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Giornalismo e politica SpA. Un sodalizio canaglia

Ugo Degl'Innocenti

Prefazione di Sergio Rizzo

Disorientati, ansiosi, qualcuno molto vicino a una crisi di nervi. Così sono apparsi i giornalisti televisivi italiani durante lo spoglio delle schede elettorali delle elezioni 2013, mentre appariva evidente l’affermarsi del Movimento 5 Stelle. Presi alla sprovvista dal successo dell’ex comico Beppe Grillo, il quale snobba proprio loro, negandosi alle interviste e rivolgendosi ai suoi seguaci nelle piazze o tramite il web, molti giornalisti appaiono come cantori del potere, aedi dei partiti e quindi poco credibili a una generazione che di giornali e talk show se ne infischia. Perché? La spiegazione deve essere cercata nella storia del giornalismo italiano, da sempre avvinto come un’edera al potere. Da Giuseppe Mazzini a Benito Mussolini, da Eugenio Scalfari ad Augusto Minzolini, passando per Michele Santoro, Lilli Gruber e Giuliano Ferrara, professione giornalistica e carriere politiche spesso s’intrecciano, dando vita a un modello tutto italiano di giornalismo schierato, fatto di colpi bassi, duelli a fil di penna tra giornalisti di opposti schieramenti e di tecniche spietate. Come il “metodo Boffo”, attuato da Vittorio Feltri dalle colonne del Giornale per mettere alla gogna il direttore di Avvenire, reo di aver criticato alcuni comportamenti del Cavaliere.

“Dopo aver letto questo libro c’è da domandarsi se un’informazione tanto dipendente dal potere non abbia qualche responsabilità nella situazione che viviamo”, scrive Rizzo nella prefazione. E la categoria come reagisce a questa crisi della propria credibilità? Sembra danzare sul proprio Titanic: mentre cresce il numero di giornalisti, peggiorano le loro condizioni economiche e contrattuali, aumenta disoccupazione e precariato e, secondo gli ultimi dati Inpgi riportati nel libro, diminuiscono le contribuzioni per le pensioni di domani.

UGO DEGL’INNOCENTI - Giornalista professionista, ha iniziato la sua carriera a Roma come correttore di bozze di riviste specializzate. Alla fine degli anni Ottanta ha sviluppato una serie di pubblicazioni d’informazione locale in Maremma e ha collaborato per “la Repubblica” e per “Il Messaggero”. In seguito si è trasferito a Milano per i quotidiani del gruppo Class, “MF/Milano Finanza” e “ItaliaOggi”. Attualmente lavora nell’Ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio.

Prezzo al pubblico: 16 euro

Aracne Editrice