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Inpgi 18 Mag 2005

Inpgi 2: approvato il bilancio consuntivo 2004 Inpgi 1 Il Vicepresidente dell’Istituto di Previdenza, Maurizio Andriolo: “Una zona d’ombra sui pensionati”

Un avanzo di gestione di 3,3 milioni di euro, che va a incrementare il fondo di riserva, a garanzia della solidità della gestione, portandolo alla consistenza di 12,5 milioni.

Un avanzo di gestione di 3,3 milioni di euro, che va a incrementare il fondo di riserva, a garanzia della solidità della gestione, portandolo alla consistenza di 12,5 milioni.

Un avanzo di gestione di 3,3 milioni di euro, che va a incrementare il fondo di riserva, a garanzia della solidità della gestione, portandolo alla consistenza di 12,5 milioni. Un risultato conseguito anche grazie al rendimento del portafoglio titoli, che ha registrato una redditività del 5,08%, grazie alla quale è stato possibile sostenere i sempre crescenti costi della capitalizzazione del montante contributivo di ogni singolo iscritto: una crescita degli oneri dovuta sia all’ampliamento del numero degli assicurati, sia al sempre crescente ammontare dei contributi accantonati per pagare le future pensioni. La rivalutazione è stata del 3,9272%: un incremento accreditato sul castelletto individuale di ognuno dei 19.065 assicurati, cifra che rappresenta un aumento del 14,26% degli iscritti rispetto al 2003. Sono queste, in estrema sintesi, le cifre principali del bilancio consuntivo 2004 della Gestione previdenziale separata per i lavoratori autonomi dell’Inpgi, approvato dal Comitato amministratore e successivamente ratificato dal Consiglio d’amministrazione dell’Istituto. Cifre di tutto rispetto, che testimoniano della solidità dell’Inpgi 2 come strumento per assicurare la loro futura pensione a circa 20 mila giornalisti. Il bilancio presenta un gettito contributivo pari a 21 milioni, così composto: 16,4 milioni di contributo soggettivo (il 10% sui redditi professionali netti), 4,1 di contributo integrativo (il 2% sui corrispettivi lordi, posto dalla legge a carico dei committenti) e 0,5 di contributo di maternità. Nessuna richiesta è stata finora presentata per corrispondere il contributo aggiuntivo di cui all’art. 3, comma 4, del Regolamento (vedi http://www.inpgi.it/inpgi/inpgi.nsf/prima10/7095C623D34468E241256FC80032DFD6). Pertanto, il consuntivo non riporta alcun importo per questa voce. Venendo meno l’effetto del condono di emersione condotto a termine nel 2003, in bilancio diminuisce l’incidenza dei contributi riferiti agli anni precedenti. Tale diminuzione porta a conseguente una diminuzione, rispetto all’anno precedente, del risultato della gestione previdenziale, influenzata dalla riduzione della contribuzione integrativa e dall’aumento degli oneri di capitalizzazione, da 3 a 3,2 milioni, dovuti all’incremento del montante contributivo. Diminuiscono, però, di 5,7 milioni anche gli oneri, in conseguenza dei minori accantonamenti della contribuzione soggettiva (i soldi messi da parte per pagare le future pensioni). Sempre fra gli oneri, quello dell’indennità di maternità ammonta a 449 milioni, corrisposti a 94 iscritte. Il risultato della gestione previdenziale è quindi di 2,3 milioni, pari a -1,1 milioni rispetto al 2003. Contenuto l’incremento dei costi di struttura che, nonostante la sempre crescente complessità della gestione quotidiana dovuta all’incremento costante del numero degli iscritti, aumentano di soli 8 mila euro. Positivo il risultato della gestione patrimoniale, che assomma a 2,4 milioni. La redditività degli investimenti mobiliari è stata, come detto all’inizio, del 5,08%, anche se, per i principi contabili che la legge pone a garanzia della solidità del bilancio, non è stato possibile iscrivere il valore delle plusvalenze implicite (maggior