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Editoria 30 Gen 2012

A giudizio il senatore Pdl Ciarrapico, il figlio ed altri dieci

Rinvio a giudizio per il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico, per suo figlio Tullio e per altre 10 persone, accusati a vario titolo di avere illegittimamente percepito ingenti sovvenzioni governative per l'editoria. Complessivamente secondo l'accusa avrebbero percepito tra il 2002 e il 2007 dal dipartimento per l'informazione e l'editoria elargizioni per decine di milioni di euro.

Rinvio a giudizio per il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico, per suo figlio Tullio e per altre 10 persone, accusati a vario titolo di avere illegittimamente percepito ingenti sovvenzioni governative per l'editoria. Complessivamente secondo l'accusa avrebbero percepito tra il 2002 e il 2007 dal dipartimento per l'informazione e l'editoria elargizioni per decine di milioni di euro.

A disporre il rinvio a giudizio per il 28 giugno prossimo davanti al giudice monocratico è stato il gup Nicola Di Grazia accogliendo praticamente tutte le richieste della Procura della Repubblica di Roma.
Il magistrato, infatti, ha dichiarato la prescrizione dei fatti avvenuti tra il 2002 e il 2003 e di quanto contestato a due società facenti capo a Ciarrapico, cioè la Nuova editoriale Oggi (i fatti sono prescritti) e dell'editoriale Ciociaria Oggi che da tempo e' stata dichiarata fallita.
Le accuse contestate sono la truffa aggravata ai danni dello Stato e a seconda delle posizioni processuali, il favoreggiamento, la violazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle società e la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti non validi per operazioni inesistenti. Nel giudizio è costituito parte civile con assistenza dell'avvocato Massimo Giannuzzi il dipartimento per l'informazione e l'editoria.
Dalle indagini svolte dalla Guardia di Finanza è emerso tra l'altro che amministratori delle due società facenti capo a Ciarrapico erano due ultraottantenni. Nel capo di imputazione si sottolinea che i fondi furono ottenuti attraverso artifizi e raggiri consistiti nel presentare una falsa situazione di fatto e contabile delle due società, in particolare fornendo false dichiarazioni relative alla sussistenza delle condizioni per ottenere il beneficio.
Proprio attraverso queste false documentazioni l'ufficio per le sovvenzioni all'informazione e all'editoria fu indotto ad erogare i benefici alle due società che in realtà sarebbero state di fatto un'unica impresa. (ROMA, 30 GENNAIO - ADNKRONOS)

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