Gentili consiglieri di amministrazione di Rcs Mediagroup, nella riunione di oggi siete chiamati a esaminare, in nome e per conto degli azionisti che vi hanno nominato, i conti aziendali del terzo trimestre 2012 che, secondo le stime del mercato, mostreranno - al netto della plusvalenza per la vendita di Flammarion - un nuovo ampliamento della perdita di esercizio. Inevitabile conseguenza della crisi economica e dell'industria dell'informazione? Non solo.
Il vostro, il nostro Gruppo, il primo Gruppo editoriale italiano e una delle grandi realtà internazionali europee, ha scelto di affrontare le difficoltà di mercato degli ultimi anni facendo leva esclusivamente su logiche finanziarie e con miopi strategie di tagli, senza essere capace di mettere in campo idee e progetti originali e innovativi, senza una visione industriale complessiva e di prospettiva, rinunciando a utilizzare al meglio le risorse di professionalità e di competenze dei propri dipendenti. Riducendo, così, il valore dei propri beni: i giornali e l'investimento degli azionisti.
Sempre oggi, vaglierete le linee guida del piano strategico triennale al 2015 che il nuovo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, sta elaborando e che andrà a sostituire quello varato con grande enfasi appena due anni fa e quasi subito abbandonato nei fatti. Questo nuovo piano industriale cade in una fase che noi riteniamo cruciale per il futuro della casa editrice. È l'ultima occasione per un cambio di rotta, di strategie e di metodo. Per evitare un epilogo negativo e disonorante per il nostro Gruppo.
Proprio per questo abbiamo proposto all'ad Jovane, fin dallo scorso luglio, al momento del cambio alla guida di Rcs, l’apertura di un tavolo di confronto sulle iniziative utili e necessarie a garantire il rilancio e lo sviluppo delle attività editoriali cartacee e digitali, rinnovando la disponibilità al dialogo che abbiamo tenuto in piedi con serietà e senso di grande responsabilità, nonostante due stati di crisi consecutivi, che hanno comportato importanti sacrifici in termini di occupazione e di aumento dei carichi di lavoro, senza però contestualmente avviare quella progettualità nuova e quegli investimenti pur previsti e concordati negli accordi aziendali e nazionali.
Per lo stesso motivo oggi siamo in sciopero: non accadeva da molti anni. Una decisione sofferta, ma inevitabile, di fronte al rifiuto di aprire il confronto prima dell'elaborazione e della presentazione del nuovo piano industriale. Perché in questo momento non può essere rifiutato l’apporto costruttivo e propositivo dei giornalisti, condizione indispensabile per preservare, salvare e rilanciare il valore di tutti gli asset aziendali.
Oggi, con la nostra protesta e la nostra mobilitazione, chiediamo ancora una volta con forza all'ad Jovane il coraggio e la lungimiranza di aprirsi a un modello di relazioni industriali realmente innovativo. E, attraverso voi consiglieri, invitiamo i nostri azionisti, tra i maggiori nomi della finanza e dell'imprenditoria, che saranno chiamati a sostenere un importante aumento di capitale, a tutelare i propri interessi, i propri investimenti e il valore di tutti i beni del nostro Gruppo. Rifiutando ristrutturazioni finanziarie selvagge e operazioni straordinarie prive di un chiaro orizzonte industriale. E pretendendo al contrario una strategia di discontinuità totale con il passato, che raccolga la sfida di progetti realmente innovativi e punti a porre al centro del rilancio e dello sviluppo delle proprie testate l'informazione giornalistica e la qualità dei suoi contenuti.
I giornalisti dei Periodici di Rcs Mediagroup
(oggi in sciopero)
Milano, 12 novembre 2012
IL COORDINAMENTO DEI CDR DELLE EDIZIONI LOCALI DEL CORRIERE DELLA SERA
(CORRIERE DEL MEZZOGIORNO-NAPOLI E BARI, CORRIERE DEL VENETO, CORRIERE DEL TRENTINO, CORRIERE DELL’ALTO ADIGE, CORRIERE DI BOLOGNA, CORRIERE FIORENTINO)
Il Coordinamento dei Cdr delle edizioni locali del Corriere della Sera manifesta piena solidarietà ai giornalisti dei Periodici Rcs che scioperano oggi contro l'annunciato piano industriale di Rcs Mediagroup, i cui tagli colpirebbero in modo particolarmente grave i periodici, anche con la chiusura di testate storiche, ma non risparmieranno i quotidiani italiani del gruppo.
In attesa di conoscerne il dettaglio, desta preoccupazione che il piano sia elaborato senza alcun confronto preventivo con le rappresentanze sindacali dei giornalisti e dei poligrafici. Non sarebbe accettabile un intervento orientato alla mera logica della riduzione dei costi e degli organici, privo di respiro strategico e della necessaria attenzione allo sviluppo e al rafforzamento della qualità dei prodotti che vanno in edicola e sul web, i quali invece hanno bisogno di investimenti e della definizione di regole adeguate per un sistema multimediale complesso.
Invitiamo i Cdr dei Periodici, del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport e le relative Rsu aziendali a promuovere insieme quanto prima occasioni di confronto e di comune iniziativa sindacale, d'intesa con la Fnsi e le Associazioni regionali della stampa.
