«Abbiamo il dovere di tenere questa sede aperta sempre quando si parla di diritti e libertà. Il mestiere dei giornalisti è quello di andare, vedere e raccontare. Se devono proprio scegliere una parte è quella delle vittime innocenti delle guerre. È inaccettabile che uno Stato democratico impedisca ai giornalisti di andare a vedere e raccontare». Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Vittorio di Trapani, nel corso del suo intervento all’incontro 'Palestina, quale informazione?', svoltosi nella sede del sindacato dei giornalisti martedì 3 dicembre 2024.
Il dibattito, incentrato sulla strage di giornalisti in corso a Gaza, è stato moderato da Fabrizio Cassinelli, del Gruppo Cronisti dell'Associazione Lombarda dei giornalisti, che ha promosso l'iniziativa, e ha visto la partecipazione anche di Alberto Negri del Manifesto, che ha sottolineato che «quel che sta accadendo adesso ai giornalisti a Gaza non è solo parte della guerra, questi sono omicidi mirati, accompagnati minacce. I giornalisti vengono uccisi a causa di quello che stanno facendo, portare al mondo quel che sta accadendo. Israele è contrabbandato come Stato democratico, ma non c’è libertà di stampa né un principio di democrazia. Uno Stato democratico non fa questo. In Italia non si muove un dito per quello che sta accadendo ai nostri colleghi in Palestina. Si tratta di uno degli attacchi maggiori che siano mai stati fatti alla libertà di stampa e alla democrazia. Stanno arrivando nuove guerre – ha concluso Negri - e noi non siamo preparati, basta vedere cosa sta accadendo in Siria».
All’incontro hanno partecipato anche Maria Elena D’Elia per la Fondazione Vittorio Arrigoni, Shuruq As’ad del Palestinian Journalist Syndacate, Amira Hass del quotidiano israeliano Haaretz e la giornalista freelance Anna Maria Selini.