Dopo il confronto con i sindacati che ha portato allo sciopero di venerdì 6 novembre, e alla mancata uscita in edicola sabato, la proprietà del Giornale dell’Umbria ha deciso di bloccare la pubblicazione del quotidiano di domenica 8 novembre. Insorgono Asu, Cgil regionale e la Slc Cgil Umbria: “Valuteremo insieme ai legali se nella decisione assunta dall'editore ci siano profili di comportamento antisindacale”.
Dopo lo sciopero di venerdì 6 aprile, si inasprisce il
confronto che verte intorno alla delicata vicenda del Giornale dell’Umbria, da
qualche settimana ormai al centro delle attenzioni dei colleghi della regione e
non solo.
Lo sciopero, proclamato dopo l’incontro tra la proprietà, i giornalisti e i
sindacati, era stato il primo atto della protesta dei lavoratori, che avevano
chiesto ai sindacati di coinvolgere le istituzioni locali e regionali “per
porre con forza il problema della salvaguardia della testata, in edicola da 15
anni, e punto di riferimento del
pluralismo informativo della regione e dei posti di lavoro ad essa collegati”,
scriveva il Cdr nell’annunciare la giornata di mobilitazione, riservandosi
ulteriori azioni di lotta.
Sabato niente giornale in edicola, dunque, poi ancora uno strappo da parte
dell’editore, Giuseppe Incarnato, “che ha bloccato – scrivono Associazione
Stampa Umbra, Cgil e Slc Cgil regionali – nella serata del 7 novembre
l'edizione cartacea del giornale dell’8 novembre con una motivazione
pretestuosa ed irricevibile”.
I sindacati, stigmatizzando il comportamento dell'editore, hanno subito
annunciato che “alla luce di quanto accaduto e in riferimento alla situazione
di grave difficoltà occupazionale e professionale dei giornalisti e dei
poligrafici del Giornale dell’Umbria, Assostampa e Cgil valuteranno, insieme ai
propri legali, se nella decisione assunta dall'editore ci siano profili di
comportamento antisindacale, oltre a tutte le azioni necessarie alla tutela dei
lavoratori ed al mantenimento dei livelli occupazionali”.