«L'allontanamento dei cronisti parlamentari è un atto di inaudita gravità perché rappresenta un chiaro tentativo di impedire loro di esercitare quel sacrosanto diritto di cronaca necessario per assicurare ai cittadini un'informazione corretta e di qualità. È un ulteriore segnale del pessimo clima che si sta cercando di creare nel Paese nei confronti di chi fa informazione, come dimostrano i ripetuti episodi di minacce, intimidazioni, perquisizioni, querele e richieste di risarcimento danni fondate sul nulla, non ultima quella annunciata dalla Fondazione Eyu nei confronti del collega Giuseppe Falci per un articolo pubblicato sul Corriere della Sera».
ll segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, commentano così quanto accaduto questa mattina a Montecitorio, dove i giornalisti delle agenzie di stampa e quelli delle radio sono stati allontanati dai corridoi e locali antistanti le commissioni parlamentari, proprio nel giorno dell'insediamento e delle elezioni di presidenti e uffici di presidenza. Unici ammessi, i telecineoperatori, ai quali è stato consentito di riprendere la seduta delle commissioni ad inizio lavori.
Sull'episodio, dopo le proteste dell'Associazione stampa parlamentare è intervenuto il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha chiesto agli uffici un'informativa sull'accaduto. «L'impegno della presidenza sarà improntato alla massima trasparenza. Nei prossimi giorni sarà aperto un tavolo con l'Associazione stampa parlamentare, con l'intento di far sì che gli spazi di Montecitorio siano accessibili il più possibile alla stampa», si legge in una nota della presidenza della Camera.
Nota accolta con soddisfazione dall'Associazione stampa parlamentare che, nel prendere atto dell'impegno manifestato dal presidente Fico, ha ribadito che «abitualmente i giornalisti iscritti alla Stampa parlamentare e quelli quotidianamente accreditati seguono i lavori delle commissioni sostando negli spazi ad esse attigui. Una consuetudine che rientra nel più generale diritto di accesso ai palazzi del Parlamento, limitato solo in alcuni, specifici casi». Per questo, l'Associazione stampa parlamentare «intende riaffermare e difendere le prerogative dei giornalisti riconosciute e rispettate nelle scorse legislature, in spirito di piena collaborazione con i vertici della Camera».
Episodi come quello di oggi si erano già verificati all'avvio della nuova legislatura, sia durante la registrazione dei deputati, con i giornalisti tenuti a distanza addirittura ricorrendo a cordoni rossi – poi rimossi dietro la protesta dell'Asp – sia in occasione dei diversi vertici che si sono succeduti durante la difficile partita sulla formazione del governo.