La libertà di stampa, il suo valore e come difenderla. Questi i temi al centro della giornata di riflessione organizzata dall'Aser in occasione del 46° anniversario dell'attentato incendiario alla sede del sindacato regionale dei giornalisti, il 13 marzo 1979, a Bologna. Attentato nel quale perse la vita Graziella Fava, in memoria della quale sono stati organizzati tre eventi: il convegno 'Da Graziella Fava a Willy Branchi: la libertà di stampa tra inchieste e casi irrisolti'; la deposizione di una corona di fiori nel palazzo che ospitava l'Associazione, in via San Giorgio e che fu teatro dell'attentato; l'inaugurazione del monumento nel giardino dedicato a Fava.
Presenti al convegno - che si è svolto nella sedie di Illumia - Paolo Maria Amadasi, presidente dell'Associazione Stampa Emilia-Romagna; Silvestro Ramunno presidente Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna; Alessandra Costante segretaria della Federazione nazionale della Stampa italiana; Claudio Santini, presidente del Consiglio di disciplina Odg Emilia-Romagna; Nicola Bianchi, giornalista de Il Resto del Carlino e segretario Aser; Serena Bersani, consigliera dell'Ordine regionale e già presidente di Aser. A moderare l'incontro, Matteo Naccari, segretario aggiunto Fnsi.
«Che cosa lega la morte di Graziella Fava a quella di Willy Branchi? Sono entrambe storie di omertà - ha spiegato Alessandra Costante intervenendo al convegno - dalle quali capiamo quanto sia stato importante il lavoro di chi fa informazione. Questo perché fare informazione significa svelare verità che gli altri non vogliono raccontare, verità nascoste. È chiaro che oggi il giornalismo è sotto attacco, lo dimostra il numero di giornalisti minacciati o sotto scorta, a cui è praticamente impedito di fare il proprio mestiere. Ogni giornalista sotto scorta rappresenta una ferita nella democrazia di questo Paese».
Il presidente dell'Aser Amadasi, con commozione, ha ricordato la vittima dell'attentato che colpì la sede del sindacato, ringraziando il figlio di Fava per aver presenziato all'evento: «Parliamo di una donna, di una mamma, che ha perso la vita per un vile attentato alla libertà di stampa. Questa è l'occasione per porre l'attenzione sulla libertà di stampa e sul valore dell'informazione e di chi fa informazione. Per questo come Aser abbiamo scritto una lettera che consegneremo alla Regione, affinché si unisca alle battaglie che vogliono tutelare questo valore. Un esempio sono i giornalisti dell'agenzia Dire, che hanno avviato una lunga vertenza e per la quale chiediamo una presa di posizione delle istituzioni».
Appello accolto dal capo di gabinetto della Regione Emilia-Romagna Luca Vecchi, anch'egli al convegno, che oltre a sottolineare l'importanza e il ruolo della stampa ha accolto l'invito dell'Aser. «Presenterò al presidente Michele de Pascale la lettera che verte anche sul tema della Dire - ha osservato - Avremo modo di dare una risposta, per capire in che modo portare avanti anche un affiancamento in questa vertenza».
Non da meno le parole del presidente dell'Odg Ramunno: «Cogliamo l’occasione per esprimere vicinanza ai giornalisti della Dire. A Bologna, ma in Emilia-Romagna in generale, se c'è una tradizione di giornalismo di qualità è anche grazie alla presenza di una redazione importane come quella della Dire».
Santini, inviato del Carlino al tempo dei fatti, ha inquadrato l'attentato all'Aser nella cornice storica degli anni Settanta, mentre Serena Bersani, che a lungo ha trattato in prima persona la vicenda di cronaca che ha colpito l'Associazione nel '79, ha aggiunto: «È un evento che ha segnato la storia della città di Bologna e quella del mondo dei giornalisti. Una tragedia che non può e non deve dimenticata».
PER APPROFONDIRE
La lettera inviata da Aser e Fnsi al presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale è allegata di seguito.