L'Espresso e Itedi hanno firmato l'accordo quadro per l'integrazione delle due società. In base all'intesa Cir avrà, al perfezionamento dell'operazione, il 43,4% del capitale dell'Espresso, Fca il 14,63% e Ital Press (Perrone) il 4,37%. Successivamente Fca distribuirà l'intera partecipazione ai possessori delle proprie azioni ordinarie. Per effetto di tale distribuzione, Exor riceverà il 4,26%.
Un’operazione finanziaria che, negli auspici del sindacato dei giornalisti, non deve tradursi in un taglio dell’occupazione e in una riduzione dell’autonomia delle singole redazioni. «La firma dell'accordo quadro per l'integrazione fra il Gruppo editoriale L'Espresso e Itedi – rileva il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – rappresenta un ulteriore tassello nel processo di fusione fra i due gruppi, annunciato nel marzo scorso. La Federazione nazionale della stampa italiana ribadisce il proprio impegno affinché le inevitabili economie di scala che seguiranno a tale operazione di aggregazione non si traducano in tagli all'occupazione e nella riduzione del pluralismo dell'informazione e dell'autonomia delle singole testate».
Per questo la Fnsi conferma «la volontà di avviare, insieme con le Associazioni regionali di Stampa e con i Comitati di redazione, una fase di confronto con l'azienda a partire dalla presentazione del piano industriale».
Tempo per confrontarsi ce n’è, considerando che il perfezionamento dell'accordo è previsto nel primo trimestre del 2017, dopo il via libera delle competenti autorità, e «darà vita – scrivono le aziende interessate in una nota – al leader italiano nel settore dell'informazione multimediale quotidiana e periodica, oltre che a uno dei principali gruppi editoriali europei».
Le due società editoriali nel 2015 hanno registrato complessivamente ricavi pari a circa 750 milioni, con la più alta redditività del settore, e non sono gravate da debiti. L'integrazione prevede il conferimento da parte di Fca e Ital Press (famiglia Perrone) del 100% delle azioni di Itedi (La Stampa, Secolo XIX) al gruppo editoriale L'Espresso (che controlla La Repubblica), a fronte di un corrispondente aumento di capitale riservato.
Contestualmente alla firma dell'accordo, Cir ha stipulato con Fca e Ital Press due patti parasociali con efficacia differita relativi alle rispettive partecipazioni future. Oltre a prevedere l'impegno di Cir a votare a favore dell'operazione di integrazione nell'assemblea dell'Espresso, che verrà convocata nei tempi opportuni, tali patti impegnano le parti, a partire dalla data di efficacia del perfezionamento dell'operazione, a nominare John Elkann e Carlo Perrone nel Cda e ad affidare a Cir la designazione del presidente e dell'amministratore delegato.
Fca si è inoltre impegnata a non cedere la propria partecipazione sindacata per tutta la durata del patto tra Cir e Fca, che scadrà con la distribuzione della partecipazione di quest'ultima nell'Espresso ai possessori delle proprie azioni ordinarie. Contestualmente allo scioglimento di tale accordo, diventerà efficace un nuovo patto parasociale tra Cir ed Exor, che prevede obblighi di consultazione preventiva prima di ogni assemblea, impegni di Cir circa la nomina e la permanenza in carica di un rappresentante di designazione Exor nel board, impegni di Exor a presentare e votare un'unica lista con Cir in caso di elezione del Cda e l'impegno di Exor a non cedere le azioni sindacate per tutta la durata del patto (fatti salvi eventuali trasferimenti infragruppo).
I patti parasociali Cir-Exor e Cir-Ital Press avranno durata triennale. Con la sottoscrizione di questi patti, la famiglia Perrone, attraverso Ital Press Holding, ed Exor «intendono confermare – concludono le società – la volontà di contribuire allo sviluppo di un progetto editoriale innovativo con una prospettiva di lungo termine».