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Editoria 01 Ott 2010

Attentato contro Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro: “Tre colpi di pistola mentre chiudevo la porta di casa” Franco Siddi: “Ferma condanna all’aggressione e la nostra solidarietà” Il Cdr: "Frutto di una ideolog

''Quell'uomo, camuffato con una pettorina della Guardia di Finanza era appostato tre gradini sotto il mio pianerottolo, l'arma spianata. Quando s'è trovato di fronte l'agente della mia scorta, senza pronunciare una parola non ha esitato a sparargli. Fortuna ha voluto che il grilletto s'inceppasse''. Così, Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero, racconta in un'intervista a La Repubblica l'agguato subito la notte scorsa nel suo condominio.

''Quell'uomo, camuffato con una pettorina della Guardia di Finanza era appostato tre gradini sotto il mio pianerottolo, l'arma spianata. Quando s'è trovato di fronte l'agente della mia scorta, senza pronunciare una parola non ha esitato a sparargli. Fortuna ha voluto che il grilletto s'inceppasse''. Così, Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero, racconta in un'intervista a La Repubblica l'agguato subito la notte scorsa nel suo condominio.

''Ero già entrato in casa - prosegue - ma non avevo ancora chiuso la porta. Appena ho sentito uno sparo, seguito da altri due ho subito capito che stava accadendo qualcosa di grave. Mi sono girato di scatto e ho visto il poliziotto prima ripararsi dietro a un angolo e poi partire all'inseguimento di quel malvivente''.
Il direttore di Libero ammette che sarebbe stato facilmente vittima di un'aggressione se il caposcorta non avesse incrociato l'aggressore. ''Non chiudo mai la porta a chiave ma solo con lo scatto della serratura. E se avesse suonato, vedendo la casacca della Guardia di Finanza dallo spioncino, avrei aperto senza nulla sospettare''.
Belpietro spiega di essere stato salvato dal caso, poiché il caposcorta ieri sera dopo averlo accompagnato alla porta di casa ha deciso di scendere a piedi dalle scale e non prendendo l'ascensore, così ha intercettato l'uomo al piano di sotto.
Il primo identikit dell'aggressore parla di un uomo alto un metro e ottanta circa, corpulento ma molto agile ''visto che è riuscito a scendere all'impazzata tutti i piani delle scale, pur inseguito da un poliziotto armato di pistola, senza farsi prendere''. (ANSA) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarat
“E’ intollerabile e molto grave la terribile minaccia a mano armata di cui è stato vittima ieri notte il direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro.
Nell’esprimere la più dura condanna di questo oscuro attacco alla vita e alla libertà del giornalista e dell’uomo Belpietro, con la Fnsi manifestiamoa lui, alla famiglia, ai colleghi che con lui lavorano e agli uomini della sicurezza, la solidarietà e l’impegno a riaffermare in ogni sede, e in ogni momento il valore dell’informazione libera e plurale come bene prezioso.
Preoccupa non poco l’accaduto e l’entità della minaccia di ieri notte al direttore di “Libero” e ad un agente della sua scorta- costretto ad intervenire con le armi per sventarla – che vede ancora una volta un giornalista nel mirino di una criminalità misteriosa e senza scrupoli.
La Fnsi non accetterà mai l’idea che sia possibile imporre il silenzio delle voci che non si condividono attraverso la pratica dell’intimidazione incivile e violenta. Al giornalismo è chiesto, oggi più che mai, un esercizio di alta responsabilità professionale e etica nel proporsi al pubblico con lealtà e con rispetto della funzione fondamentale dell’informazione per assicurare la conoscenza corretta e la libera formazione delle opinioni, in aderenza alla verità sostanziale dei fatti e la diffusione del pluralismo delle idee, che non sono armi di distruzione”. IL COMUNICATO DEL CDR DI LIBERO:
Ieri notte un uomo armato di pistola ha cercato di aggredire il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Solo quest’anno è la seconda volta che qualcuno attenta all’incolumità del nostro direttore e risulta difficile pensare, come di certo qualcuno farà, al gesto isolato di un folle.
