«Secondo gli ultimi dati del ministero dell'Interno, nel 2024 in tutta Italia sono stati 114 i giornalisti minacciati per via del loro lavoro. Più di 20 colleghi vivono sotto scorta. Sono numeri alti, troppo alti per una nazione che si dice civile». Così Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, intervenendo giovedì 27 febbraio 2025 a Palermo all'incontro organizzato dall'Associazione della Stampa siciliana, in concomitanza con la convocazione di un consiglio regionale straordinario, per esprimere solidarietà al cronista di Repubblica Palermo Salvo Palazzolo, da qualche settimana sotto tutela per le sue inchieste sulla mafia.
«Un giornalista sotto scorta è una sconfitta per la democrazia», ha aggiunto Costante che, a dimostrazione che il fenomeno delle intimidazioni contro gli operatori dell'informazione è diffuso in tutto il Paese, ha citato le regioni con il più alto tasso di episodi censiti dal Viminale: Lombardia, Lazio, Toscana, Sicilia e Calabria. «La Fnsi è sempre al fianco di questi colleghi, ovunque», ha rimarcato.
Alla manifestazione, promossa dal sindacato regionale in collaborazione con Ersu Palermo, Centro Impastato, Centro Pio La Torre e le associazioni Antigone e Angius, hanno partecipato i cronisti Lirio Abbate e Mimmo Rubio, anche loro costretti a vivere sotto scorta, il presidente del tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, il presidente della commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici, oltre ai vertici di Assostampa Sicilia.
La segretaria generale si è anche soffermata sui temi del precariato che «uccide la libertà di stampa» e dello sfruttamento, «che esiste non solo nelle piccole testate, ma anche in quelle blasonate, dove si tengono i cococo a lavorare nelle redazioni», e sul caso Paragon. «Questo è il Paese in cui i giornalisti possono essere spiati con strumenti di alta tecnologia. Non possiamo dimenticare che Italia e Francia hanno chiesto di alleggerire le norme che vietano di spiare i cronisti. Dunque non è una sola, ma sono tante le ragioni per cui troppo spesso giornalisti lavorano e vivono sotto minaccia», ha concluso.
«Matteo Messina Denaro ha detto che non è colpa dei magistrati se lui è stato condannato - ha ricordato Lirio Abbate - ma è colpa della campagne giornalistiche che ha subito». Per Salvo Palazzolo oggi «i giornalisti hanno le armi spuntate, ci sono delle norme bavaglio che ci impediscono di raccontare quello che sta accadendo». Tema, questo, rimarcato anche dalla segretaria Costante: «Con la modifica dell'articolo 114 del codice di procedura penale vi è un attacco simultaneo sia all'autonomia dei giudici che alla libertà d'informazione».
Al termine dell'incontro una delegazione della Fnsi, guidata dalla segretaria generale e composta dal segretario aggiunto Claudio Silvestri e dal direttore Tommaso Daquanno con il segretario regionale Giuseppe Rizzuto, il vicesegretario vicario Roberto Leone, la presidente del Consiglio regionale di Assostampa Sicilia Tiziana Tavella e i consiglieri regionali Salvo Messina e Ivan Cicala, e con il presidente dell'Inpgi Roberto Ginex, si è recata al tribunale di Palermo per partecipare alla manifestazione organizzata dalla sezione provinciale dell'Anm in occasione dello sciopero nazionale dei magistrati 'a difesa della Costituzione'.
«Esattamente come la libertà di informazione, l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono un caposaldo della Costituzione e della democrazia. In questi mesi abbiamo visto leggi e provvedimenti che hanno colpito, insieme, il lavoro dei giornalisti e quello dei magistrati. Per questo oggi nelle piazze italiane la Fnsi è stata al fianco dell'Anm per le sue rivendicazioni di civiltà», ha detto Costante.
Rappresentanti del sindacato dei giornalisti hanno partecipato alle iniziative organizzate dall'Anm a Bari, Cagliari, Firenze, Milano, Roma.