Dopo mesi di trattative tra azienda e giornalisti sull'ipotesi di solidarietà per i redattori del Giornale, l'editore ha deciso unilateralmente e a sorpresa di chiudere la redazione di Roma del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti dal prossimo 30 aprile. All'annuncio, dato oggi ai lavoratori, il Comitato di redazione e la Rappresentanza sindacale unitaria hanno risposto proclamando una giornata di sciopero immediato.
Al loro fianco la Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni regionali di Stampa che, in una nota, ribadiscono «la ferma contrarietà a questo tipo di politiche miopi che pretendono di far quadrare i conti sulla pelle dei lavoratori». Per di più, incalza il sindacato, «come rileva il Cdr, la decisione di chiudere la redazione romana si configura come 'una rappresaglia di un management poco abituato a relazioni industriali collaborative' e rischia di relegare il quotidiano fondato da Indro Montanelli a un ruolo marginale nel panorama dell'editoria italiana, mortificando la professionalità di chi vi lavora. La Fnsi e le Associazioni regionali di Stampa sono accanto ai colleghi del Giornale e sono pronte ad affiancarli in ogni iniziativa che decideranno di mettere in campo per tutelare i posti di lavoro e il futuro del quotidiano».
PER APPROFONDIRE
Di seguito il comunicato delle rappresentanze sindacali di giornalisti e poligrafici.
Il Comitato di redazione (Cdr) e la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) del Giornale hanno proclamato per oggi una giornata di sciopero per protestare contro la decisione unilaterale della Società europea di edizioni, comunicata oggi, di chiudere a partire dal 30 aprile prossimo la redazione romana della testata. Le rappresentanze sindacali, afferma una nota, «deprecano e respingono la decisione, arrivata dopo mesi di trattative sulla riduzione del costo del lavoro giornalistico, durante le quali i dipendenti del quotidiano fondato da Indro Montanelli hanno dimostrato la massima disponibilità. Ai dipendenti poligrafici una ipotesi analoga era stata semplicemente ventilata e mai neppure formalizzata. Oggi l'azienda, con un vero e proprio ricatto, mette diciannove lavoratori e le loro famiglie davanti alla scelta secca tra le dimissioni e il trasferimento coatto da Roma a Milano. La chiusura della redazione del giornale si configura come una rappresaglia di un management poco abituato a relazioni industriali collaborative. La soppressione della redazione romana rappresenta la perdita di un punto riferimento culturale e politico e segna il tramonto di una lunga stagione editoriale. La scelta non porta alcun beneficio economico ai conti del quotidiano, anzi rischia di relegarlo ad un ruolo di foglio senza più ambizioni nazionali. La redazione di Roma è sempre venuta incontro alle esigenze economiche e strutturali de Il Giornale, con un progetto riuscito di integrazione sul lavoro di desk tra Roma e Milano». (Agi)
Editoria: Cdr Tg5, solidarietà ai colleghi del Giornale
Il comitato di redazione del Tg5 esprime «massima solidarietà ai colleghi de Il Giornale che hanno proclamato per oggi una giornata di sciopero per protestare contro la decisione unilaterale della Società europea di edizioni - comunicata ieri - di chiudere a partire dal 30 aprile prossimo la redazione romana della testata. La soppressione della redazione romana de Il Giornale - si legge in una nota - rappresenta la perdita di un punto riferimento culturale e politico e un grave danno per i giornalisti e per i lavoratori de Il Giornale e le loro famiglie». (Ansa - Roma, 20 marzo 2019)