«Augustino Potenza, ucciso con 18 colpi di Kalashikov a Casarano (Lecce), era considerato dalla direzione nazionale antimafia una delle nuove rampanti leve delle sacra corona unita. Ma a Casarano, suo paese d’origine, dove viveva, era venerato come un dio. In quattro anni era riuscito a creare un clima di consenso e omertà. Inventando il marketing della mafia per nascondere il fiume di denaro che arrivava dagli affari criminali. E sfamando contemporaneamente un po’ di famiglie in ginocchio per la crisi. Storia di un genio del male tutto Italiano».
Inizia così l'inchiesta per la quale la collega Marilù Mastrogiovanni, cui è dedicata la prima puntata della nuova stagione della trasmissione di Rai1 Cose Nostre (in onda domani in seconda serata), è stata messa alla gogna dal sindaco di Casarano, che ha invitato la cittadinanza a “reagire” contro l’inchiesta della coraggiosa giornalista.
«Quando a Casarano pronunci il nome di Augustino Potenza, adesso, ti si fa il vuoto intorno. Fino a pochi giorni fa il suo nome spaccava in due il paese», scrive Marilù Mastrogiovanni. Qui il link alla sua inchiesta.