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Editoria 16 Lug 2007

Antitrust: “Rimodulare il sistema di provvidenze pubbliche alla stampa”

È necessario rimodulare il sistema di provvidenze pubbliche alla stampa, che al momento è troppo eterogeneo per favorire il pluralismo. Lo sostiene l'Antitrust nel parere che conclude la prima parte dell'indagine conoscitiva sui mezzi d'informazione della stampa quotidiana, periodica e multimediale.

È necessario rimodulare il sistema di provvidenze pubbliche alla stampa, che al momento è troppo eterogeneo per favorire il pluralismo. Lo sostiene l'Antitrust nel parere che conclude la prima parte dell'indagine conoscitiva sui mezzi d'informazione della stampa quotidiana, periodica e multimediale.

In relazione alle sovvenzioni all'editoria l'Autorità rileva che la riduzione delle barriere all'ingresso attraverso il sostegno di nuove iniziative editoriali può costituire un utile strumento di tutela del pluralismo ma le ''modalità di erogazione devono essere definite secondo criteri idonei ad agevolare tempestivamente l'avvio delle nuova pubblicazioni, senza peraltro instaurare condizioni di dipendenza dalla sovvenzione''. Per questo ''appare auspicabile una revisione della disposizione che ritarda l'erogazione del sostegno alle nuove iniziative editoriali alla fine del quinto anno di attività e fissare per converso un limite al periodo massimo di assegnazione del contributo''. Molti gli aspetti problematici legati secondo l'Antitrust alle sovvenzioni pubbliche. Prima di tutto il garante mette in luce ''l'eterogeneità dei criteri e delle modalità di erogazione dei contributi''. A suo avviso ''l'attuale assetto appare essere la risultante di una progressiva stratificazione di misure, aventi obiettivi non sempre convergenti e basate su parametri di attribuzione e quantificazione non univoci''. Inoltre segnala la discontinuità di alcune misure, ''rendendo disagevole una pianificazione di lungo periodo da parte delle attività delle imprese editoriali''. Secondo l'Antitrust ''i contributi diretti possono costituire uno strumento importante di salvaguardia del pluralismo nella misura in cui concorrono ad agevolare la nascita e l'affermazione nel mercato di nuovi soggetti, portatori di idee e informazioni incrementali rispetto al panorama esistente. Ciò risulta tanto più rilevante in un settore come quello dell'editoria quotidiana e periodica, caratterizzato da elevate barriere all’accesso''. ''Infine - spiega il garante - da più parti è stata sottolineata la necessità di individuare criteri di assegnazione stringenti, che consentano di evitare abusi e comportamenti opportunistici, e di monitorare l'uso delle risorse da parte dei soggetti beneficiari, spiega ancora l'autorità. Sotto questo profilo, merita evidenziare che le iniziative di soggetti interessati unicamente ad accaparrarsi le sovvenzioni, e privi di reali intenti editoriali, non si risolvono soltanto nella dispersione di risorse pubbliche, ma rischiano di minare proprio il pluralismo che si intende tutelare. Infatti, in questi casi il sostegno pubblico attribuisce paradossalmente un vantaggio competitivo alle testate 'di facciatà rispetto ai piccoli editori che davvero possono contribuire alla varietà dei contenuti''. Da evitare che ''i contributi diretti finiscano col beneficiare i grandi gruppi ed i soggetti che con questi cooperano. In particolare, non appare neutrale, in termini concorrenziali, l'assegnazione di sussidi a testate locali che collaborino con i grandi editori, spesso distribuendo la propria pubblicazione congiuntamente a quella nazionale, in una determinata area''.(ANSA) ANTITRUST, BENEFICI POSTALI NON EFFICACI Le agevolazioni tariffarie postali, ovvero il sostegno di agevolazione indiretta più rilevante a favore dell'editoria, non sono state ''una misura efficace per sviluppare degli abbonamenti'' e finiscono con ''favorire Poste italiane,'' quindi ''ostacolando lo sviluppo di una piena concorrenza'' nel settore. Per l'Antitrust sarebbe ''meglio sarebbe allargare la platea degli attori in campo in questo settore''. Lo sostiene il garante nelle conclusioni della prima parte dell'indagine conoscitiva sui mezzi d'informazione della stampa quotidiana, periodica e multimediale.(ANSA) ANTITRUST, SETTORE GIUSTIFICA LIMITI EX ANTE La fissazione di tetti antitrust ex ante nel caso del settore editoriale è ''giustificata a salvaguardia del pluralismo''. Lo spiega l'Autorità garante della concorrenza e del mercato nelle conclusioni della prima parte dell'indagine conoscitiva sui mezzi d'informazione della stampa quotidiana, periodica e multimediale. ''Quanto ai limiti alle concentrazioni, la normativa italiana vieta agli editori di effettuare acquisizioni che conducano a controllare testate quotidiane la cui tiratura superi il 20% della tiratura complessiva dei giornali quotidiani in Italia, ovvero il 50% delle copie tirate in ambito interregionale. In proposito - spiega l'Antitrust -, l'Autorità reputa che la fissazione di tetti ex ante, sebbene in linea generale incida sulla capacità di crescita delle imprese, in questo caso, alla luce delle peculiarità che contraddistinguono il settore dell'editoria, sia giustificata a salvaguardia del pluralismo. Pertanto, compete al regolatore e al legislatore individuare misure che tendano ad un corretto equilibrio tra il diritto alla libera iniziativa imprenditoriale ed il perseguimento del pluralismo delle opinioni''. (ANSA) ANTITRUST, COMPETIZIONE CON FREE PRESS È FORTE ''Benché‚ non vi sia una rilevante sovrapposizione tra i target delle due tipologie di pubblicazione, esiste nondimeno una forte competizione tra quotidiani a pagamento e gratuiti sul versante della raccolta pubblicitaria, soprattutto per quanto concerne la pubblicità di ambito locale''. Lo rileva l'Antitrust nelle conclusioni della prima parte dell'indagine conoscitiva sulla stampa. ''Infatti, la free press ha costituito in alcuni casi una risposta efficace alla domanda latente di spazi pubblicitari da parte di imprese di dimensioni medio-piccole - spiega il garante - , con un forte radicamento locale. La raccolta pubblicitaria delle testate di free press, per quanto in forte crescita, non raggiunge ancora il 10% della raccolta complessiva dei quotidiani''. (ANSA)

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