La messa in onda dell’intervista ad Alberto Spampinato direttore di “Ossigeno per l’informazione", sul libro "C'erano bei cani ma molto seri" e sulla storia del fratello Giovanni, sulle frequenze di Radio Radicale del 16 marzo è stata rinviata all'ultimo momento per sopravvenute esigenze di programmazione. Probabilmente sarà trasmessa domenica 21 marzo alle 20,30.
L'audio si può già ascoltare sul sito web, e scaricare in mp3, cliccando su questo link: http://www.radioradicale.it/scheda/298351?format=32
IL LIBRO: “Ora devo scalare le vette dei ricordi più dolorosi e spiacevoli. Vorrei fermarmi qui, ma non posso. Devo andare avanti a ogni costo”. C’erano bei cani ma molto seri – storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo, potrebbe iniziare anche qui, a pagina 123. Da questo momento, Alberto Spampinato entra in quella manciata di anni “ruggenti”, come li definisce, vissuti dal fratello al quotidiano siciliano L’Ora, tra il ’69 e il ’72. E racconta, analizza, ricorda, ristende. Come il fratello Giovanni, ai tempi in cui scriveva inchieste dalla propria città, da solo, con il “grassetto” del suo nome nudo e crudo in cima ad ogni articolo. La mafia nella città “babba” di Ragusa, che “babba” non era. Gli intrecci politici che non erano soltanto politici. Gli scavi archeologici che scavi, come descrisse Giovanni Spampinato, non erano affatto. Ma per comprendere tutto questo occorre anche il prima e il dopo di quell’immersione nei fatti. La storia di una famiglia, di una città definita “l’isola nell’isola”, di una regione come la Sicilia. In un arco di tempo che va dal dopoguerra sino ai movimenti studenteschi. E che è storia d’Italia.
Alberto Spampinato ha iniziato l’attività giornalistica all’Ora nel 1973, un anno dopo la morte del fratello. Ha lavorato nella redazione di Palermo con il direttore storico Vittorio Nisticò, poi è stato capo della redazione romana. Nel 1992 è passato all’ANSA. Da dieci anni è il “quirinalista” dell’Agenzia e Spampanato e dal 2007 direttore di “Ossigeno per l’informazione", l'osservatorio Fnsi-Ordine dei Giornalisti sui cronisti minacciati e le notizie oscurate con la violenza.