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Editoria 21 Nov 2010

Arriva un "grido di dolore" dal convegno sul digitale terrestre organizzato dall'Odg del Veneto Il segretario del sindacato dei giornalisti del Veneto Carlon: "L'occupazione è a rischio"

E' un grido di dolore quello che si e' levato dal convegno ''Digitale terrestre: quale futuro per le Tv locali'' organizzato dall'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nella sede Rai di Palazzo Labia si e' riunito il mondo dell'emittenza locale veneta alla vigilia dello switch off, vale a dire dello spegnimento del segnale analogico nella regione e l'avvio delle trasmissioni in digitale previsto in tre step, il 30 novembre, il 6 e 10 dicembre

E' un grido di dolore quello che si e' levato dal convegno ''Digitale terrestre: quale futuro per le Tv locali'' organizzato dall'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nella sede Rai di Palazzo Labia si e' riunito il mondo dell'emittenza locale veneta alla vigilia dello switch off, vale a dire dello spegnimento del segnale analogico nella regione e l'avvio delle trasmissioni in digitale previsto in tre step, il 30 novembre, il 6 e 10 dicembre

Di digitale hanno discusso editori televisivi, direttori, giornalisti, esperti nella tecnologia digitale, amministratori ed esponenti del mondo politico, per spiegare come cambiera' lo scenario e quali potranno essere gli effetti di questa 'rivoluzione'.
''Piu' che una rivoluzione - ha detto Sandro Parenzo, editore di Telelombardia, che ha gia' sperimentato il passaggio al digitale - e' una 'grande restaurazione'. Le tv locali non hanno canone e i pochi contributi statali sono stati tolti proprio in vista delle grandi potenzialita' commerciali del digitale. Ma quali sono? La spartizione delle frequenze con ovvie disparita' e' tutta a vantaggio dei grandi gruppi nazionali conferendo, di fatto, un potere ancor maggiore al duopolio Rai-Mediaset, un duopolio che rastrellera' pubblicita' a scapito delle piccole emittenti locali. Non appena le frequenze provvisoriamente date alle locali saranno riassegnate alla telefonia cosa succedera'? Saremo alla guerra fra poveri''.
Il presidente regionale del Corecom, Roberto Pellegrini, ha confermato la legittimita' delle preoccupazioni degli editori delle tv locali, ricordando come nel Lazio il passaggio al digitale abbia comportato il dimezzamento degli introiti pubblicitari. ''Il Veneto sta arrivando impreparato all'appuntamento - ha dichiarato - Il digitale portera' come conseguenza ad una selezione: in Germania le Tv commerciali sono 27; in Italia 600''.
Sul piede di guerra anche Thomas Panto editore di Antenna 3:''Abbiamo dovuto investire 7 milioni di euro per adattarci al digitale ma sapremo 24 ore prima dello switch off le frequenze e i canali assegnatici. Il rischio vero e' che non si riescano a pagare i 100 dipendenti dell'azienda''.
Non vede spiragli di luce neppure Fillippo Iannacopulos, editore di Reteveneta: ''Non siamo sicuri nemmeno che ci sara' un futuro per le tv locali visto che godiamo solo di autorizzazioni provvisorie. Mi colpisce che, non solo il Governo centrale, ma anche quello regionale stiano semplicemente ignorando il problema. A differenza di altre Regioni, il Veneto non ha stanziato un solo euro per il passaggio al digitale''.
Secondo il segretario regionale del sindacato giornalisti Daniele Carlon, il rischio di chiusure, cassa integrazione e contratti di solidarieta' e' concreto per i 115 giornalisti televisivi che operano in Veneto. Domenico Basso, direttore di Antenna 3 Nordest ha sottolineato l'importante ruolo dell'emittenza locale sul fronte dell'informazione, dimostrato anche in occasione della recente alluvione. Il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori, ha invitato editori televisivi e direttori delle testate giornalistiche ad investire non soltanto in tecnologia, ma anche in professionalita', cosi' da poter garantire sempre piu' un'informazione di qualita. (ANSA)

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