Quanto successo sembra piuttosto il frutto maturo di una ideologia di violenza e di odio che mette nel mirino chiunque provi a distaccarsi da un’idea dominante e precostituita di verità e giustizia. Da troppo tempo nel nostro Paese si alimentano processi pubblici nelle piazze e in televisione ai danni di chi non rappresenta quella che sempre più appare come la “casta dei giusti”: da una parte i politici del popolo, dall’altra i cattivi; da una parte i sindacalisti democratici, dall’altra quelli asserviti; da una parte i giornalisti impegnati, dall’altra quelli prezzolati. Uno schema facile e violento i cui risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti e dei quali anche i giornalisti di Libero, come molti altri colleghi, pagano e hanno pagato il prezzo.
Il Cdr di Libero, perciò, esprime la sua solidarietà e la più affettuosa vicinanza a Maurizio Belpietro e si augura che questo ennesimo episodio serva almeno a risvegliare in tutti quel senso di responsabilità ed equilibrio strangolato da un odio politico che ricorda, tragicamente, altre epoche non troppo lontane.
Il Cdr di Libero BELPIETRO: IACOPINO, SOLIDARIETÀ DA ORDINE DEI GIORNALISTI
ROMA, 1 OTTOBRE - ''Nessuno cerchi alibi: quanto accaduto a danno di Maurizio Belpietro è insopportabile''. Lo dice Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, che ha cosìcontinuat ''C'è da mesi un clima che rischia di farci precipitare in una situazione che speravamo di non dover più affrontare.troppo comodo ed è altrettanto irresponsabile, quando fatti come questi accadono, ipotizzare che si tratti della folle iniziativa di un singolo''. ''Alla solidarietà, senza se e senza ma,che l'Ordine dei giornalisti esprime a Belpietro e alla sua famiglia, va aggiunto - ha concluso Iacopino - l'auspicio che da parte di ciascuno di noi cittadini venga un qualche contributo per riportare il confronto ad un livello di civiltà''. (ANSA) BELPIETRO: VERNA (USIGRAI), VICENDA INQUIETANTE E PREOCCUPANTE
ROMA, 1 OTTOBRE - "La vicenda che ha avuto al centro Maurizio Belpietro fortunatamente senza conseguenze inquieta e preoccupa non poco". Lo scrive in una nota il segretario Usigrai, Carlo Verna, in merito al tentato agguato al direttore di Libero "connotativo di un clima che sta degenerando nel paese e intorno agli organi di informazione e che deve assolutamente cambiare". A Belpietro l'Usigrai esprime "piena totale solidarietà". (ADNKRONOS) BELPIETRO: GRUPPO CRONISTI LOMBARDI, PREOCCUPANTE SEGNALE
MILANO, 1 OTTOBRE - ''Il fallito attentato contro il direttore di Libero è un fatto gravissimo, preoccupante segnale della diffusa insofferenza verso la libera circolazione delle informazioni e delle opinioni''. Lo afferma il Gruppo Cronisti Lombardi esprimendo la sua solidarietà al direttore Maurizio Belpietro. Auspicando inoltre che 'i responsabili vengano al più presto assicurati alla giustizia, il Gruppo si augura 'che qualsiasi tipo di intimidazione non faccia mai venire meno l'impegno dei giornalisti del quotidiano milanese: solo una informazione svincolata dalla paura rende un Paese libero e democratico'. ''Le modalità del fallito attentato in viaMonti di Pietà riportano alla memoria un capitolo tragico della storia del giornalismo italiano, ferite ancora aperte - conclude la nota - L'unità della categoria, affinché‚ nessun collega sia lasciato solo, è indispensabile per non ripiombare nel buio''. (ANSA) BELPIETRO: CDR TG5; AGGUATO È MINACCIA A OGNI GIORNALISTA
ROMA, 1 OTTOBRE - Il Comitato di redazione del Tg5 esprime ''solidarietà al collega Maurizio Belpietro vittima ieri notte di una gravissima aggressione''. La minaccia, scrive il CdR in una nota ''portata al direttore di Libero è una minaccia a tutti i giornalisti italiani e questo impone a tutti i colleghi di continuare nell'impegno professionale avendo come obiettivo quello di assicurare la funzione fondamentale del giornalism informare i cittadini, dare spazio alle notizie e voce alle opinioni''. (ANSA) BELPIETRO: GIORNALISTI, CATEGORIA NEL MIRINO. I CASI DI SAVIANO, CAPACCHIONE, ABBATE; 400 DENUNCE NEL 2009-10
ROMA, 1 OTTOBRE - Roberto Saviano, protetto ormai da anni, dopo la pubblicazione del suo Gomorra e le pesantissime minacce arrivate dalla camorra, è il caso forse più emblematico. Ma dalla cronista del Mattino Rosaria Capacchione al redattore dell'Ansa, oggi inviato de L'Espresso, Lirio Abbate, sono tanti in Italia gli operatori dell'informazione, aggrediti e minacciati, come è successo ieri sera al direttore di Libero Maurizio Belpietro, e costretti in molti casi a vivere sotto scorta.
