L’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati condivide pienamente la presa di posizione della Giunta della FNSI che condanna l’azione di quei pensionati che hanno reso possibile l’uscita di quotidiani durante lo sciopero del 18 marzo scorso.
L’UNGP è senza ombra di dubbio schierata al fianco dei giornalisti che lottano duramente per ottenere un rinnovo dignitoso del contratto di lavoro ed appoggiano la richiesta di quei colleghi che chiedono provvedimenti di esclusione dal sindacato di coloro che si rendono colpevoli di azioni di crumiraggio: pensionati compresi, qualora risultassero iscritti alla FNSI. L’ UNGP, inoltre, invita la Giunta a valutare se l’utilizzo di giornalisti pensionati (cioè di persone che hanno un reddito garantito dall’INPGI e non possono accampare le stesse giustificazioni di precari) in funzione antisciopero non costituisca violazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Rileva, tuttavia, nel comunicato della Giunta federale un poco opportuno richiamo ai “beneficiari di ricche pensioni”: un crumiro è un crumiro, indipendentemente dal livello del salario o della pensione. Molto spesso (anche per tornaconto personale) non partecipano agli scioperi le qualifiche più alte sicuramente strapagate: sono costoro (non certo i collaboratori o i precari) i maggiori responsabili della rottura del fronte di lotta. La stragrande maggioranza dei pensionati ha coscienza sindacale e spirito di solidarietà: ma le loro pensioni (più dei salari di chi ha un posto fisso) sono state falcidiate dall’inflazione. Essi intendono partecipare alla vertenza sindacale per tutte le ragioni che i colleghi ben conoscono e sulle quali ci siamo dilungati molte volte, ma anche per ottenere nel contratto quel richiesto Fondo di perequazione delle pensioni, utile a chi è già pensionato, ma soprattutto a chi in pensione ci andrà. Giuseppe Iselli Presidente UNGP