«Negli ultimi 5 anni il giornalismo italiano ha perso il 15% dei posti di lavoro dipendente e la spesa per ammortizzatori sociali pagati dall'Istituto è cresciuta del 58%». Lo ha detto Marina Macelloni, presidente dell'Inpgi, al Congresso nazionale della Fnsi a Levico Terme. Da qui la necessità di un'inversione di tendenza. «La via d'uscita – secondo Macelloni – è quella di riconoscere questo cambiamento. Allargare lo sguardo. Includere e offrire tutele previdenziali anche a chi oggi è fuori di qui. Sono tanti. Non è solo per salvare l'Inpgi, ma è per ribaltare il destino dei dinosauri e immaginare un mondo che non preveda solo l'estinzione».
Secondo Carlo Verna, presidente dell'Ordine dei giornalisti, «tutte le regole che inquadrano l'Ordine sono obsolete e andranno superate. La riforma dell'Ordine dei giornalisti è la priorità. Con al centro di tutto la deontologia e l'accesso unico. Noi stiamo validando un sistema basato sullo sfruttamento. Si deve cambiare. La formazione deve arrivare, come in tutte le altre professioni, dal mondo dell'accademia misto ai saperi della professione giornalistica».
Per Daniele Cerrato, presidente Casagit, «siamo giunti allo snodo, uno snodo da concludere nell'arco di pochi mesi. L'unica prospettiva che abbiamo è quella di cercare di portare all'interno di questo mondo, qualcuno che questo welfare sanitario vuole realizzare», ha aggiunto.
«Il 2018 è stato un anno drammatico per tutti gli investimenti», ha detto Enrico Castelli nel tracciare il bilancio dell'attività di investimenti del Fondo di pensione complementare dei giornalisti. «La cosa più importante – ha concluso – è attivare una politica di informazione rivolta ai più giovani. Iscriversi al Fondo è una decisione individuale». (Ansa – Levico Terme, 13 febbraio 2019)