“Accanto a molte analisi condivisibili, e a alcune proposte per orientare l’uscita dalla crisi dell’editoria verso una fase innovativa di sviluppo, ci sono nelle posizioni Fieg situazioni da chiarire e approcci e soluzioni differenti per alcune questioni relative all’intervento pubblico nel settore. La Giunta Esecutiva della Fnsi, riunita oggi a Roma, ritiene che non si possa liquidare il sistema dei contributi in essere, soprattutto con riferimento ai giornali politici, senza avere chiaro il quadro del sistema, la funzione e il lavoro dei giornalisti di questo genere di testate.
Tagliare i fondi ai giornali di partito, mentre ancora si deve discutere su come riqualificare e rendere più trasparente il finanziamento della politica, farebbe morire senza ragione testate significative del dibattito pubblico e perdere alcune centinaia di posti di lavoro. Il riordino deve essere di sistema. Non si deve precipitare nel calderone dell’indistinta antipolitica e l’informazione non può essere comunque l’agnello sacrificale. Ciascun editore, compresi i partiti, dovrà essere chiamato a fare la sua parte con chiarezza e responsabilità. I giornali di idee e cultura politica non sono espressioni meramente commerciali. La Giunta della Fnsi ribadisce la sua linea per la trasparenza dell’intervento pubblico, per il rigore e la lotta all’elusione delle regole e agli abusi, che anche grazie al suo impegno sta producendo correzioni e pulizia. Il nodo da sciogliere è quello di una vera riforma di sistema. La Fnsi accetta la sfida per lo sviluppo, l’innovazione e una politica industriale che assecondi le trasformazioni nel tempo dell’informazione digitale, evitando che testate significative siano costrette a chiudere per mancanza di ossigeno e di garanzie per il pluralismo. Da questo versante la Giunta della Fnsi rilancia alla Fieg un impegno di corresponsabilità per una innovazione che accetti con coraggio la sfida del cambiamento che non può produrre profitti dopo tre mesi, che non può essere governato solo guardando gli indici quotidiani di borsa ma dovrà essere frutto di un progetto di prospettiva misurabile in un arco di tempo ragionevole, non brevissimo. Agli editori la Fnsi chiede coraggio e fiducia nell’investimento sul patrimonio principale delle imprese di settore, che è costituito dai giornalisti. Dai colleghi titolari dei contenuti e dalle loro possibilità di lavoro corretto e qualificato (anche attraverso un’ azione comune per la formazione professionale) dipende la credibilità e il valore materiale delle testate, dei ‘marchi’ che propongono l’informazione su più piattaforme. In questo senso la ‘rivoluzione industriale’ che favorisca il pluralismo, con informazione di qualità – lanciata dal Presidente della Fieg Anselmi – deve diventare terreno di iniziativa degli editori e di lavoro comune per salvare e mettere in moto il sistema”.
SIDDI (FNSI), AZIENDE INVESTANO SU GIORNALISTI
''Gli editori devono investire sui giornalisti e non considerarli personale da precarizzare, ma professionisti da fidelizzare alle testate''. Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, a margine della presentazione dello studio 'La stampa in Italia 2009-2011', aggiungendo di aver ''apprezzato il riferimento del presidente Fieg, Giulio Anselmi, all'importanza del patrimonio umano''.
''Nel breve periodo la stabilizzazione costa - ha proseguito Siddi -, ma nel lungo periodo è un investimento perché la differenza è fatta dalla qualità dei giornalisti che garantiscono la forza del marchio''. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: SIDDI, CONTRO CRITICITA' EDITORI INVESTANO SU QUALITA'
'GIORNALISTI NON SONO UN COSTO MA GARANZIA IDENTITA' E VALORE 'MARCHIO'
Contro le "criticità" del settore che dalla fine del 2011 si evidenziano già nel 2012 e che si "riverberano sull'occupazione" gli editori raccolgano la sfida che consiste nella difesa del patrimonio di qualità dei prodotti sia su carta che sul web. E' l'invito che giunge dal segretario generale della Fnsi, Franco Siddi rispetto ai dati presentati nel rapporto Fieg su 'La stampa in Italia'.
