Ora è ufficiale: anche il 2017 si è concluso con risultati positivi con rendimenti che ripropongono il Fondo Pensione Complementare dei giornalisti italiani ai vertici della classifica tra i fondi pensione negoziali simili per configurazione di portafoglio. Solo il comparto 'garantito' non è riuscito a superare il rendimento del Tfr: «Investire prevalentemente in titoli di Stato, come impone il mandato, spesso significa non avere remunerazione del capitale e quindi a fatica si riesce a conservare il capitale una volta pagati costi e tasse», spiega una nota del fondo.
Grazie al buon andamento dei mercati azionari, il 2017 ha invece premiato gli investimenti azionari presenti sia nel 'Prudente' sia nel'Mix', due prodotti destinati a chi ha più propensione al rischio e ha davanti a sé un periodo di tempo più lungo. Per entrambi i prodotti il distacco rispetto al rendimento del Tfr è significativo. In particolare è molto buono il risultato del 'Mix', che in due anni ha reso oltre il 10%.
«I risultati – commenta il presidente Enrico Castelli – confermano le linee strategiche individuate dalla Funzione Finanza tre anni fa e attentamente monitorate con il contributo di una società esterna di risk management. Quando un gestore non ha rispettato il mandato abbiamo provveduto a sostituirlo avendo sempre la preoccupazione di bilanciare rendimento e rischio per ottenerli. Il 2017 ha altresì confermato che in un’ottica di medio-lungo periodo, cioè quella dei più giovani tra gli iscritti, il Fondo diventa un prodotto sempre più interessante. Accantonare oggi una parte dello stipendio può aiutare a garantire una integrazione futura a pensioni destinate a diminuire».