"L'abbiamo detto più volte e lo ribadiamo: alle elezioni per il Fondo Complementare è meglio non votare. Inutile avallare con il proprio voto una procedura che mira soltanto a rimuovere qualunque fastidiosa interferenza di dissidenti che cercano di democratizzare un sindacato ormai allo sbando.
La vicenda della vacanza contrattuale che gli editori non pagano più da gennaio spiega molte cose. La FNSI si è guardata bene dal denunciare un atteggiamento illegale da parte della FIEG. C'è voluta la puntigliosità di Giorgia Cardini, di Senza Bavaglio e membro del Comitato di Redazione dell'Adige, per smascherare un comportamento degli editori irresponsabile e ambiguo che mina gli stessi rapporti sindacali. Che farà ora la FNSI, costretta da noi a uscire da un imbarazzato silenzio durato un mese? Come riuscirà a far recedere gli editori e obbligarli a pagare l'indennità di vacanza contrattuale prevista dalla legge? Il sindacato sta soffocando per una semplice ragione: manca la democrazia interna. Invece di far emergere le forze nuove, i giovani che potrebbero portare ventate moderne di idee e di entusiasmo, lascia che i vecchi sindacalisti, che non scrivono un articolo da decenni, che ormai non sono in grado di fare un titolo o un catenaccio, rimangano inchiodati saldamente alle loro poltrone. Lontani mille miglia dai problemi reali delle redazioni. La maggior parte delle associazioni regionali di stampa, specie quelle più piccole, sono rette con sconsiderate manovre di tessere. Il loro peso specifico all'interno della FNSI è enorme. Il caso di Paolo Francesconi in Veneto è lampante: membro del CDR del Gazzettino, del Consiglio regionale del Veneto, forse anche della Giunta, del Consiglio Nazionale FNSI, e ora eletto in Consiglio Generale dell'INPGI. Nulla di personale contro di lui, ma mostra come un sindacato non sia in grado neppure di pensare alla necessità di un ricambio. Per quel che riguarda il Fondo Complementare, organizzando tutto alla chetichella, i cari dirigenti sindacali si sono organizzati una bella lista unica, impedendo di fatto alle minoranze di presentare propri candidati. E chi sono i nomi della compagine bulgara? Sempre gli stessi. I soliti noti. Pensate a Giovanni Rossi da decenni membro di Giunta o della segreteria della FNSI. Inamovibile come la statua di Lenin dal mausoleo della Piazza Rossa. L'uomo che in Emilia Romagna non ha mai cambiato lo statuto regionale rigorosamente maggioritario (e quindi illegale), per mantenere sempre e perennemente il controllo della situazione, in barba a tutte le riforme proporzionali, chieste e negli anni ottenute dai giornalisti. Tra i nomi della lista bulgara compaiono le inossidabili Maria Grazia Molinari e Marina Cosi. E poi ci si chiede perché fimeremo un cattivo contratto? I colleghi non credono più in questo sindacato che noi di Senza Bavaglio vogliamo riformare profondamente, rivoltare come un calzino. Solo allora si potrà ricominciare a sperare. Per questo vi chiediamo, colleghi, di mandare un segnale forte: NON VOTATE PER IL FONDO COMPLEMENTARE. Lasciamoli soli. Massimo Alberizzi Consigliere Nazionale FNSI Senza Bavaglio