«La maxi richiesta di risarcimento danni (per ben 39 milioni di euro) dell'Università telematica Pegaso e di 137 suoi dipendenti avanzata nei confronti de L'Espresso e dei colleghi Nello Trocchia e Corrado Zunino riporta prepotentemente i riflettori sul peso delle azioni legali contro i giornalisti e contro la libertà di stampa, imponendo a tutti una riflessione su quanto queste azioni possano limitare, oggettivamente, il diritto all'informazione da parte dei cittadini. Questa azione civile tenta di 'punire' un'inchiesta sulle università telematiche di Nello Trocchia, giornalista d'inchiesta rigoroso e libero, che per questo più volte è stato inseguito da poteri forti e criminali». Così in una nota congiunta Fnsi e Articolo 21.
«L'inchiesta oggetto della richiesta di risarcimento ha riportato fatti veri – sottolinea Graziella Di Mambro, responsabile legalità di Articolo 21 – così già definiti da un giudice; né è stato mai accertato che sia stata diffamatoria e ciò nonostante è stata cancellata dal web per ordine di un giudice e ora l'università di cui si è scritto chiede anche il risarcimento».
«Non si può sottovalutare lo strapotere di taluni soggetti economici che con azioni legali previste dall'ordinamento inseguono giornalisti indipendenti e coraggiosi come Nello Trocchia – dicono il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti e il segretario Raffaele Lorusso -. La Federazione, nel rispetto delle autonome valutazioni dei giudici che saranno chiamati ad esaminare questa storia, si augura che venga considerato se si tratti di lite temeraria e che in tal caso siano applicate le sanzioni previste perché questo sarebbe un buon segno per la libertà dei giornalisti. Articolo 21 sarà accanto a Nello Trocchia e agli altri colleghi citati in ogni fase di questo procedimento civile». (Agi – Roma, 7 aprile 2018)
PER APPROFONDIRE
A questo link l'articolo di Graziella Di Mambro pubblicato su articolo21.org.