È iniziata nell'aula bunker di Rebibbia la prima udienza del processo di secondo grado al 'Mondo di mezzo', procedimento a carico di 43 imputati per 19 dei quali la Procura di Roma contesta l'associazione di stampo mafioso, accusa non riconosciuta nel processo di primo grado. E con il processo sono ricominciate le offese al giornalista Lirio Abbate da parte del difensore di Massimo Carminati, Giosuè Naso. Il legale ha definito il procedimento come «un processetto mediaticamente costruito per condizionare i giudici anche con le inchieste del giornalista Lirio Abbate, che io ho ribattezzato Delirio Abbate, noto per essere funzionale a diverse Procure».
Parole che il sindacato dei giornalisti reputa inaccettabili. «Il diritto di difesa e le strategie difensive non possono mai scadere nell'offesa personale. Sono per questo da condannare le parole con cui l'avvocato Bruno Giosuè Naso, difensore di Massimo Carminati nel processo d'appello al 'Mondo di mezzo', ha insultato in aula il collega Lirio Abbate, autore di numerose inchieste sulla vicenda», commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Non è accettabile – proseguono i vertici della Fnsi – che un legale, pur nell'esercizio della sua funzione, tenti di delegittimare il lavoro dei giornalisti e degli inquirenti, ricorrendo ad espressioni che, a nostro giudizio, mal si conciliano con i doveri propri dell'avvocatura. Per questo va ribadita la solidarietà al collega Lirio Abbate e a tutti i colleghi che, con le loro inchieste e incuranti di pressioni e intimidazioni subite da più parti, hanno contributo a portare alla luce situazioni e traffici sulla cui liceità dovrà pronunciarsi la magistratura».