece a riportare le indagini sul giusto binario come sottolineato persino da Vassalli", osserva Italo Bocchino, vicepresidente vicario dei deputati Pdl. "Indispensabile inoltre - sottolinea – non colpire l'anello debole della catena che rischiano di essere giornalisti ed editori". (AGI) BALDUCCI (V), NO A CARCERE PER GIORNALISTI Roma, 9 giugno - ''Non si può prevedere il carcere per i giornalisti''. Lo afferma Paola Balducci, responsabile giustizia dei Verdi, ricordando come il testo sulla riforma delle intercettazioni licenziato dalla Camera nella scorsa legislatura contenesse ''una soluzione più razionale, per bilanciare le esigenze investigative legate alla repressione dei reati ed il rispetto del diritto alla privacy per i cittadini''. ''Bisogna intervenire - spiega l'esponente del Sole che ride - sulla durata delle intercettazioni e prevenire la fuga di notizie con sanzioni più equilibrate e razionali, in modo da non comprimere troppo il diritto di cronaca giornalistica''. ''Il governo - conclude Balducci - propone, invece, norme eccessivamente rigorose che non solo renderebbero difficilissime le indagini su reati gravi, ma che, oltretutto, finirebbero per compromettere indirettamente lo stesso diritto all'informazione dei cittadini''. (ANSA)

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