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Appuntamenti 14 Mag 2007

A Claudio Passiatore, collaboratore de Il Manifesto, il premio giornalistico Gabriele Capelli

È andata a Claudio Passiatore, collaboratore de Il Manifesto, la terza edizione del premio giornalistico Gabriele Capelli. La cerimonia si è svolta questa mattina nella biblioteca del Gabinetto Viesseux. Il premio, riservato ai giovani under 35 e istituito in memoria del caporedattore dell'Unità di Firenze scomparso nel 2004, è stato consegnato a Passiatore dal sindaco Leonardo Domenici, davanti a Peggy Haines, vedova Capelli.

È andata a Claudio Passiatore, collaboratore de Il Manifesto, la terza edizione del premio giornalistico Gabriele Capelli. La cerimonia si è svolta questa mattina nella biblioteca del Gabinetto Viesseux. Il premio, riservato ai giovani under 35 e istituito in memoria del caporedattore dell'Unità di Firenze scomparso nel 2004, è stato consegnato a Passiatore dal sindaco Leonardo Domenici, davanti a Peggy Haines, vedova Capelli.

Il Premio nasce dalla volontà di ''incoraggiare la formazione e il lavoro di giovani redattori della carta stampata toscana''. Al vincitore, scelto per un articolo sulle acciaierie di Piombino e il rapporto con la città, pubblicato il 24 maggio 2006, sono andati 5 mila euro. La giuria, composta da Sandra Bonsanti, Massimo Lucchesi, Carlo Bartoli, Susanna Cressati, membro del Comitato amici del Premio Gabriele Capelli, organizzato in collaborazione con l'Ordine dei giornalisti e l'Associazione stampa toscana, ha poi deciso di segnalare gli articoli di altri 9 giovani giornalisti. Alla cerimonia hanno preso parte anche il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, il vicepresidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci e l'assessore alla cultura di Firenze Giovanni Gozzini che ha tenuto una relazione sul futuro del giornalismo. Martini, ricordando Capelli, ha invitato i giovani cronisti ad impegnarsi per un giornalismo che sia sinonimo di ''libertà e qualità'', e ha ricordato la difficile vertenza in atto per il rinnovo del contratto: ''non sta a me entrare nelle motivazioni - ha detto - ma la durata della vertenza e l'asprezza dei toni sono sintomi di un forte cambiamento in atto''. (ANSA)

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