Google ha concordato di pagare oltre 30 milioni di dollari australiani (19 milioni di euro) l'anno, per l'uso del contenuto di news di Nine Entertainment Co, uno dei maggiori gruppi di media australiani, che comprende il Canale Tv 9 e i quotidiani Sydney Morning Herald, The Age di Melbourne e Australian Financial Review. Lo riferisce lo stesso Sydney Morning Herald, citando «fonti del settore a conoscenza dei colloqui», secondo cui Nine ha appena firmato una lettera di intenti con Google per un accordo di tale ammontare annuale per cinque anni. Un accordo commerciale finale andrà alla firma entro due settimane.
L'accordo riguarda i contenuti tratti da giornali, Tv, radio e risorse digitali, e assicurerà sostegno alle testate della società. Consentirà anche a Google di far fronte, limitando i danni, all'imminente introduzione di un codice di condotta vincolante che il governo conservatore sta per presentare in Parlamento con il sostegno dell'opposizione laburista e dei Verdi. Il codice prevede che Facebook e Google debbano concordare con gli editori australiani indennizzi per la condivisione dei loro contenuti.
Nine è la più grande società di informazione australiana a firmare una lettera di intenti con Google ma, secondo fonti del settore, stanno per fare altrettanto Guardian Australia e l'emittente pubblica nazionale Abc, mentre proseguono i colloqui con il gruppo di Rupert Murdoch News Limited, che comprende The Australian e popolari tabloid a Sydney e a Melbourne oltre a vari giornali locali.
Il ministro del Tesoro Josh Frydenberg ha espresso ottimismo, osservando che «gli occhi del mondo» sono puntati sull'esito delle riforme australiane. «Credo che sia i proprietari dei media, sia i giganti digitali, riconoscono che abbiamo trovato una soluzione qui in Australia, qualcosa che possiamo mandare avanti, che può assicurare una stabilità per il futuro dei media e che vedrà i giornalisti continuare ed essere ricompensati per la creazione di contenuti originali», ha aggiunto.
Il codice obbligatorio di condotta, formulato dall'ente di vigilanza Australian Competition and Consumer Commission (Accc), prevede trattative tra Facebook e Google e le compagnie australiane dei media per concordare il pagamento stesso, con penali fino a 10 milioni di dollari se non rispetteranno gli accordi. Facebook e Google hanno dapprima respinto con forza l'idea di un codice di condotta, minacciando di bandire le notizie australiane dalle loro piattaforme, ma hanno poi acconsentito a negoziare.
In Australia, come in altri Paesi, decine di giornali sono stati chiusi e centinaia di giornalisti licenziati ma il governo ha fatto propria la battaglia per evitare che i giganti di internet divorino gli introiti pubblicitari a spese del mondo dell'informazione. (Ansa)