Il pg della Cassazione Pietro Gaeta ha chiesto che sia «interamente accolto» il ricorso del pg della Corte d'Appello di Roma che chiede che il clan Fasciani di Ostia sia condannato per associazione di stampo mafioso, con l'aggravante mafiosa, e per associazione dedita al narcotraffico.
«La giornalista Federica Angeli vive sotto scorta da più di quattro anni, e lo ricordo a chi sostiene che a Ostia non esiste la mafia!», ha detto Gaeta nella requisitoria davanti alla Sesta sezione penale chiedendo il processo bis per il clan Fasciani in accoglimento del ricorso che vuole condanne più pesanti per mafia e narcotraffico.
«Le parole pronunciate oggi dal pg Pietro Gaeta – commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – confermano non soltanto il giustificato allarme per i rischi che corrono Federica Angeli e altri colleghi che vivono sotto scorta, ma anche la fondatezza delle inchieste su Mafia Capitale curate da numerose cronisti romani. Fra l'altro va ricordato il tentativo, più volte denunciato anche dall'Associazione Stampa Romana e dall'Ordine dei giornalisti del Lazio, di mettere a tacere i giornalisti che si sono occupati delle vicende giudiziarie di Mafia Capitale, documentando le connessioni fra mafia, malaffare e corruzione».
Il pg Gaeta ha inoltre messo in evidenza che il verdetto della Corte d'Appello che ha escluso la mafiosità dei Fasciani «è in contrasto con sentenze passate in giudicato e questo viola il principio dell'omogeneità dei giudicati che è un caposaldo nel rafforzare la certezza dei cittadini nella giustizia» e ricordato che una recente sentenza della Corte d'Appello di Roma «si è già dissociata» dalla sentenza che ha ridotto le pene ai Fasciani.
La Cassazione dovrà decidere se confermare le condanne, ridotte in appello rispetto agli oltre 200 anni di carcere inflitti in primo grado perché, appunto, era stata contestata l'associazione mafiosa.
La collega Federica Angeli interverrà martedì prossimo, 31 ottobre, all’iniziativa per le croniste minacciate organizzata dall'associazione "A mano disarmata" nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana.