«La Rai di oggi è la rappresentazione plastica dello stallo politico che diventa stallo aziendale. Dopo la Commissione parlamentare di Vigilanza tenuta in ostaggio da mesi dalla maggioranza di governo, ora tocca alla Rai. Il Cda viene rimandato perché manca l'accordo politico sulle nomine di tre direzioni di testata che restano, così, ad interim». Lo afferma l'Esecutivo Usigrai in una nota pubblicata martedì 25 febbraio 2025 anche sul proprio sito web.
Incalzano i giornalisti del servizio pubblico: «Un Cda, peraltro, presieduto da un presidente anziano, privo, quindi, della legittimazione di garanzia richiesta dalla legge attraverso il voto favorevole di due terzi della Commissione di vigilanza. Nel frattempo, decine di colleghi escono dall'azienda con gli esodi incentivati senza che il vertice aziendale si degni di rispondere al sindacato su come intenda procedere alle sostituzioni nelle testate nazionali e come intenda tenere fede agli accordi sindacali firmati meno di 3 anni fa che fissano numeri ben precisi di organico per ogni redazione regionale».
L'Usigrai rileva quindi che «l'amministratore delegato in 5 mesi di mandato non ha ancora ritenuto di incontrare il sindacato delle giornaliste e dei giornalisti Rai. Così come non ha mai risposto alla convocazione della Commissione di vigilanza. Evidentemente perché non ha risposte da dare. Se questo Cda non è in grado di far procedere la Rai - concludono i rappresentanti sindacali - allora faccia un passo indietro».