valore nominale rispetto a quello pagato all’acquisto) fatto registrare dai titoli. Per quanto riguarda la composizione della collettività degli assicurati, dei 19.065 iscritti al 31 dicembre 2004, la maggioranza, pari al 60,83%, è composta da uomini: 11.597 contro 7.468 donne. Il 29,24% (5.575 iscritti) sono professionisti, lo 0,46% (88) praticanti, il 67,83% (12.931) pubblicisti e il 2,47 % (471) sono pubblicisti/praticanti (cioè pubblicisti che, contemporaneamente, sono anche iscritti nel registro dei praticanti). La fascia d’età più rappresentativa è quella che va dai 36 ai 40 anni, nella quale sono compresi il 20,8% degli iscritti (3.959), seguita da quella 31-35 anni, con il 19,4% (3.691), e da quella 41-45, con il 15,5% (2.957). La circoscrizione nella quale si è registrato il maggior aumento percentuale del numero degli iscritti rispetto all’anno precedente è quella delle Marche (+20,13). Seguono Puglia (+19,23%) e Friuli-Venezia Giulia (17,86%). Gli aumenti più contenuti sono stati invece registrati in Sicilia (+6,54%), Abruzzo (+7,41%) e Calabria (+7,93%). Gli iscritti alla Gestione separata che figurano anche in quella principale sono 6.272, pari al 32,9% del totale. Anche in questo caso gli uomini (3.845) sono di più delle donne (2.427). I professionisti sono 4.906, i praticanti 39, i pubblicisti 932 e i pubblicisti/praticanti 395. Rispetto al loro stato contributivo/previdenziale nei riguardi della Gestione principale nel 2004, l’1,3% (241 iscritti) non ha alcuna contribuzione, lo 0,9% (167) è titolare di pensione, il 22,3% (4.247) ha una posizione attiva e l’8,5% (1.617) ha una posizione ferma. I rapporti di lavoro subordinato in essere per questi iscritti sono 4.333, pari al 22,7% degli assicurati alla Gestione separata. Ciò vuol dire che, allo stato attuale, ben il 77,3% degli iscritti alla Gestione separata ha nell’Inpgi 2 l’unica possibilità concreta di ricevere una pensione da giornalista. Il 18.5% (3.532) di coloro che hanno anche un rapporto di lavoro subordinato è costituito da professionisti, i cui rapporti di lavoro sono così regolati: il 17,4% (3.322) dall’art. 1 del Ccnl, l’1,1% (210) dagli artt. 2 e 12. Per l’1,5% dei casi (281) si tratta di contratti di praticantato. Il 2,7% infine (520 casi) sono pubblicisti, i cui rapporti di lavoro sono regolati così: l’1,5% (286 casi) dall’art. 1, lo 0,8% (163) dagli artt. 2 e 12 e lo 0,4% (71) dall’art. 36. Per quanto riguarda il reddito professionale, la fascia maggiormente rappresentativa è quella che va dai 2.500 ai 10.000 euro annui. In questa fascia si colloca il 26,96% delle donne (1.479) e il 28,48% degli uomini (2.612), con una retribuzione media di 5.666,73 euro per le donne e di 5.637,10 euro per gli uomini. Nelle varie fasce, il reddito medio delle donne è generalmente superiore a quello degli uomini, che invece primeggiano nel confronto solo nelle classi di reddito: fino a 650 euro, da 25 mila e 50 mila e da 100 mila a 150 mila. Il vicepresidente dell'Inpgi Maurizio Andriolo dichiara: "Il pur ottimo bilancio consuntivo 2004, approvato ieri dal consiglio di amministrazione dell'Inpgi, ha purtroppo un'evidente zona d'ombra: i pensionati. Nulla infatti emerge dal consuntivo, nonché dalle relazioni che lo accompagnano, che possa dare speranza ai giornalisti in quiescenza. Si deve ringraziare la dirigenza e la struttura amministrativa dell'Ente per il risultato raggiunto. Risultato che concerne il consolidamento del nostro Istituto. Quindi i problemi futuri della previdenza rimangono. Tuttavia è doloroso che non si sia potuto fare un intervento organico a breve termine per tentare di frenare l'erosione delle pensioni, migliorare l'assistenza sociale. Certamente i pensionati non potranno accontentarsi di niente."

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