L'analisi che emerge dallo studio, ha detto Siddi, "è condivisibile": riferendosi in particolare al fatto che, insieme ai segni della crisi emerge anche un radicamento forte delle testate giornalistiche anche su internet, il segretario della Fnsi ha invitato gli editori a "investire sui giornalisti senza considerarli più un costo o figure da precarizzare ma professionisti il cui impegno sempre piu' alto serve a fidelizzare gli utenti". Dunque secondo Siddi ora che sono "stabilizzati i costi del personale occorre nel lungo periodo investire perché è attraverso il giornalismo professionale che si garantisce l'identità e il valore del marchio" di una testata.
Riferendosi poi ai giornali di partito, il segretario generale della Federazione della stampa ha detto di non condividere l'analisi "tranchant" giunta dalla Fieg che auspica lo stop ai contributi pubblici: "in questo momento -ha detto- questo potrebbe significare la morte di alcune testate che contribuiscono al dibattito pubblico e si inserirebbe in un filone di 'antipolitica' tornato d'attualità". (ROMA, 18 APRILE -ADNKRONOS)
LE VENDITE DEI GIORNALI IN CALO MA NON I LETTORI
TIENE MEGLIO IL SETTORE DEI PERIODICI E BOOM DEL WEB
''Le vendite sono in calo, ma non la lettura: la crisi induce a rispariare sull'acquisto del giornale, ma la gente non rinuncia a leggerlo''. Lo sostiene il rapporto 'La stampa in Italia 2009-2011'. ''Le due ultime rilevazioni Audipress per il 2011 indicano un incremento dei lettori dei quotidiani dell'1,8% - prosegue il rapporto -. Si tratta di 24,2 milioni di persone, pari al 46,2% della popolazione adulta (14 anni e più).
Anche i periodici, in misura più esigua (+0,2%), hanno visto aumentare il loro lettorato salito a 32,5 milioni di persone, pari al 62,0% della popolazione adulta.
L'analisi disaggregata per regione delle vendite evidenzia una sorta di 'questione meridionale' - precisa ancora la Fieg -, in quanto ai livelli di vendite delle regioni del Nord (92 copie per mille abitanti) e del Centro (84 copie), corrispondono livelli particolarmente depressi nel Mezzogiorno (49 copie). Lo squilibrio può essere rappresentato anche confrontando abitanti e volumi di vendita. Le regioni settentrionali con il 45,8% della popolazione acquistano il 55,7 delle copie di quotidiani complessivamente vendute in Italia; quelle centrali, con il 19,7% della popolazione, ne acquistano il 21,9%; quelle meridionali, con il 34,5% della popolazione, ne acquistano il 22,4%. È un 'press divide' alla cui origine va individuata l'assenza nel tempo di politiche di incentivazione della lettura da condurre nelle scuole e nelle famiglie. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: FIEG, NEL 2011 NUOVI ELEMENTI CRITICITÀ
PROSPETTIVE PER IL 2012 NON APPAIONO MIGLIORI
Il declino dei ricavi, che era andato decelerando nel 2010 (-1,5%), dopo il forte arretramento del 2009 (-11,9%) - si legge ancora nel rapporto - ''ha purtroppo ripreso tono nel 2011 e le prospettive per il 2012 non appaiono migliori in rapporto ad una situazione complessiva del mercato pubblicitario che non sembra riprendersi e che, molto probabilmente, manterrà la tendenza regressiva manifestatasi nel precedente biennio''.
