Dopo l’annuncio della fusione tra Gruppo l’Espresso e Itedi, che si dovrebbe perfezionare nel primo trimestre del 2017, la Commissione regionale freelance dell’Assostampa Subalpina ha scritto una lettera ai direttori Mario Calabresi e Maurizio Molinari, ai Cdr di Repubblica, Stampa, Editoriale Repubblica-l’Espresso e Itedi, al presidente della Regione Piemonte e al sindaco di Torino per chiedere garanzie per la sorte dei collaboratori dei quotidiani Repubblica e La Stampa.
La Commissione regionale freelance dell’Assostampa Subalpina
ha scritto una lettera ai direttori di Repubblica e della Stampa, Mario
Calabresi e Maurizio Molinari, ai Cdr di Repubblica, Stampa, Editoriale
Repubblica-l’Espresso e Itedi, al presidente della Regione Piemonte, Sergio
Chiamparino, e al sindaco di Torino, Piero Fassino, per chiedere garanzie per
la sorte dei collaboratori dei quotidiani Repubblica e La Stampa, alla luce
dell’annunciata fusione tra Gruppo l’Espresso e Itedi che si dovrebbe
perfezionare nel primo trimestre del 2017.
“Sono oltre 150 i giornalisti freelance, collaboratori e precari, che lavorano
quotidianamente nella nostra Regione per i giornali Stampa e Repubblica. Si
tratta – si legge nella missiva – di giornalisti che non sono protetti da un
contratto, che guadagnano molto meno dei loro colleghi assunti, e che però
ricoprono ruoli strutturali nella realizzazione dei giornali. Intere sezioni, dallo
sport alla politica, dagli spettacoli all’economia, dalla sanità alla cronaca,
sono curate da collaboratori e freelance e senza il loro apporto numerose
pagine semplicemente non uscirebbero”.
In vista della fusione tra i due quotidiani, “bisognerà quindi – prosegue la
Commissione regionale – tenere conto di tutti: non solo dei problemi e del
futuro dei giornalisti assunti dalle due testate ma anche e soprattutto del
futuro, dell’occupazione e del reddito di collaboratori, freelance e precari.
In questa parte fondamentale ma molto spesso invisibile della forza lavoro
coinvolta nella realizzazione dei due giornali sono diffuse le preoccupazioni
legate a possibili effetti negativi causati dall’accorpamento delle due società
editrici e dalle eventuali razionalizzazioni”.
Per questo, l’auspicio dei rappresentati dei lavoratori autonomi della
Subalpina, è che “i vertici delle due aziende chiariscano al più presto quale
sia il destino delle redazioni locali esistenti in Piemonte e quali misure
abbiano intenzione di prendere per garantire un futuro professionale ai
collaboratori. La speranza è che la fusione si trasformi anzi in un’occasione
per riconoscere una volta per tutte all’intera platea dei giornalisti non
strutturati delle due tesate alcuni diritti fondamentali che oggi, purtroppo,
non sempre sono garantiti”.