È stato firmato nella sede della Fondazione per gli studi sul giornalismo 'Paolo Murialdi' il protocollo con cui il Comitato dei garanti dell'Archivio 'Ilaria Alpi' ha conferito alla Fnsi i documenti, materiali e appunti della giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio con l'operatore Miran Hrovatin il 20 marzo 1994. «Una iniziativa importante e impegnativa, che si pone nel solco della mobilitazione a non archiviare la loro vicenda e a continuare a cercare verità e giustizia», ha detto la rappresentante del Comitato, Mariangela Gritta Grainer, annunciando che «altri materiali saranno conferiti al 'Fondo Alpi' e altri ancora possono essere cercati nelle scuole, circoli, associazioni che in questi 25 anni sono stati intitolati a Ilaria». Ricordando che «nel mondo i giornalisti continuano a morire, e questo la dice lunga sull'importanza della stampa libera», Grainer ha concluso: «Domani saremo davanti al tribunale per ribadire che se il gip archivia le indagini compie una scelta grave e vergognosa. Ma questo non ci farà demordere dalla ricerca della verità».
Con l'onorevole Gritta Grainer, alla cerimonia di conferimento del Fondo erano presenti, fra gli altri, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti; il presidente della Fondazione Murialdi, Vittorio Roidi, che ha aperto i lavori con un commosso ricordo di Ilaria e Miran; il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani; la sorella di Luciana Alpi, Anna Riccardi; il consigliere di amministrazione Rai, Riccardo Laganà; la professoressa Margherita Martelli, dell'Archivio di Stato; il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury; il segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Guido D'Ubaldo; il segretario generale della Fondazione Murialdi, Giancarlo Tartaglia; gli avvocati della famiglia Alpi, Giovanni D'Amati e Giulio Vasaturo; il direttore di RaiNews24, Antonio Di Bella; il presidente della Casagit, Daniele Cerrato; la giornalista di 'Chi l'ha visto?', Chiara Cazzaniga.
«Se in questi anni scuole, biblioteche, circoli, premi e altre iniziative sono stati intitolati a Ilaria è perché le è stato riconosciuto di essere stata una donna appassionata e una giornalista di talento. Credo che sia un esempio di una Italia migliore e credo che questo archivio aiuterà a ricordarla», ha detto Anna Riccardi.
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha ringraziato la signora Riccardi e suo marito Giuseppe Rocco per aver donato l'archivio. «Non si tratta solo di impegno a ricordare, ma anche a continuare con forza e volontà a indagare sulla vicenda per arrivare alla verità. Un dovere di tutti e di tutti i giornalisti italiani innanzitutto», ha detto. «In ragione di questo forte bisogno di verità e giustizia, domani Federazione nazionale della Stampa italiana, Usigrai, Articolo21 e altre associazioni, saranno davanti al tribunale per ribadire che 'Noi non archiviamo' perché riteniamo che in una grande democrazia come l'Italia non possano esserci verità che fanno paura alle istituzioni», ha aggiunto Lorusso, prima di leggere il messaggio inviato alla Fnsi dal sottosegretario all'Editoria Andrea Martella.
Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha ricordato l'importanza «della rete di singoli e associazioni che si sono battuti e si battono per non dimenticare Ilaria e Miran. Senza questa comunità la loro vicenda sarebbe stata cancellata come qualcuno vorrebbe che venissero cancellate altre storie», ha osservato citando Giancarlo Siani, Peppino Impastato, Giulio Regeni. «Non possiamo permetterlo – ha proseguito –. In gioco c'è la dignità di un Paese non di una giornalista. Per questo rilanciamo il nostro appello a continuare a illuminare la vicenda Alpi-Hrovatin e ribadiamo che qualunque cosa deciderà il giudice noi non archiviamo perché terremo viva nella memoria collettiva il loro lavoro».
Il segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani, ha preso spunto dalla storia di Ilaria Alpi per rilanciare l'idea di un nucleo di giornalismo investigativo «che possa indagare anche sulla vicenda Alpi-Hrovatin, andando oltre gli steccati tra le redazioni». L'auspicio, ha concluso, «è che la commissione di Vigilanza Rai dia presto il via libera alla riforma delle news, magari partendo proprio dalla creazione del nucleo investigativo».
Idea rilanciata anche dalla direttrice del Tg3, Giuseppina Paterniti, per la quale «si avverte l'esigenza di mettere a punto una squadra che lavori in questo senso, anche distaccando dei colleghi che possano leggere le carte di questo archivio e cominciare a guardarle da un punto di vista nuovo. Dando così avvio al nucleo di giornalismo investigativo ideato da Roberto Morrione».
Per Riccardo Laganà, consigliere di amministrazione della Rai, «Ilaria e Miran hanno impersonato i valori del servizio pubblico. Sono stati ambasciatori di pace ed esportatori del nostro valore costituzionale più alto, che è articolo 21, in un territorio in guerra. Vivono con noi ogni volta che un giornalista fa il suo dovere». Riccardo Noury di Amnesty ha ringraziato «questa straordinaria comunità di difensori dei diritti umani che tiene vivo il ricordo», mettendo in evidenza che «oggi archiviamo per conservare meglio la memoria. Domani chiederemo di non archiviare per tenere vivo il lavoro e le battaglie di Ilaria e Miran». Infine il segretario del Cnog, Guido D'Ubaldo, portando il saluto del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, ha confermato «l'impegno dell'Ordine per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, come per Giulio Regeni e sarà presente in ogni occasione per illuminare le loro vicende», invitando tutti i giornalisti italiani «ad impegnarsi per non archiviare le loro storie».
L'archivio 'Ilaria Alpi', composto da documenti, videocassette, taccuini e altri materiali appartenuti alla giornalista sarà messo a disposizione di cronisti e studiosi appena sarà completata l'operazione di catalogazione in corso da parte dell'Archivio di Stato.
PER APPROFONDIRE
Di seguito il messaggio inviato dal sottosegretario all'Editoria, Andrea Martella, alla Fnsi, in occasione delle due giornate dedicate a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin che hanno preso il via con il conferimento del Fondo alla Fondazione Murialdi.
La tragica vicenda di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin rimanda ad uno dei temi centrali per ogni democrazia che voglia essere credibile per i cittadini, ed è quello di non frapporre ostacoli al perseguimento della verità e della giustizia.
Figli di un'Italia dai troppi misteri irrisolti, Ilaria e Miran hanno pagato con la vita la loro missione di giornalisti che hanno testardamente cercato di raccontare la realtà degli interessi, anche economici, che si nascondono dietro ognuna delle 'piccole' guerre dimenticate.
Con loro l'intero Paese ha contratto un debito di riconoscenza civile che non può essere estinto con l'arrendevolezza, ma che va saldato assumendo il testimone della verità.
Interpreto in quest'ottica l'incessante impegno e la mobilitazione che attorno alla vicenda vede in prima fila FNSI, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Articolo 21, il Comitato di redazione del Tg3, Libera Informazione e associazione Amici di Roberto Morrione.
Si tratta di un prezioso contributo ed una prova di impegno civile degna di una democrazia moderna, trasparente e giusta.
Pur nell'impossibilità di una mia presenza per impegni istituzionali, desidero dunque esprimere la mia vicinanza allo spirito, agli ideali, alle energie che fanno da motore all'iniziativa di oggi, di importanza fondamentale per continuare a tenere accesa la luce su questi due valorosi giornalisti: Ilaria e Miran.
Andrea Martella