Parte da Padova la campagna nazionale per contrastare l'aggressione al diritto di cronaca nelle sue molteplici forme, a volte persino brutali: dalle perquisizioni, alle querele, alle intimidazioni, allo scontro fisico. Sul tavolo gli strumenti da porre in campo per difendere nei fatti il segreto professionale, imprescindibile garanzia per esercitare appieno il ruolo di cronista al servizio di un'informazione libera e di qualità.
«Nello spirito dell'articolo 21 della Costituzione, siamo pronti a costituire un gruppo di lavoro formato da giornalisti, giuristi e avvocati per rendere più efficaci le norme a tutela del segreto professionale». È la proposta operativa lanciata con forza dal presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti e da Carlo Verna, presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, nel corso della partecipata assemblea sul diritto di cronaca, organizzata da Ordine e Sindacato dei giornalisti del Veneto dopo i ripetuti episodi di perquisizioni e sequestri di strumenti di lavoro a danno di cronisti con l'unico obiettivo di arrivare alle loro fonti, minando un elemento strutturale della professione.
Esperienze pesantissime, anche sul piano umano, che sono state testimoniate dalle colleghe Cristina Genesin (Mattino di Padova), Tiziana Simula (Nuova Sardegna), Rosaria Federico (Città di Salerno). Esperienze che si intrecciano a episodi inquietanti, come i cinque colpi di pistola sparati contro la casa di Ario Gervasutti, caporedattore del Gazzettino che ha pure portato il proprio contributo.
Alla discussione, coordinata da Monica Andolfatto (segretaria Sgv) e Gianluca Amadori (presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto), che hanno ribadito la piena e concreta unità della categoria su temi che non riguardano solo la libertà dei giornalisti nell'esercizio del diritto/dovere di cronaca, ma anche la tutela dell'informazione come bene comune per i cittadini.
Proprio per questo va articolata una proposta coerente e solida da presentare al governo (ha purtroppo dato forfait all'ultimo Vito Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, delegato all'Editoria) e alle forze politiche che, nel Parlamento, hanno la responsabilità di legiferare. Preziosissimi, infine, i contributi degli avvocati Caterina Malavenda, specializzata in diritto del lavoro e dell'informazione, e Salvatore Sica, vicepresidente della scuola superiore dell'Avvocatura e componente del consiglio nazionale forense, cui si è affiancata la riflessione di Caterina Zambotto, presidente della Giunta veneta dell'Associazione nazionale magistrati.