Una categoria nel mirino, come testimonia anche il Rapporto 2010 di Ossigeno, l'osservatorio sui cronisti sotto scorta promosso dalla Federazione Nazionale della Stampa, che conta 400 casi solo nel 2009- 2010, il doppio rispetto al triennio 2006-2008.
Belpietro, che aveva ricevuto minacce già in passato, viene scortato da otto anni. Una scorta, ha rivelato oggi il direttore di Libero, protegge anche l'ex direttore de Il Giornale, Vittorio Feltri e il direttore di Tg4, Emilio Fede. Dopo l'attentato di cui fu vittima nel 1993, è stato protetto per anni anche Maurizio Costanzo. Una scorta fu necessaria, nel 2003, per l'allora vicedirettore del Corriere della Sera, Magdi Allam, che denunciò minacce ricevute da terroristi islamici.
Per Lirio Abbate, all'epoca cronista per l'agenzia Ansa nella redazione di Palermo, le minacce della mafia arrivarono per la prima volta nel 2007. Poi ci fu anche una bottiglia incendiaria piazzata sotto la sua auto, davanti a casa. Anche per lui la protezione divenne inevitabile.
Più volte minacciata di morte dal clan dei Casalesi, la cronista napoletana, Rosaria Capacchione vive in 'trincea', come racconta lei, protetta dalle forze dell'ordine, da quasi tre anni.
I giornalisti che usufruiscono di una protezione sono comunque una piccola percentuale rispetto ai 400 che secondo il rapporto dell'osservatorio Fnsi - presentato proprio qualche giorno fa al presidente della Repubblica Napolitano - hanno subito minacce e intimidazioni, nel solo 2009- 2010. E i numeri raccolti dall'Osservatorio, sembrano raccontare un fenomeno in crescita.
Nel 2009-2010, in particolare, ci sono stati 68 casi di minacce e intimidazioni a giornalisti, contro i 61 del rapporto precedente; 43 intimidazioni individuali (erano 52), 24minacce collettive (erano 9 nel 2006-2008). E poi, 13 aggressioni fisiche (16 nel rapporto precedente), 10 danneggiamenti (contro gli 8 del biennio 2006-2008).
Un fenomeno in generale diffuso soprattutto al Sud, a cominciare dalla Calabria, regione alla quale va la maglia nera, seguita da Sicilia e poi Campania e Lazio. In questa classifica, la Lombardia, dove è stato aggredito Belpietro, è quinta, seguita da Puglia, Basilicata, Piemonte ed Emilia Romagna. (ANSA) BELPIETRO: FELTRI, IO NON HO PAURA MA PREOCCUPATO PER LUI
MILANO, 1 OTTOBRE - ''Paura? Io la mia vita l'ho fatta, ho figli grandi e vado per i 68 anni e poi meglio morire per una schioppettata che in ospedale pieno di flebo''. Così il direttore editoriale de Il Giornale, Vittorio Feltri, commenta con l'ANSA l'agguato di ieri sera al collega Maurizio Belpietro. Lo stesso Feltri, così come Belpietro, è sotto scorta da circa 8 anni: ''All'inizio - afferma - è una scocciatura ma poi ci si abitua a tutto''. ''Ma mi metto nei panni di Belpietro - continua Feltri – che ha 52 anni, due figlie piccole e una moglie che non lavora. Io di questo mi preoccuperei, come cittadino oltre che come amico''.
Qualcuno dice che c'è un clima di odio che provoca questi episodi: ''Ormai in Italia - risponde Feltri - ci sono due tifoserie, gli ultrà di Berlusconi e gli ultrà degli anti-Berlusconi e questo dà luogo a una reciproca delegittimazione. E quando ti trovi tra due tifoserie, capita di prenderle da tutte e due le parti''. (ANSA) EDITORIA: FELTRI, SE SONO D'IMPICCIO TOLGO IL DISTURBO
MILANO, 1 OTTOBRE - ''Sono stato chiamato al Giornale per ripianare i conti, ma se la mia presenza è d'impiccio me ne vado, senza polemiche''. Lo ha dichiarato all'ANSA il direttore editoriale de Il Giornale, Vittorio Feltri.
Ieri il premier Silvio Berlusconi aveva sostenuto che ''i giornali considerati più vicini a noi forse ci fanno più male che bene''.
A proposito delle dichiarazioni di Berlusconi ''sono convinto - ha aggiunto Feltri - che le pensi. Mi hanno chiamato al Giornale perché dovevo ripianare un deficit che al mio arrivo era di 22 milioni e 700 mila euro. In quattro mesi era sceso a 17 milioni. Quest'anno, secondo le previsioni, dovrebbe chiudersi con un passivo di 7 milioni. In 16 mesi sono riuscito a recuperare 15 milioni. È questa la missione che cerco di portare a termine ma se devi fare i risultati è necessario fare un giornale di un certo tipo''. ''Può anche non piacere, basta dirlo - ha continuato Feltri - come sono arrivato in via Negri in due ore vado via, senza conferenze stampa e senza polemiche''. (ANSA)

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