No alla legge Gasparri, no alla privatizzazione della Rai, no alla cancellazione della par condicio, no al conflitto di interesse: sono le indicazioni principali giunte alla tavola rotonda su Politica e informazione di scena alla seconda giornata del V Forum sull'informazione in corso a Gubbio.
No alla legge Gasparri, no alla privatizzazione della Rai, no alla cancellazione della par condicio, no al conflitto di interesse: sono le indicazioni principali giunte alla tavola rotonda su Politica e informazione di scena alla seconda giornata del V Forum sull'informazione in corso a Gubbio. Tanti i partecipanti: Fabrizio Morri (Ds), Daniele Capezzone, segretario del Partito Radicale, Gianni Montesano (Pdci), Alberto La Volpe (Sdi), Tana De Zulueta (Verdi), Sergio Bellucci (Rifondazione Comunista), Giuseppe Giulietti (Art. 21). Levata di scudi contro la legge Gasparri ma grande spazio è stato riservato alla Rai e ai criteri di nomina del Cda cosi' come ai contenuti che si vogliono dare al servizio pubblico e ai meccanismi di rilevazione degli ascolti. Sullo sfondo, la crisi della carta stampata e la vertenza giornalisti-editori per il rinnovo del contratto. Il servizio pubblico va difeso e ormai nessuno più sposa la tesi di vendere una rete Rai, hanno sostenuto con diverse sfumature i partecipanti al dibattito. Il vero nodo da sciogliere è rappresentato dai criteri di nomina del Consiglio di Amministrazione. Per Tana De Zulueta la nomina potrebbe essere affidata ad un parlamentino con una partecipazione ridotta dei partiti e la presenza delle varie anime della società. La Volpe ha ricordato i tempi della cosiddetta ''lottizzazione'': ''in molti l'hanno avversata, ma almeno era un sistema chiaro ed equo''. Morri ha annunciato che le proposte dell' Unione sono in via di elaborazione con la creazione di un tavolo dedicato all' informazione, ''ma - ha ammonito - non si puo' parlare soltanto di Rai, esistono problemi più importanti''. Scoppiettante l'intervento di Capezzone. Par Condicio? ''Speriamo che l'Unione non ripeta lo schema che ha usato per la legge elettorale...''. E ha poi parlato della crisi della televisione generalista. ''Con Baudo e Pupo siamo arrivati alla tv-badante per anziani''. Capezzone ne ha avuto anche per quei politici che confidano nella citazione 'mordi e fuggi' nel pastone politico e ha criticato l'eccesso di 'presenza ecclesiale' sul piccolo schermo. ''Anche il 'Maresciallo Rocca' ci ha tradito...'' è stato ricordato, come nella prima puntata della fiction, la vicenda era legata all'assassinio di un prete per mano di una farmacista che aveva praticato l'eutanasia al marito malato terminale. Tuttavia, dal dibattito è emersa la necessità di riflettere sui contenuti che si vogliono dare al servizio pubblico riservando grande attenzione alle esigenze della collettività. Una sorta di 'Welfare della comunicazione', come l'ha definita Bellucci. Molti protagonisti della discussione hanno comunque sottolineato che comparire in tv o sui giornali non porta meccanicamente alla vittoria politica. ''Bush aveva la stampa contro - ha detto La Volpe - eppure ha vinto lo stesso. Non dimentichiamo che in Italia giornali come Repubblica e Corriere della Sera sono all'opposizione''. Ultimo a intervenire Giulietti che ha messo in guardia dall' utilizzo della televisione come una clava contro i nemici politici. L'esponente diessino ha chiesto l'adozione come documento-chiave della Carta di Gubbio approvata all' unanimità a maggio del 2004, ha sollecitato una legge contro il conflitto di interesse (''basta un solo e chiaro articolo'') ha sottolineato come la nomina del Cda debba essere lontana dalle prerogative di governo. ''Siamo al delirio. Se si pensa - ha concluso - che Celentano è diventato un caso politico. Del Noce ha minacciato addirittura di autosospendersi... ce ne faremo una ragione ma mi sembra arrivato il momento di svegliarsi''. (ANSA)