La Federazione europea (Efj) e la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), accogliendo l'appello della Fnsi e di altri sindacati europei dei giornalisti, hanno lanciato una campagna di solidarietà a sostegno dei colleghi turchi finiti nel mirino del presidente Recep Tayyip Erdogan all’indomani del fallito colpo di stato del 15 luglio. E per sostenere l'iniziativa chiamano a raccolta i sindacati dei giornalisti di tutto il mondo.
«Dopo i nuovi attacchi alla libertà di stampa e ai diritti umani in Turchia, abbiamo bisogno del vostro sostegno in questa campagna: scrivete ai vostri governi e alle ambasciate turche nei vostri Paesi, aderite e rilanciate la campagna di Amnesty International “Turkey: rights hard-won cannot be taken away”, condividete sui social network la campagna #JournalismIsNotACrime», scrive il segretario della Federazione europea, Ricardo Gutiérrez.
Le diverse azioni di protesta messe in campo serviranno per fare pressione sulle istituzioni europee, chiamate dai rappresentanti internazionali dei giornalisti ad «intervenire per bloccare le epurazioni del presidente Erdogan e le violazioni della libertà di informazione in Turchia».
In Italia, la Fnsi e diverse Associazioni regionali di stampa, insieme con altre associazioni e categorie professionali, hanno già promosso la mobilitazione e aderito a manifestazioni organizzate sia a livello nazionale che in numerosi territori.
«Non possiamo rimanere in silenzio mentre decine di giornalisti vengono arrestati. Il presidente Juncker e l'Alto rappresentante Federica Mogherini devono fare tutto quanto in loro potere per porre fine a questa situazione preoccupante», è l’appello lanciato da presidente e segretario generale della Efj, Mogens Blicher Bjerregard e Ricardo Gutiérrez.
E il presidente della Ifj, Philippe Leruth rilancia: «L'Unione europea deve prendere una posizione e fare pressione sul presidente Erdogan, responsabile della violazione della Convenzione dei diritti dell'uomo e del bavaglio imposto all’informazione. I giornalisti di tutto il mondo sono molto preoccupati per l'escalation di attacchi contro la stampa in un Paese che si definisce democratico».
Le Federazioni annunciano poi di aver segnalato i casi di incarcerazione di giornalisti al Consiglio d'Europa e di aver già sollecitato l'Unione europea ad agire.
Intanto oggi, 29 luglio, il tribunale di Istanbul è chiamato a pronunciarsi sulla convalida degli arresti di 21 dei 42 giornalisti turchi nei cui confronti lunedì era stato spiccato un mandato di cattura per i presunti legami con la rete di Fethullah Gulen, accusato da Ankara di essere la mente del fallito golpe. Nella lista dei 21 compaiono nomi noti come Nazli Ilicak, commentatrice televisiva ed ex parlamentare, e Arda Akin e Bulent Mumay, del quotidiano Hurriyet. Gli altri giornalisti raggiunti dall'ordine di arresto sono ancora ricercati. Secondo l'agenzia di stampa Dogan, le autorità sospettano che 11 di loro si siano rifugiati all'estero.