Il Tribunale di Roma, Giudice di Pace Cristina Dodaro, ha condannato l’avvocato e consigliere comunale di Avola (Siracusa) Antonino Campisi, oltre a Desireè Crapula, Aurelio Crapula e Rosario Crapula (tutti figli del boss locale, Michele), per diffamazione commessa nei confronti del defunto avvocato Antonio Borrometi e del figlio, condirettore dell’Agi, Paolo Borrometi.
L’accusa è stata sostenuta dal Pm di Roma Cristiana Tonelli. I fatti risalgono al 13 maggio 2017, quando l’avvocato Campisi inviò una missiva al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al ministro dell’Interno, e al ministro dell’Istruzione con contenuti ritenuti diffamatori nei confronti dell’avvocato Antonio Borrometi e del figlio Paolo. Nella missiva si contestavano gli articoli d’inchiesta del giornalista e, secondo il Pm, si offendeva la reputazione dello stesso cronista e del padre. In dibattimento si erano costituiti parte civile sia Paolo che Antonio Borrometi, assistiti dall’avvocato Alessandro Vitale del foro di Roma. Gli imputati sono stati assistiti dall’avvocato Giorgio Vianello Accorretti e dall’avvocato Lavinia Manti (foro di Roma).
La pena richiesta dal Pm è stata di 258 euro di multa, ma il giudice ha ritenuto di aggravarla e ha condannato tutti e quattro gli imputati a 400 euro di multa riconoscendoli colpevoli dei capi di imputazione, oltre al risarcimento alle parti civili e alle spese legali.
«È la giusta conclusione di questo lungo processo, che conferma che Paolo Borrometi, per le sue inchieste, continua a essere vittima di un vero e proprio 'mascariamento'. La sentenza inoltre - afferma l’avvocato Alessandro Vitale - reputa diffamatorio anche un passaggio della missiva scritta dall'avvocato Campisi e dai suoi clienti nei confronti del compianto avvocato Antonio Borrometi. Il collega Borrometi, che aveva improntato tutta la sua vita al rispetto della legalità, ha avuto giustizia». (Agi, 5 febbraio 2025)