Nonostante il calo della diffusione (-2,6%), i ricavi della vendita delle copie hanno tenuto per gli aumenti dei prezzi intervenuti nel biennio 2010-2011. Nel 2011, il processo di riduzione dei costi ha incontrato resistenze sia nella ripresa del prezzo internazionale della carta, con costi di approvvigionamento aumentati dello 0,5%, sia nei costi per servizi in crescita dell'1,5%, sia nel costo del lavoro che ha mostrato una stabilità di fondo (-1,0%). Il margine operativo lordo delle aziende editrici di quotidiani, pur mantenendosi positivo, ha accusato una contrazione del 29,6%. In valori assoluti il mol, che era pari a 151 milioni di euro nel 2010, è sceso a 106 milioni, con una diminuzione di circa 44 milioni e un'incidenza sul fatturato editoriale passata dal 5,2 al 3,7%. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: RAPPORTO FIEG, BOOM LETTORI SU WEB, IN 3 ANNI +50%
''Internet si è rivelato una risorsa che ha contribuito ad allargare il pubblico dei lettori'', spiega la Federazione editori. Tra il 2009 e il 2011, il numero complessivo di utenti attivi sul web in un giorno medio è passato da 10,4 a 13,1 milioni, con un incremento del 26%: in parallelo, il numero degli utenti di siti web di quotidiani in un giorno medio è passato da 4 a 6 milioni, con un incremento del 50%. La percentuale di utenti di siti web di quotidiani sul totale dell'utenza nel giorno medio era del 38,3% nel 2009; nel 2011 è salita al 46,8% e, verosimilmente, quest'anno supererà la soglia del 50%.
Le rilevazioni Audiweb - prosegue il rapporto – sono confortate anche da quelle dell'Istat che, nel Report su 'Cittadini e nuove tecnologie' dello scorso dicembre, ha rilevato che tra le persone di 6 anni e più che hanno utilizzato internet nel 2011, il 51% lo ha fatto per leggere o
scaricare giornali e riviste. Nel 2010 erano il 44%. La lettura di giornali online è un'applicazione superata soltanto dalle comunicazioni di posta elettronica (80,7%) e dall'e-commerce (68,2%). (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: RAPPORTO FIEG, MIGLIOR TENUTA STAMPA PERIODICA
''Dopo il consistente calo del 2009, soprattutto evidente sul terreno pubblicitario (-29,1%), nel biennio successivo la stampa periodica ha dimostrato una maggiore capacità di tenuta riuscendo a circoscrivere il calo del fatturato editoriale, senza peraltro manifestare segnali di ripresa''. Lo si legge nel rapporto Fieg 'La stampa in Italia 2009-2011'.
Nel 2011, il fatturato dei periodici viene stimato in calo del 2,9%, con le due componenti, ricavi pubblicitari e da vendita, che retrocedono, rispettivamente, del 2,7% e del 3,0%.
Per quanto riguarda la pubblicità, il decremento è stato meno ampio di quello accusato dai quotidiani. Per quanto riguarda gli andamenti delle vendite, i dati sono allineati nell'indicare una flessione che, nel triennio 2009-2011, ha riguardato tanto i settimanali (-7,6%) quanto i mensili (- 18,0%). Il calo ha subito un'accelerazione nel 2011 per entrambe le periodicità: -6,3% per i settimanali (nel 2010 la flessione era stata dell'1,4%); -9,9% per i mensili (nel 2010, la flessione era stata del 9,0%). (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: RAPPORTO FIEG, CRESCE SQUILIBRIO PUBBLICITÀ
NEL 2011 OCCUPAZIONE GIÙ, GIORNALISTI -6,1%, POLIGRAFICI -3,7%
Il mercato pubblicitario ''resta fortemente squilibrato in favore del mezzo televisivo e la situazione dovrebbe aggravarsi nell'anno in corso, in quanto le previsioni indicano un ulteriore calo degli investimenti pubblicitari e a farne le spese saranno ancora una volta i mezzi stampati''. Lo si legge nel rapporto Fieg 'La stampa in Italia 2009-2011'.
