«Prendiamo atto del rinvio e ci auguriamo che queste due settimane possano servire a riaprire l'inchiesta e ad accertare quanto meno la spaventosa catena di depistaggi e omissioni che hanno segnato questa tragedia. Un grazie a tutte le associazioni che anche oggi hanno partecipato al presidio con l'impegno di ritornare nel giorno nel quale sarà fissata la prossima udienza che potrebbe risultare decisiva. Fino alla fine, verità e giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin».
Federazione nazionale della Stampa italiana, Usigrai, Articolo21, Ordine nazionale e Ordine dei giornalisti del Lazio commentano così la conclusione della seconda udienza dedicata alla richiesta di archiviazione delle indagini sull'omicidio della giornalista e dell'operatore del Tg3 avanzata dalla Procura di Roma. Il giudice Andrea Fanelli si è infatti riservato di decidere nei prossimi giorni.
La pm Elisabetta Ceniccola, secondo la quale le nuove intercettazioni giunte da Firenze nelle scorse settimane sarebbero irrilevanti e non rappresenterebbero uno spunto solido per avviare nuovi accertamenti, ha ribadito la richiesta di archiviazione. I difensori di parte civile della famiglia Alpi, l'avvocato Giovanni D'Amati e l'avvocato Carlo Palermo, hanno chiesto invece al gip di disporre nuovi accertamenti.
Mentre era in corso l'udienza, fuori dal tribunale si è svolto il presidio promosso dalla Federazione nazionale della Stampa italiana, insieme con Ordine nazionale dei giornalisti, Usigrai, Cdr del Tg3, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Articolo21, Rete NoBavaglio, Libera, Libera Informazione, Legambiente, Associazione Amici di Roberto Morrione e Amnesty International Italia, per ribadire: #NoiNonArchiviamo.
Il presidio è stato aperto dalla portavoce di Articolo21, Elisa Marincola, che ha anche letto un messaggio rivolto a Luciana Alpi dai genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio. Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha chiesto che «si tengano accesi i riflettori sulla vicenda di Ilaria e Miran per non lasciar calare l'oscurità sulla loro sorte. Non possiamo accettare che le indagini siano archiviate».
Guido D'Ubaldo, segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, ha rinnovato la richiesta di verità e giustizia e ribadito la vicinanza dell'Ordine alla mamma di Ilaria, Luciana e alla famiglia di Miran.
Il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani, ha ammonito: «Eravamo qui il 17 aprile, siamo qui oggi e ci saremo ogni volta sarà necessario fino a quando non si arriverà alla verità». E Silvia Resta, consigliera dell'Odg Lazio, ha scandito: «Come giornalisti abbiamo il dovere di schierarci sempre dalla parte della verità».
Il direttore di RaiNews24, Antonio Di Bella, ha osservato: «Siamo qui per non lasciar cadere l'oblio su un delitto che è paradigmatico, Ilaria è un simbolo che non va lasciato cadere per la ricerca della verità e della giustizia. L'archiviazione sarebbe l'ingiustizia più grande anche per la madre di Ilaria».
Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giuliett, ha ricordato che ieri a Latina è stata dedicato una piazza a Ilaria Alpi e qualche giorno fa, in Calabria, alla giornalista è stata intitolata una scuola, «segno – ha rilevato – che il ricordo di Ilaria e Miran è ancora vivo e così deve continuare ad essere».
A chiudere il presidio Fabrizio Feo, giornalista del Tg3, che ha aggiunto: «Siamo qui per ricordare tutti i 'buchi neri' nella storia di questo Paese. La storia di Ilaria e Miran è solo uno di questi. Noi crediamo che sia ancora possibile fare chiarezza sulla loro vicenda».