«Impedire a un giornalista di accedere ad un evento pubblico, per conto del suo giornale, adducendo 'ragioni personali', non è accettabile e neanche ammissibile. Tanto più se il diniego viene opposto da chi guida un movimento politico che aspira ad assumere la guida del governo del Paese». Federazione nazionale della Stampa italiana, Ordine nazionale dei giornalisti, Associazione stampa Subalpina e Ordine dei giornalisti del Piemonte commentano così la decisione dell'associazione Gianroberto Casaleggio, presieduta da Davide Casaleggio, di negare l'accesso alla manifestazione Sum#02 a Jacopo Iacoboni, giornalista della Stampa di Torino, facendo chiaro riferimento ad articoli scritti in passato.
Una decisione, incalzano i rappresentanti dei giornalisti, che «rappresenta una grave discriminazione, oltre che un chiaro tentativo di negare il diritto di cronaca. Si tratta di episodi sempre più diffusi, e per questo da condannare e respingere da qualsiasi parte provengano. È altresì auspicabile – concludono Fnsi, Assostampa e Ordine – che a certi atteggiamenti prevaricatori i giornalisti reagiscano tutti insieme prendendo l'abitudine di abbandonare i luoghi e gli eventi in cui vengano messi in atto comportamenti volti a discriminare i colleghi».
PER APPROFONDIRE
Di seguito il comunicato della direzione della Stampa
Al nostro giornalista Jacopo Iacoboni è stato negato l'ingresso all'evento Sum#02, organizzato a Ivrea dall'associazione Gianroberto Casaleggio, presieduta dal figlio Davide. Un divieto motivato non dalla mancanza di accredito giornalistico, ma «per ragioni personali», come comunicato dall'ufficio stampa del Movimento 5 Stelle facendo riferimento ad articoli scritti da Iacoboni. È inaccettabile che a un giornalista, e alla testata che rappresenta, venga impedito di fare il proprio lavoro perché si dissente da ciò che ha scritto. Ed è incomprensibile che ciò avvenga ad opera di una forza politica impegnata nella formazione del prossimo governo e che si fa interprete della necessità del dialogo in una fase politica tanto delicata. Chi lavora per guidare il Paese non deve temere opinioni dissenzienti, anche le più urticanti: è qui che si misura la maturità di un movimento politico.