La polemica è nata con la proposta di rinnovo dei contratti inviata dalla nuova proprietà de “Il Centro” ai collaboratori autonomi. Ed è stata alimentata da un intervento del direttore del quotidiano regionale, Primo Di Nicola, a Buongiorno Regione.
Il Cdr e gli organismi di categoria si sono subito schierati dalla parte dei giornalisti e opposti alle nuove condizioni (un compenso di 5 euro lordi ad articolo e l'eliminazione del fisso ai collaboratori strategici) e i colleghi interessati, oltre 100, hanno indirizzato al direttore Di Nicola una lettera nella quale denunciano il clamoroso passo indietro sul piano dei diritti, parlando di «misure draconiane».
Ma la confusione intorno ai temi del lavoro autonomo giornalistico e dell'equo compenso è tanta e il Sindacato Giornalisti Abruzzesi ha allora deciso di chiedere un incontro alla proprietà del quotidiano regionale e ribadire alcune precisazioni, confidando «che ci siano tutti i margini per un sereno e proficuo confronto».
Ecco cosa scrive la segreteria del Sindacato giornalisti abruzzesi.
La normativa cui fare riferimento per la questione dei collaboratori del quotidiano, questione che sicuramente sta a cuore a questo sindacato, non è certo quella “sull’equo compenso” citata dal direttore Di Nicola nel corso di un suo intervento a Rai 3 Regione: una legge inapplicabile per mancanza dei regolamenti attuativi e tra l’altro non votata dal Sindacato dei giornalisti abruzzesi che non l’ha mai condivisa andando anche incontro alle critiche mosse da alcuni colleghi.
In ogni caso, il contratto vigente fissa già i trattamenti economici per i collaboratori e i lavoratori autonomi. Crediamo comunque che ci siano tutti i margini per un sereno e proficuo confronto e confidiamo sul fatto che possa essere avviata al più presto una riflessione anche con il contributo dell’Ordine dei giornalisti.
Inoltre, abbiamo preso atto non senza preoccupazione del documento che ci è stato inviato dai collaboratori del quotidiano Il Centro e se le cifre e le condizioni sono quelle che emergono da una prima lettura dei contratti ci troveremmo di fronte ad un pesante arretramento economico e professionale in un contesto, quello del lavoro autonomo, già fortemente deprivato di garanzie e tutele.
La nuova proprietà, ne abbiamo piena contezza, ha necessità di raggiungere obiettivi di razionalizzazione della spesa e di bilancio ma così rischia di aprire un fronte conflittuale talmente ampio da recare pregiudizio allo stesso giornale.
Vogliamo credere che una simile scelta sia il frutto di una riflessione cui è venuto a mancare qualche fondamentale elemento di valutazione e riteniamo quanto mai utile e urgente l’apertura di un tavolo di confronto con la proprietà e con il direttore, con il pieno coinvolgimento del Cdr, come da nota peraltro già inviata ai diretti interessati.
Il tutto per chiarire bene quali sono gli ambiti contrattuali entro i quali la legge stessa impone di muoversi.