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Internazionale 31 Gen 2008

Afghanistan: giornalista 'blasfemo', dal Senato sì alla condanna a morte

Kabul, 30 gennaio. - La condanna a morte per blasfemia comminata a un giornalista afghano ha trovato un autorevole sostegno. Il Senato afghano ha preso posizione sul caso di Pervez Kambaksh, ritenuto colpevole di aver insultato l'Islam e per questo giudicato meritevole di morte da un tribunale di Mazar-i-Sharif.

Kabul, 30 gennaio. - La condanna a morte per blasfemia comminata a un giornalista afghano ha trovato un autorevole sostegno. Il Senato afghano ha preso posizione sul caso di Pervez Kambaksh, ritenuto colpevole di aver insultato l'Islam e per questo giudicato meritevole di morte da un tribunale di Mazar-i-Sharif.

Il ventitreenne reporter collaborava a titolo gratuito con un piccolo quotidiano della città nel nord dell'Afghanistan -'Jahan-e Naw', (Il mondo nuovo)- ed era stato condannato per aver distribuito alcuni articoli, scaricati da Internet, che mettevano in discussione passi del Corano, soprattutto nella parte in cui il Profeta concede all'uomo di avere più mogli ma non viceversa. Il governo aveva precisato che la condanna di Kambaksh non ha nulla a che vedere con la sua attività giornalistica. Per la salvezza del reporter si sono schierate diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani e per la libertà di stampa ed è cominciata la pressione dei governi occidentali ma il rischio è che la posizione del Parlamento afghano possa influenzare il tribunale chiamato a giudicare per una seconda volta il giovane giornalista. (AGI)

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