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Vertenze 21 Ott 2015

Roma Uno, Asr e Snater: "I conti non sono a posto e la proprietà non vuole incontrarci"

Dura nota del segretario di Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, e del segretario generale Snater, Piero Pellegrino, sulla difficile situazione in cui versa l’emittente capitolina Roma Uno. Dopo la vendita della tv e l’affitto di un ramo dell’azienda “non abbiamo ancora avuto il piacere - denunciano Pappagallo e Pellegrino - di confrontarci con l’attuale proprietà”.

Dura nota del segretario di Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, e del segretario generale Snater, Piero Pellegrino, sulla difficile situazione in cui versa l’emittente capitolina Roma Uno. Dopo la vendita della tv e l’affitto di un ramo dell’azienda “non abbiamo ancora avuto il piacere - denunciano Pappagallo e Pellegrino - di confrontarci con l’attuale proprietà”.

“Non abbiamo ancora avuto il piacere di confrontarci con l’attuale proprietà di Roma Uno. Abbiamo però appreso ieri dalle agenzie che la solidarietà larga, diffusa, più che bipartisan, espressa dal mondo politico e produttivo della capitale per le sorti dei dipendenti della tv all news romana dovrebbe tradursi più che in parole e comunicati in moneta sonante e contante visto che i conti non sono a posto e la pubblicità non entra”. Inizia così la nota con cui il segretario di Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, e il segretario generale Snater, Piero Pellegrino, tornano sulla crisi che si è abbattuta sull’emittente capitolina Roma Uno.
“Strano – scrivono – che il management che ha rilevato solo un mese fa la tv dal gruppo Cerroni, non conoscesse i conti dell’azienda. Erano di dominio pubblico sia lo stato di difficoltà finanziaria sia le misure di contenimento del costo del lavoro. Potrebbe trattarsi di solare incompetenza non fosse che i manager che hanno iniziato questa nuova avventura, Coscione, Losito e Foresi, qualche esperienza nel settore ce l’hanno e non fosse che sia stato siglato un affitto di ramo d’azienda con il quale Coscione riposiziona in altra società, sempre a lui facente capo, la frequenza, la trasmissione, cioè il bene di maggior valore”.
“In attesa che il tavolo sindacale si apra, restiamo fermi sul punto. Se l’azienda non ci spiega cosa intende fare, spiegherà – conclude la nota congiunta – quello che ha già fatto ad un organo terzo in sedi non strettamente sindacali. La situazione di disagio è accentuata dalle dimissioni irrevocabili dello storico direttore responsabile della testata Fabio Esposito”.

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