Le tendenze in atto sono tutte di segno negativo. Nel 2011 - rileva la Fieg - i quotidiani a pagamento hanno subito una flessione del 6,2%; i quotidiani free addirittura del 22,4%; i periodici del 3,6%. In termini di incidenza, la stampa nel complesso ha subito un'ulteriore erosione della sua quota di mercato: dal 25,4 al 24,7%. La televisione, pur arretrando (-3,0% rispetto al 2010), ha visto la sua quota di mercato aumentare dal 53,7 al 53,9%. Internet ha continuato la sua corsa (+14,6%), con una quota di mercato salita dal 6,0 al 7,1%.
Nella struttura dei ricavi perdono di peso quelli pubblicitari scesi dal 48,9% del 2008 al 46,7% del 2010. Sono inoltre in diminuzione i ricavi da vendite in abbonamento, con una dinamica che nel 2010 (-5,9%) è stata maggiore dei ricavi complessivi (-4,5%). In calo anche i collaterali (-27,8% nel 2010), mentre sono in forte crescita i ricavi da attività online (38,8% nel 2010 e 32% nel 2011), anche se in valori assoluti l'incidenza sul fatturato è ancora limitata (1,4%).
L'occupazione poligrafica e quella giornalistica sono in forte flessione. Nel 2010 e nel 2011, i poligrafici sono diminuiti dell'8,2 e del 3,7%; i giornalisti del 4,4 e del 6,1%.
Nel 2011, i giornalisti occupati dei quotidiani sono diminuiti del 7,2% e quelli occupati nei periodici del 4,3%. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: ANSELMI, FONDI PUBBLICI A GIORNALI VERI
NON È PIÙ TEMPO DI INTERVENTI A PIOGGIA, ELIMINARE DISTORSIONI
''I giornali di partito non hanno titolo ai finanziamenti interni all'editoria avendo già i partiti accesso ai finanziamenti pubblici''. Lo ha detto il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, in occasione della presentazione dello studio 'La stampa in Italia 2009-2011', precisando che ''il criterio più rilevante è che i finanziamenti vengano erogati sulla base delle copie effettivamente vendute''.
''Gli editori italiani - ha proseguito - sanno che non è più tempo di interventi a pioggia e di distribuzione indiscriminata di risorse. Pubblicamente e ripetutamente si sono detti favorevoli a una ventata di moralizzazione e trasparenza.
Occorre indirizzare i contributi pubblici verso i giornali veri: per copie vendute e per numero di dipendenti con regolari contratti. Conseguentemente, nella determinazione dei contributi, dovrebbero essere eliminate le distorsioni, ad esempio quelle che si esprimo attraverso i 'giornali panini'''. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: ANSELMI, AZIENDE HANNO DIRITTO A TUTELA COPYRIGHT
PELUFFO, AUSPICO INTERVENTO POSITIVO AGCOM, POI PAROLA A GOVERNO
''Le aziende hanno diritto che la proprietà intellettuale sui prodotti venga garantita, perché si tratta uno strumento necessario per la loro sopravvivenza. È un problema tutto italiano non avere un quadro normativo di riferimento, in particolar modo in un momento di crisi del mercato''. Lo ha detto il presidente della Fieg e dell'ANSA, Giulio Anselmi, in occasione della presentazione dello studio 'La stampa in Italia 2009-2011'.
''Auspichiamo che l'Authority metta in pratica un'azione a tutela del copyright e che si arrivi ad un punto di caduta positivo'', ha replicato nel suo intervento il sottosegretario all'Editoria, Paolo Peluffo, riferendosi al regolamento che l'Agcom dovrebbe approvare prima della scadenza degli attuali componenti. ''Poi - ha proseguito - ragioneremo su quello che deve fare il governo e la sede per deciderlo è l'Agenda digitale. Gli editori devono però fare la loro parte nella difesa del diritto d'autore, promuovendo prodotti di qualità sul digitale a prezzi adeguati''. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: PELUFFO, IN 3 ANNI MORALIZZARE SISTEMA CONTRIBUTI
''Per quanto riguarda i contributi pubblici le risorse sono scarse. Abbiamo davanti un orizzonte di poco meno di tre anni per creare un nuovo sistema, che consenta di moralizzare i contributi. Ci sono soluzioni e proposte, compresa l'eliminazione all'origine di ogni distorsione del mercato. Dobbiamo comunque ricordare che i contributi servono al Paese per la tutela del pluralismo e sono in linea con le politiche Ue per la difesa della lingua italiana''. Lo ha detto il sottosegretario all'Editoria, Paolo Peluffo, in occasione della presentazione dello studio della Fieg 'La stampa in Italia 2009-2011'.
