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Associazioni 22 Nov 2010

“Giornalisti per le Marche” il programma unitario dei candidati marchigiani professionali e collaboratori per il XXVI Congresso Fnsi

Mai come oggi la libertà di informazione in Italia è a rischio. Conflitti di interesse, concentrazioni pubblicitarie, ricatti e dossier, strage di piccole testate, precarizzazione di giornalisti, declino qualitativo della Rai, inerzia del governo. Nel difficile panorama editoriale e occupazionale che vede una trasformazione complessiva della professione giornalistica, la lista Giornalisti per le Marche ritiene indispensabile che la Fnsi rafforzi il suo impegno, già avviato, per la tutela di tutti i giornalismi e soprattutto di tutti i giornalisti, in particolare dei free lance e di quanti - ormai la maggioranza - non riescono e probabilmente non riusciranno a raggiungere un contratto di lavoro.

Mai come oggi la libertà di informazione in Italia è a rischio. Conflitti di interesse, concentrazioni pubblicitarie, ricatti e dossier, strage di piccole testate, precarizzazione di giornalisti, declino qualitativo della Rai, inerzia del governo. Nel difficile panorama editoriale e occupazionale che vede una trasformazione complessiva della professione giornalistica, la lista Giornalisti per le Marche ritiene indispensabile che la Fnsi rafforzi il suo impegno, già avviato, per la tutela di tutti i giornalismi e soprattutto di tutti i giornalisti, in particolare dei free lance e di quanti - ormai la maggioranza - non riescono e probabilmente non riusciranno a raggiungere un contratto di lavoro.

Per rafforzare questo impegno il punto di partenza è il convinto mantenimento dell'unità sindacale della Fnsi, dalla quale passa il rafforzamento della stessa, sia all’interno della categoria, sia nel mondo della professione e dell’editoria. Gli esiti del contratto Fieg-Fnsi ribadiscono il giudizio positivo sulla maggioranza federale uscente, che va riconfermata a partire dai vertici nelle persone di Franco Siddi segretario e Roberto Natale presidente.
L'unità sindacale è quindi un valore da difendere per riproporre la centralità della Fnsi nella costruzione di un sistema dell'informazione più forte e credibile che tuteli sia la collettività sia i giornalisti, duramente colpiti dalla destrutturazione in atto. Difendere le redazioni, tutelare i precari, aumentare le retribuzioni, articolare un dibattito profondo e sincero all'interno della categoria, ma mantenendola sempre unita, è il miglior modo per assicurare un futuro sia al giornalismo italiano sia alla qualità democratica del Paese.
Il ruolo della Fnsi di  coordinamento degli enti di categoria deve quindi favorire da un lato meccanismi di crescita retributiva e di adeguato sostegno alle fasce più fragili della professione, dall’altro  un nuovo modello di welfare e un nuovo assetto previdenziale che passino attraverso un migliore integrazione fra gli enti previdenziali e assistenziali. In questo quadro di ampia e costruttiva dialettica interna non può mancare un leale rapporto con l'Ordine, per la cui riforma vanno coltivate le più ampie alleanze.
Per rafforzare il ruolo politico e funzionale della Fnsi occorre quindi una nuova struttura organizzativa federale che consenta di elaborare e fornire risposte veloci e servizi adeguati alle nuove esigenze dei colleghi e al mutamento del mercato del lavoro. Una nuova struttura che assuma come prioritaria una politica di oculata gestione delle risorse, anche con idonee modifiche statutarie. Sarebbe profondamente sbagliato se, nel quadro di generali sacrifici vissuti dalla professione e dalla maggior parte dei giornalisti, il sindacato non  facesse la sua parte per tagliare le spese non indispensabili trovando il necessario bilanciamento tra auspicabile snellezza  e concreta operatività.
Una saggia gestione dell’Inpgi, negli ultimi anni, ha permesso di contenere i danni della crisi e della ‘vacatio’ contrattuale. I rischi segnalati dai dati attuariali a partire dal 2027 suggeriscono però interventi equi e appropriati che mantengano l’Istituto in sicurezza e conservino le pensioni al riparo da scenari preoccupanti. I giornalisti hanno già dato il loro contributo con l'ultima riforma: nel caso si rendano necessari nuovi interventi, stavolta dovranno essere gli editori a sostenere gli oneri maggiori anche attraverso un aumento della propria aliquota.
La Casagit avvierà entro la primavera la riforma della cosiddetta Casagit 2, dopo i risultati non entusiasmanti dell'attuale formula. L’obiettivo è allargare la possibilità di iscrizione e rafforzare le coperture evitando però di dissanguare i colleghi.
Ragionamento a parte merita il Fondo complementare, per il quale va sostenuta, compatibilmente con l'evoluzione del quadro normativo, l'ipotizzata estensione del diritto di adesione ai giornalisti lavoratori autonomi e ai familiari degli iscritti.
I rapporti con la Fieg non sono facili: gli editori, usciti dal loro guscio solo per le battaglie libertarie necessarie  a proteggere anche i propri interessi, si sono per il resto arroccati su posizioni che rendono difficile il dialogo. Ma il confronto con la nostra controparte naturale resta  indispensabile: con la Fieg è ad esempio da rivedere il contributo per la formazione (0,30 per cento). In questo quadro è utile un rilancio della convenzione FNSI-Formedia, centro di formazione certificato organizzato dalla associazione di stampa della Basilicata.
C’è inoltre la delicatissima partita che si gioca nel servizio pubblico radiotelevisivo. La Fnsi ha sostenuto la forte iniziativa dell’Usigrai, che è arrivata, alcuni giorni fa, a sfiduciare il direttore generale della Rai, Mauro Masi. Occorre moltiplicare gli sforzi per una nuova legge di sistema che riequilibri le risorse pubblicitarie e permetta una reale libertà di esercizio della professione in un mercato editoriale sano.
Il successo nella mobilitazione contro il Ddl Alfano e le inaccettabili limitazioni al diritto di cronaca in esso contenute dimostrano come i giornalisti siano più forti quando riescono a costruire uno schieramento sociale ampio, capace di sostenere una vasta campagna d'opinione. Si tratta di consolidare questa esperienza e pensare ad iniziative che rendano strutturale questo sistema di alleanze sociali con la parte migliore del Paese.  Un osservatorio sulla deontologia professionale che veda insieme giornalisti, magistrati, docenti universitari e consumatori potrebbe rappresentare un altro importante passaggio  nella crescita della Federazione Nazionale della Stampa  e nella sua funzione di trasparente guida di un giornalismo immune da vizi corporativi. 
Solo una Fnsi più forte e dinamica potrà infatti ricercare soluzioni ai tanti problemi della categoria, a partire dal ricambio generazionale accelerato e dal diffuso precariato intellettuale che minaccia i più deboli: la solitudine e il fai-da-te raramente sono una risposta, ma il sindacato dei giornalisti ha da parte sua il dovere di ritrovare una più ampia capacità attrattiva. Anche questo sarà un compito della nuova dirigenza della Fnsi alla quale il Sigim offrirà il proprio contributo attraverso i suoi delegati al Congresso.

Maurizio Blasi, Giovanni Rossi, Piergiorgio Severini, Vincenzo Varagona, Raffaele Vitali candidati professionali

Giuseppe Bellini e Agnese Carnevali candidati collaboratori

delle liste "GIORNALISTI PER LE MARCHE" al XXVI Congresso della Fnsi

@fnsisocial

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