Presentato sabato 11 maggio al Maxxi di Roma, nell'ambito della tappa romana del Festival dei Diritti Umani, il secondo rapporto sugli esteri nei tg italiani 'Illuminare le periferie': un'indagine quantitativa e qualitativa che racconta quanta informazione arriva nelle tv italiane su temi internazionali e sociali. A parlarne Anna Meli di Cospe onlus, ong che assieme all'Osservatorio di Pavia ha curato il rapporto; Vittorio Di trapani, segretario dell'Usigrai; Giuseppina Paterniti, direttrice del Tg3; Ivana Tamai, dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
Dal rapporto emerge chiaro un dato: ci sono notizie che nei Tg italiani, erano e rimangono 'periferiche'. Sono quei luoghi e quei temi dimenticati o poco raccontati: povertà, conflitti endemici, epidemie, conflitti, terrorismo, relazioni internazionali e politica estera. «Abbiamo fortemente voluto questo studio perché lavorando nella comunicazione della cooperazione internazionale, ci siamo resi conto della difficoltà di far 'uscire' su tv e media generalisti certi temi, certi Paesi e contesti che sono a nostro parere fondamentali per capire e interpretare il mondo in cui viviamo. Non volevamo fermarci a una percezione, questo studio ci dà dei dati da cui partire e riflettere», ha osservato Anna Meli.
«Il rapporto è uno strumento indispensabile, lo diffonderemo in tutte le nostre redazioni e attraverso le formazioni professionali, perché sia elemento di studio e di riflessione. L'agenda delle notizie si può cambiare e influenzare, se alziamo lo sguardo», ha aggiunto Vittori di Trapani.
Lo studio, sostenuto anche dalla Fnsi e condotto da Paola Barretta e Giuseppe Milazzo, ricercatori dell'Osservatorio di Pavia, ha analizzato le edizioni del prime time delle sette reti generaliste: Tg1, Tg2, Tg3 per le reti Rai; Tg4, Tg5 e Studio Aperto per le reti Mediaset e il TgLa7 per La7 analizzando oltre 14.000 notizie.
«Il Tg3, con le finestre di approfondimento come Tg3 Mondo, i reportage andati nel corso delle edizioni del telegiornale delle 19 a dicembre sui conflitti dimenticati, gli approfondimenti sui paesi europei al voto di maggio, ha rilevato che l'attenzione c'è. E che va soltanto coltivata. Con coraggio e anche cercando forme nuove per arrivare alle persone. È una strada che perseguiamo con convinzione e che sono anche suffragate da buoni ascolti. La sensibilità a questi temi non può essere sporadica», ha spiegato Giuseppina Paterniti.
Secondo il rapporto, nel 2018, le notizie di esteri, con il 19% di attenzione, torna ai valori del triennio 2012-2014: 9721 notizie in un anno, con un calo di visibilità quasi del 30% rispetto al 2016 (e una media di 3,8 notizie a notiziario). Inoltre i racconti di guerre e conflitti appaiono ridotti: il 4% di attenzione, il dato più basso in 7 anni di monitoraggio (2012- 2018).
Povertà, conflitti endemici, epidemie, restano il fanalino di coda con l'1% di visibilità, qualificandosi come 'gli invisibili' della pagina estera. Pagina che, in senso stretto (conflitti, terrorismo, relazioni internazionali e politica estera) passa dal 9% degli anni 2012-2014, al 16% del 2015, e al 20% nel biennio 2016-2017, per poi diminuire in modo significativo nel corso 2018 con un'attenzione pari al 9% (sul complessivo dell'agenda dei telegiornali), e tornare in linea con le rilevazioni di 5 anni fa.
Il rapporto cita poi almeno un dato confortante: sempre di più nei servizi compaiono le opinioni della società civile, delle associazioni, delle ong, dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, impegnata nella divulgazione e conoscenza dei Paesi dove è presente. E la centralità di questa 'nuova' voce dalle periferie si accompagna alla copertura di alcuni temi, meno presenti negli anni precedenti, come ad esempio i diritti negati e gli effetti della crisi economica sulle persone comuni.
PER APPROFONDIRE
Il Rapporto 'Illuminare le periferie 2019' è disponibile a questo link.