Si è svolto mercoledì 12 marzo 2025 a Roma il convegno "Tra tutele e innovazione. L'audiovisivo nella corsa all'Intelligenza Artificiale", organizzato dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, durante il quale si sono confrontati rappresentanti delle istituzioni e delle aziende con esperti del settore.
«Emergono due grandi temi - ha rimarcato il presidente Agcom Giacomo Lasorella -. Il primo è la protezione del copyright. L'IA è uno strumento utile, ma bisogna imparare a usarlo e a regolarlo». Lasorella ha sottolineato che la grande sfida della regolazione è trovare un bilanciamento «tra il creatore dei contenuti e chi li mette a sistema», cioè «occorre salvaguardare la creatività senza negare l'uso di questo strumento straordinario». L'altro tema è la tutela degli utenti, soprattutto i più deboli. «Occorre evitare il paternalismo che è sempre un rischio» e potrebbe limitare la libertà di espressione, ha avvertito Lasorella, sottolineando però che «la regolazione europea è un cantiere in movimento, dove è necessario inserire strumenti per la tutela dei cittadini».
La sottosegretaria al ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, ha invitato a distinguere l'utilizzo dell'IA in settori più tecnologici o scientifici, come la medicina, da quello nella cultura, che «porta in sé il diritto di autore e una creatività che va tutelata perché è l'unica cosa che ci distingue dalla macchina. Per questo – ha proseguito - abbiamo introdotto alcuni paletti», ha proseguito, per far sì «che l'uomo impari a gestire al meglio» questo strumento.
Secondo il sottosegretario all'Innovazione Alessio Butti «nessuna innovazione è pericolosa di per sé, sono pericolosi gli usi che se ne fanno, perché avvengono in contesti non regolamentati. Servono quindi un perimetro di regole, un sforzo sullo sviluppo delle competenze, un confronto serrato tra i governi e occasioni di confronto e riflessione come questa».
Il sottosegretario all'Editoria, Alberto Barachini, ha aggiunto: «Occorre raggiungere un equilibrio, che normativamente è molto complesso da trovare. Serve andare velocemente perché non sappiamo dove va l'innovazione, nella consapevolezza che modificare un'immagine o la realtà consuma la fiducia dei cittadini, che è fondamentale per i processi democratici».
Non tutte le aziende, come emerso dal convegno, hanno la stessa posizione nei confronti della regolazione Ue. Da un lato, ad esempio, Gina Nieri, direttrice Affari Istituzionali Mediaset, ha sottolineato che le piattaforme sfuggono alle regole e sfruttano questa maggiore libertà a loro vantaggio. Dall'altro le big tech vedono la normativa europea come un ostacolo allo sviluppo. «L'Europa è fortemente indietro in questo settore - ha sottolineato Flavio Arzarello, responsabile dei temi economici e regolatori per l'Italia di Meta -. La ragione non è solo nella over regolamentazione, ma esiste una correlazione tra la mancanza di competitività e la presenza di forti plessi normativi che hanno reso difficile fare innovazione. Occorre capire come invertire questa rotta».