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La sede di Bologna dei giornali di Editoriale Nazionale (Foto: ImagoEconomica)
Vertenze 18 Ott 2024

Editoriale Nazionale, giornalisti in sciopero contro nuovi tagli. Fnsi al fianco dei colleghi: «La misura è colma»

I vertici del gruppo di proprietà del presidente Fieg, Andrea Riffeser Monti, hanno prospettato ai lavoratori un'autoriduzione dello stipendio da gennaio 2025 alla luce della conclusione dell'ultimo piano di crisi. Proposta rigettata dai Cdr: braccia incrociate sabato 19 ottobre 2024 e niente giornali domenica 20. La segretaria generale Costante: «Il no delle redazioni è l'unica risposta possibile a una politica dissennata». La solidarietà di Ast e Aser.

Una giornata di sciopero dei giornalisti di tutte le testate del gruppo Editoriale Nazionale, di proprietà del presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti. Sabato 19 ottobre i lavoratori di Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione, Luce! e il Giorno incrociano le braccia per protestare contro il nuovo piano di «indiscriminati tagli» proposto dall'azienda.

Tagli, rimarcano i giornalisti, che «vanno a minare ulteriormente la qualità di testate storiche e radicate su territori importanti».

La proposta dei vertici del gruppo (un'autoriduzione dello stipendio dal primo gennaio 2025 pari a 3 giorni al mese per tutto l'anno) alla luce della conclusione dell'ultimo piano di crisi con cassa integrazione e prepensionamenti è stata respinta dai Cdr, convinti che le soluzioni alla crisi del settore «non devono sempre essere solo in capo ai giornalisti, ma vanno trovate anche nelle strategie aziendali (qui carenti da anni) che non possono non prevedere investimenti».

Domenica 20 ottobre i giornali del gruppo non saranno in edicola.

Accanto ai colleghi si schiera, come sempre, la Federazione nazionale della Stampa italiana. «Stati di crisi e ammortizzatori, e quando questi finiscono piovono le richieste di tagli 'volontari' ai livelli retributivi, mentre l'inflazione continua ad erodere gli stipendi», rileva la segretaria generale Alessandra Costante.

«La misura è davvero colma e la risposta di redazioni responsabili è sotto gli occhi di tutti ed è anche l'unica possibile. La Fnsi è al fianco dei colleghi del gruppo dell'editore Andrea Riffeser Monti che stanno dicendo no ad una politica dissennata», conclude Costante.

«Convintamente al fianco dei colleghi» de La Nazione e delle altre testate del gruppo anche il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell'Associazione Stampa Toscana. «I corpi redazionali sono sfiancati da prepensionamenti e casse integrazioni che si ripetono da trent'anni (i primi) e da una quindicina d'anni (le seconde)», evidenzia l'Ast, che in una nota si dice «pronta ad affiancare Cdr e colleghi, anche attraverso i propri consulenti, in ogni iniziativa che sarà necessaria anche dopo lo sciopero già proclamato».

Mentre per il presidente dell'Associazione stampa dell'Emilia Romagna, Paolo Maria Amadasi, con la proposta fatta ai lavoratori l'azienda «dimostra di considerare i giornalisti come bancomat» e la scelta dei colleghi di scioperare «è sacrosanta». Soprattutto, «la proposta – insiste Amadasi – è da considerarsi una inutile e fastidiosa provocazione nei confronti dei giornalisti del gruppo e di tutta la categoria, in quanto giunge alla vigilia dell'incontro tra Fieg e Fnsi, calendarizzato da tempo, per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, la cui parte economica è ferma da un decennio».

PER APPROFONDIRE
Di seguito il comunicato con cui venerdì 18 ottobre i Cdr del gruppo annunciano lo sciopero.

Il Coordinamento dei Comitati di redazione dell'Editoriale Nazionale, dopo un confronto con tutti i giornalisti del gruppo, riuniti insieme in un'unica assemblea, ha deciso, recependo le richieste dei colleghi, di proclamare sciopero per la giornata di domani di tutte le testate (Qn, Quotidiano.net, il Resto del Carlino, La Nazione, Luce! e il Giorno) con l'obiettivo di respingere il nuovo piano di tagli proposto dall'azienda oggi a Bologna.
I vertici dell'Editoriale Nazionale, di proprietà dell'editore Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg, hanno infatti presentato ai giornalisti un'autoriduzione dello stipendio dal primo gennaio 2025 (3 giorni al mese per tutto l'anno) alla luce della conclusione dell'ultimo piano di crisi con cassa integrazione e prepensionamenti.
La proposta è stata rigettata dal Cdr.
I dipendenti del gruppo non si sono mai sottratti ai sacrifici, come dimostrano i dati relativi al periodo 2020-2023 dove sono stati prepensionati 56 giornalisti e 209 tra impiegati e operai. La redazione non accetta di sopportare nuovi indiscriminati tagli che vanno a minare ulteriormente la qualità di testate storiche e radicate su territori importanti come la Lombardia, la Toscana, l'Emilia-Romagna, le Marche, la Liguria, l'Umbria e il Lazio.
I Cdr sono consapevoli che l'editoria attraversa una crisi gravissima, però le soluzioni non devono sempre essere solo in capo ai giornalisti, ma vanno trovate anche nelle strategie aziendali (qui carenti da anni) che non possono non prevedere investimenti. I tagli, come sempre, sono stati presentati senza un minimo piano di rilancio editoriale da parte della direzione.
Il Coordinamento dei Cdr

@fnsisocial

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