''La revisione del sistema dei contributi deve servire a selezionare le aziende meritevoli - ha aggiunto -. Abbiamo preso atto che il criterio delle copie stampate produce problemi.
Puntiamo poi a favorire il passaggio dei quotidiani cartacei all'on line. Su Internet ci sono diversi modelli produttivi e tutti devono essere possibili per venire incontro alle esigenze del mercato''. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: VITA (PD), FIEG CONTRADDITTORIA
''Il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, ha svolto un rapporto certamente interessante sullo stato dell'editoria. Non ha, purtroppo, evitato di incorrere in una contraddizione piuttosto rilevante: da una parte, lamentare la diminuzione delle vendite dei giornali e dall'altra auspicare l'abbattimento del fondo editoria. Quest'ultimo e' anche destinato ai giornali politici, ma è dedicato complessivamente alle testate cooperative e di movimenti di opinione che, per loro natura, non possono sottostare alle pure leggi del mercato dominato da grandi concentrazioni editoriali. Tra l'altro, molto spesso, i giornali politici hanno una storia e una consistenza di tutto riguardo''. Sono le osservazioni di Vincenzo Vita (Pd), vicepresidente della commissione Cultura del Senato. ''Siamo i primi a sostenere - e lo facciamo anche in un disegno di legge in corso di presentazione - criteri rigorosi e trasparenti per la gestione delle risorse pubbliche. Le vendite effettive e la quantità dei contratti lavoro - continua Vita in una nota - devono diventare punti di riferimento per la valutazione di coloro che hanno diritto del sostegno dello Stato. Anche vicende recenti hanno dimostrato patologie gravi da superare. E non vogliamo più che si ripetano ancora casi tanto sgradevoli. Per questo, proponiamo alla Fieg un confronto su tali temi, emersi tra l'altro nel corso di una utile audizione proprio oggi a al Senato del sottosegretario Peluffo. E' bene, insomma, non fare di tutta l'erba un fascio e tutelare l'occupazione di chi lavora nelle redazioni che stanno attraversando momenti gravi di difficoltà. Già alcune testate hanno chiuso. Si deve evitare che la riforma avvenga in un cimitero''. (ROMA, 18 APRILE - ANSA)
EDITORIA: IACOPINO (ODG), NEL 2011 ROTTAMATI 637 GIORNALISTI
"Sono grato alla Federazione degli editori e al suo presidente Giulio Anselmi. Grazie al loro annuale rapporto siamo in grado, oggi, di sapere che nel 2011 sono stati in vario modo rottamati 637 giornalisti (469 dei quotidiani, 124 dei settimanali e 44 delle agenzie). In verità qualcuno in più ha dovuto lasciare il lavoro, perché queste cifre si riferiscono alla riduzione degli organici all'interno dei quali, è doveroso ammetterlo, c'è stato qualche marginale innesto". Lo dice il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, che aggiunge: "Questa operazione ha consentito agli editori di ottenere utili di esercizio per 30.000.0000 (trenta milioni) di euro. E' apprezzabile la richiesta di Anselmi che i contributi pubblici vengano assegnati in base alle 'copie vendute e al numero di dipendenti con regolari contratti'. C'è solo da chiarire un particolare. Sono regolari i contratti che prevedono che i collaboratori vengano pagati con spiccioli di euro? Formalmente lo saranno pure. Ma ci sarà qualcuno, a Roma e non a Berlino, capace di valutare il potere del ricatto che gli editori hanno con il sistematico o prendere o lasciare collaborazioni da fame? Spero di sì". (ROMA, 18 APRILE - AGI)