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Giornalisti davanti al tribunale di Pavia durante la prima udienza del processo
Giudiziaria 23 Nov 2018

Ripreso a Pavia il processo Rocchelli, Fnsi e Alg: «I cronisti costretti a lavorare in condizioni difficili»

L'aula dove si celebra l'udienza troppo piccola per accogliere le tante persone che vogliono seguire il dibattimento. Il sindacato chiederà  al tribunale di trasferire le prossime sessioni in sedi più idonee e anticipa una iniziativa con i giornalisti costretti a vivere sotto scorta per via del loro lavoro.

È ripreso a Pavia il processo contro i presunti assassini di Andrea Rocchelli, il fotoreporter italiano assassinato in Ucraina mentre cercava di 'illuminare' una sporca guerra condotta anche a colpi di mercenari e di milizie filofasciste. L'aula nella quale si svolge il processo si sta rivelando troppo piccola per accogliere le tante persone che vogliono seguire il dibattimento. I giornalisti si trovano in condizioni logistiche difficili e faticano ad assicurare il diritto di cronaca su una vicenda che ha delicati risvolti internazionali e riguarda l'assassinio di chi stava garantendo alla pubblica opinione il diritto ad essere informata.

«La Federazione nazionale della Stampa italiana e l'Associazione Lombarda dei Giornalisti, che si sono costituite parte civile, chiederanno al tribunale di valutare la possibilità di trasferire le prossime udienze in sedi più idonee e capaci di ospitare chi ha davvero a cuore la ricerca della verità e della giustizia», anticipa il sindacato.

«In occasione della prossima udienza sarà anche organizzata una iniziativa a Pavia alla quale parteciperà, insieme agli istituti della professione giornalistica, una delegazione composta dai cronisti italiani costretti a vivere sotto scorta per le minacce di mafiosi, corrotti, neonazisti e neofascisti», dichiarano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, e Paolo Perucchini, presidente della Alg.

@fnsisocial

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