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Bruno Squarcia Cronista da marciapiede

Raffaele Vitali

Bruno non conosce il riposo, non sa cosa sia il silenzio. Bruno indaga, chiede, osserva, verifica e alla fine scrive. Bruno aveva 14 anni quando si trovò a seguire la prima corsa ciclistica, primo articolo di una lunga storia d'amore tra lui e la carta stampata. Oggi, a 98, non si ferma. Ha fame di notizie, le cerca, le approfondisce, ma soprattutto le racconta. "Il giornalista deve stare in mezzo alla gente, deve camminare per strada; il giornalista, per potersi definire tale, deve stare sul marciapiede. E io lo faccio da 80 anni". Perché la professione, racconta il protagonista nel libro dialogando con l'amico collega Raffaele, è una cosa seria. Non si può lavorare stando fermi davanti a un computer. Non secondo Bruno, questo piccolo uomo che sogna in grande. Da sempre, forse ancora prima di nascere: "Padre giornalista, fratelli giornalisti, la notizia mi scorre nel sangue". Da un secolo. Da quando si dettavano i pezzi al telefono, da quando Badoglio passeggiava per Ascoli Piceno e le case chiuse erano ancora aperte. "Da sempre e per sempre - conclude Bruno - io sono il cronista da marciapiede".

BRUNO SQUARCIA è nato a Santa Vittoria in Matenano nel 1915. Figlio di uno dei primi giornalisti professionisti delle Marche, Giuseppe Secondo, Bruno è cresciuto tra macchine da scrivere e giri di nera. I primi passi li ha mossi grazie al padre al Giornale d'Italia. Due i grandi amori editoriali: Il Tempo e Il Resto del Carlino. Il quotidiano romano è stata la sua vera palestra, quello emiliano l'ufficio dove sentirsi giovane e poter continuare a scrivere e cercare notizie. In mezzo, La Gazzetta dello Sport e un passaggio al Messaggero. Appassionato di cronaca locale, Bruno Squarcia venne definito 'cronista da marciapiede' per la sua capacità di raccogliere informazioni da trasformare in notizie partendo da un semplice incontro per strada. Dall'età di 14 anni, quando scrisse il primo articolo, ai 98 compiuti, Bruno Squarcia non si è mai fermato forte dell'ironico detto: 'meglio fare il giornalista che lavorare'.

RAFFAELE VITALI è nato a Urbino nel 1977. Giornalista professionista, si è formato tra le redazioni del Manifesto e del Sole 240re prima di approdare al Resto del Carlino. Dalla redazione di Bologna, città in cui si è laureato in Storia contemporanea, a quella di Ascoli Piceno dove ha conosciuto e lavorato con Bruno Squarcia. Pallacanestro e politica estera le sue passioni prima di scoprire, insieme a Bruno, la cronaca locale che da anni approfondisce utilizzando le nuove tecnologie, dai social network ai siti di informazione online.

€ 15,00

D'auria Editrice