«Pamela, Jessica. Due giovani donne dalla vita spezzata che meritano discrezione e rispetto nelle cronache dei mezzi di informazione. Non può esserci comprensione ed empatia, da parte del cronista, con il cliente che si è approfittato di Pamela pagandola, in cambio di sesso, quei 50 euro usati dalla donna per comprare la dose che forse l'ha uccisa. Eppure, abbiamo letto anche questo». Cpo Fnsi e Cpo Usigrai entrano così nella polemica delle ultime ore scatenata dalle vicende delle due vittime di femminicidio.
«Cronache – proseguono – che hanno dato spazio ai "tormenti" del cliente considerando la prostituzione una cosa normale e accettabile. E la comprensione per la vittima, sfruttata da chi ha comprato il suo corpo al pari da chi le ha venduto la droga? Per non parlare dello sfruttamento dell'immagine delle due giovani donne: siamo certi che riempire i siti di photogallery, pubblicando le foto ammiccanti che, com'è di moda, le ragazze si erano scattate, sia rispettoso della dignità delle due giovani vittime? O non è anche questo un modo di sfruttarle a fini commerciali per aumentare i click?»
Centinaia di giornaliste e giornalisti hanno firmato il Manifesto di Venezia impegnandosi a raccontare in modo corretto e consapevole il dramma del femminicidio. «Ci appelliamo – concludono Cpo Fnsi e Cpo Usigrai – in primo luogo alle direttrici e ai direttori affinché non si debbano più leggere o ascoltare cronache come quelle che tanta indignazione stanno suscitando e perché si decida una moratoria sulla pubblicazione delle foto di giovani vittime a scopi puramente commerciali».