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Vertenze 27 Ott 2015

Crisi de ‘Il Velino’, proclamati 3 giorni di sciopero. La solidarietà di Stampa Romana

Alla fine di una lunga trattativa, l'Editrice Agvnews Srl ha respinto ieri ogni possibilità di accordo sul rinnovo del contratto di solidarietà ai giornalisti dell’agenzia, annunciando invece l'attivazione unilaterale della cassa integrazione dal primo novembre. Immediata la dura reazione del Cdr e dell’assemblea dei giornalisti, che hanno proclamato tre giornate di sciopero. E immediata la solidarietà di Stampa Romana, che lancia un appello al presidenza del Consiglio e al sottosegretario Lotti.

Alla fine di una lunga trattativa, l'Editrice Agvnews Srl ha respinto ieri ogni possibilità di accordo sul rinnovo del contratto di solidarietà ai giornalisti dell’agenzia, annunciando invece l'attivazione unilaterale della cassa integrazione dal primo novembre. Immediata la dura reazione del Cdr e dell’assemblea dei giornalisti, che hanno proclamato tre giornate di sciopero. E immediata la solidarietà di Stampa Romana, che lancia un appello al presidenza del Consiglio e al sottosegretario Lotti.

Il Cdr e l'assemblea dei giornalisti del Velino “condannano l'atteggiamento dell'azienda Editrice Agvnews Srl che, alla fine di una lunga trattativa, ha respinto ieri ogni possibilità di accordo sul rinnovo del contratto di solidarietà, annunciando l'attivazione unilaterale della cassa integrazione dal primo novembre”, come si legge in una nota diramata dai giornalisti dell’agenzia.
“I giornalisti del Velino – prosegue il documento – fronteggiano ormai da quattro anni un contratto di solidarietà che ha toccato punte del 45 per cento. Una solidarietà che ha depauperato le loro professionalità, minato l'organizzazione e la qualità del lavoro quotidiano, oltre a gravare in maniera importante sugli stipendi. Il tutto in assenza di un vero piano di rilancio e con un editore che nell’azienda di cui è di fatto socio di maggioranza riveste, oltre al ruolo di consigliere, di amministratore delegato e di presidente del consiglio di amministrazione, anche la carica di direttore responsabile, pur non avendo mai contatti con la redazione e vivendo negli Stati Uniti da parecchi mesi. Una carica che ovviamente ha un costo che, oltre a interessare i conti dell’azienda, impatta anche sulle casse dell’istituto di previdenza”. 
“L'editore si è inoltre reso responsabile di gravi mancanze sotto il profilo gestionale – scrivono ancora Cdr e assemblea dei giornalisti – essendo moroso nel versamento del Tfr dei giornalisti al fondo di previdenza complementare. Una situazione, quella del Velino, resa ancora più grave in presenza del piano del governo di riorganizzazione delle agenzie di stampa, fronteggiato dall'editore solo con l'arma del ricorso al Tar, senza strategie né investimenti. Il futuro dell’agenzia resta quindi appeso a uno strumento giuridico che, se non sortisse effetto, porterebbe alla mobilità come ha preannunciato ieri il direttore finanziario dell’agenzia che ha gestito tutta la trattativa. E ieri l'epilogo: di fronte alla proposta di un rinnovo del contratto di solidarietà a una percentuale ‘limata’ che consenta una miglior organizzazione del lavoro e mandi un segnale di buona volontà alla redazione, molto preoccupata per il futuro dell'agenzia, l'azienda ha detto no, annunciando l'attivazione della Cigs dal primo novembre al 40 per cento”. 
“L'assemblea del Velino – conclude quindi la nota – farà di tutto per tutelare il proprio lavoro, mettendo in campo tutte le soluzioni possibili. A partire dallo sciopero di tre giorni a far data da domani, mercoledì 28 ottobre 2015”.
Al fianco dei giornalisti del Velino si schiera subito l’Associazione stampa Romana, che “esprime solidarietà alla redazione e al comitato di redazione in lotta per la difesa di salari e dignità professionale” e chiede “alla Presidenza del consiglio di non dimenticare la promessa fatta alla FNSI quando è stato lanciata la ristrutturazione delle agenzie primarie”. 
“Il riordino del settore – conclude Stampa Romana – non deve passare dalla tagliola degli esuberi. In questo senso chiediamo che il sottosegretario Lotti eserciti la sua moral suasion nei confronti delle aziende, come il Velino, che non sono ancora in regola e che neanche sfiorano la soglia di 50 articoli 1 a tempo indeterminato”.

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