La Corte costituzionale turca ha ordinato il rilascio dell'economista e giornalista Mehmet Altan e dell'editorialista del quotidiano Zaman Sahin Alpay. Con un voto a maggioranza, i giudici hanno stabilito che i motivi alla base della loro detenzione preventiva sono incostituzionali.
In seguito al pronunciamento, e in attesa di leggere la sentenza, l'avvocato di Alpay, Veysel Ok, ha espresso l'augurio che «questa decisione possa allargare le maglie della libertà di espressione e di opinione in Turchia; anche perché si tratta della prima istanza accolta dopo il golpe del 15 luglio 2016 e per questo può stabilire un precedente».
Sahin Alpay è in carcere dal 27 luglio 2016. Mehmet Altan è stato arrestato il 22 settembre 2016. Entrambi sono sotto processo – insieme con altri giornalisti, intellettuali e scrittori fra cui anche il fratello di Mehmet Altan, Ahmet – con l'accusa di terrorismo per aver sostenuto l'organizzazione Feto, legata a Fethullah Gulen e accusata da Ankara di aver orchestrato il colpo di Stato poi fallito.
Gli imputati hanno sempre rigettato tutte le accuse, rivendicando la propria innocenza e il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero e le proprie critiche. Lo scorso 12 dicembre, al termine dell'ultima udienza del processo a carico di Ahmet Altan e Mehmet Altan, la procura di Istanbul ha chiesto per i due fratelli la condanna all'ergastolo, aggiornando il procedimento al prossimo 12 febbraio.
Al fianco dei giornalisti turchi finiti alla sbarra si sono da subito schierate numerose associazioni per i diritti umani e per la libertà di stampa di tutto il mondo. Il 18 giugno 2017, fuori dal tribunale di Caglayan, a Istanbul, in rappresentanza della Federazione internazionale dei giornalisti era presente anche la Fnsi con il segretario generale Raffaele Lorusso.