Bari, Bologna, Bolzano, Firenze, Napoli, Padova, Trento, 12 novembre 2012
RCS: AL VIA CDA, LETTERA DA DIPENDENTI PERIODICI
E' iniziato da pochi minuti a Milano il consiglio di amministrazione di Rcs Mediagroup sui conti nei nove mesi, con un confronto probabile anche sul nuovo piano industriale che sarà al vaglio successivamente nel Cda del 19 dicembre. Di fronte all'ingresso della società dietro via Solferino (in via San Marco), è presente una folta rappresentanza dei giornalisti della Periodici, oggi in sciopero.
I dipendenti hanno consegnato una lettera al Cda in cui si chiede al gruppo di ''porre al centro del rilancio e dello sviluppo delle proprie testate l'informazione giornalistica e la qualità dei suoi contenuti''. ''Gentili consiglieri di amministrazione di Rcs Mediagroup - scrivono i giornalisti di Rcs Periodici al Cda -, nella riunione di oggi siete chiamati a esaminare, in nome e per conto degli azionisti che vi hanno nominato, i conti aziendali del terzo trimestre 2012 che, secondo le stime del mercato, mostreranno - al netto della plusvalenza per la vendita di Flammarion - un nuovo ampliamento della perdita di esercizio. Inevitabile conseguenza della crisi economica e dell'industria dell'informazione? Non solo''.
''Il vostro, il nostro Gruppo - prosegue la lettera -, il primo Gruppo editoriale italiano e una delle grandi realtà internazionali europee, ha scelto di affrontare le difficoltà di mercato degli ultimi anni facendo leva esclusivamente su logiche finanziarie e con miopi strategie di tagli, senza essere capace di mettere in campo idee e progetti originali e innovativi, senza una visione industriale complessiva e di prospettiva, rinunciando a utilizzare al meglio le risorse di professionalità e di competenze dei propri dipendenti.
Riducendo, così, il valore dei propri beni: i giornali e l'investimento degli azionisti''.
La lettera prosegue ricordando il lavoro sul nuovo piano strategico dell'Ad Pietro Scott Jovane e la mancata convocazione di un tavolo di confronto con i giornalisti. ''Oggi, con la nostra protesta e la nostra mobilitazione - concludono - chiediamo ancora una volta con forza all'ad Jovane il coraggio e la lungimiranza di aprirsi a un modello di relazioni industriali realmente innovativo. E, attraverso voi consiglieri, invitiamo i nostri azionisti, tra i maggiori nomi della finanza e dell'imprenditoria, che saranno chiamati a sostenere un importante aumento di capitale, a tutelare i propri interessi, i propri investimenti e il valore di tutti i beni del nostro Gruppo. Rifiutando ristrutturazioni finanziarie selvagge e operazioni straordinarie prive di un chiaro orizzonte industriale. E pretendendo al contrario una strategia di discontinuità totale con il passato, che raccolga la sfida di progetti realmente innovativi e punti a porre al centro del rilancio e dello sviluppo delle proprie testate l'informazione giornalistica e la qualità dei suoi contenuti''.
I giornalisti della Periodici sono circa 250 su un organico complessivo della Periodici attorno alle 530 persone. (MILANO, 12 NOVEMBRE – ANSA)
SCIOPERO CORRIERE E GAZZETTA
Oggi il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, entrambi editi dal gruppo RCS, non sono in edicola a causa dello sciopero avvenuto nella giornata ieri del personale poligrafico. I poligrafici sono i dipendenti di un giornale che non sono giornalisti, principalmente i tipografi e gli impiegati amministrativi, ma non i dirigenti (come il direttore marketing o il direttore editoriale). I poligrafici hanno aderito allo sciopero generale indetto per oggi dalla CGIL: ma non hanno lavorato ieri, perché nel settore della stampa si fa coincidere il giorno di mancata uscita del giornale col giorno dello sciopero delle altre categorie.
Al contrario degli scioperi aziendali, di quelli cioè indetti direttamente dai giornalisti che provocano la mancata uscita della testata, storicamente nel caso degli scioperi generali il sindacato ha considerato suo interesse che i giornali uscissero così da informare i cittadini sulle motivazioni e sull’esito della protesta. Di norma si arriva a questo risultato attraverso una deroga del sindacato, che autorizza i lavoratori suoi iscritti a lavorare nonostante lo sciopero senza che venga meno il loro sostegno alla mobilitazione. È la deroga che qualche mese fa Susanna Camusso decise di non dare, facendo protestare il direttore Ferruccio De Bortoli. Questa volta la deroga è arrivata ma i poligrafici hanno deciso di aderire comunque allo sciopero.
Le ragioni dell’adesione allo sciopero sono le indiscrezioni che circolano sul nuovo piano industriale (si parla di 500 esuberi tra giornalisti e personale vario), i risultati negativi descritti dal bilancio approvato pochi giorni fa e le voci, circolate ieri e pubblicate in prima pagina dall’Unità riguardo la possibile creazione di una nuova società che unisca le attività di stampa e raccolta pubblicitaria di RCS a quelle della Editoriale La Stampa, che edita la Stampa. In questo caso, stando alle ricostruzioni, il ramo d’azienda degli stabilimenti tipografici sarebbe ceduto alla nuova società, e anche per questo i poligrafici hanno deciso di astenersi dal lavoro. FIAT è il terzo azionista di RCS e il primo del gruppo che edita la Stampa.
Anche i lavoratori del settore periodici sono preoccupati dalle condizioni dell’azienda e dalle voci che circolano riguardo la dismissione dell’intero settore, e hanno scioperato lunedì. 14 novembre 2012